Garbatella! Che colori!
Due passi fuori di casa in un distensivo giro per le stradine del quartiere a scoprirne gli angoli nascosti, il fascino dei Lotti, le garbate forme delle villette, le stravaganti varietà dei comignoli e delle fioriere, il profumo dei giardini
di Enrico Recchi
E’ arrivata l’estate con le giornate lunghe ed i ricordi del freddo inverno che lasciano lo spazio al sole ed al profumo degli alberi. Cosa c’è di meglio allora che spegnere la TV o il computer, uscire di casa e fare una bella passeggiata al calor del sole per le strade della Garbatella? Magari per mano alla propria metà, chi con i figli o nipoti, chi portando a spasso il cane chi semplicemente bighellonando in giro e con il naso all’insù per scoprire le bellezze che il nostro quartiere tiene in serbo per noi.
E prima di meravigliarci per l’angolo nascosto, per la fontanella caratteristica, per la piazzetta ritrovata. la prima cosa che salta ai nostri occhi sono le case con i loro caratteristici colori. Sì, perché i colori delle vecchie case dei lotti, dei villini, ma anche dei palazzi che si possono incontrare alla Garbatella hanno un loro fascino, una loro poesia, una loro storia. Se ancora non lo avete mai fatto, andate in giro per il quartiere e guardate le case, con i loro caldi ocra, o gli antichi rosso mattone, tonalità che infondono energia, che si stagliano sul cielo azzurro e vedrete ognuno di questi edifici diventare il fondale di un quadro immaginario.
E allora ammirerete non solo i bellissimi edifici storici, i giardini con alberi centenari, le scalinate silenziose che sembrano portare verso il mistero, sentirete soltanto lo scrosciare dell’acqua delle fontanelle e le chiome degli alberi che si muovono al vento e magari la voce di una donna affacciata alla finestra che chiama un’amica alla casa vicina.
A qualcuno queste mie sensazioni possono sembrare esagerate, ridondanti. Ma se vi capita andate a spasso verso le due del pomeriggio, magari di sabato, quando ancora la gente sta a tavola o se ha finito sta riordinando la cucina mentre qualcun altro schiaccia un pisolino, oppure la sera con la poetica compagnia della luna e le strade “deserte e silenziose”, come cantava Modugno in “Vecchio Frac”: le strade diventeranno per voi un mondo incantato, tanto diverso da quello ossessivo e rumoroso che ormai ci circonda costantemente. Purtroppo però anche gli edifici hanno bisogno di manutenzione e le necessarie operazioni di restauro fanno sì che quelle sfumature arancio, quelle mezze tinte marroni che vestivano perfettamente i fabbricati a volte siano cancellate da tinte accese che non trovano riscontro in natura, che diventano un vero e proprio “cazzotto nell’occhio” del passante e che, pur non alterando la forma, trasformano l’edificio in qualcosa di diverso e addirittura innaturale, come una persona che vestendo un abito di una taglia non sua si renda ridicolo. Un esempio di questa follia, per fortuna non alla Garbatella, lo possiamo vedere di fronte all’Ospedale S. Camillo dove c’è un palazzo recentemente tinteggiato di un azzurro/indaco che sembra uscito da un manga giapponese.
Questo pericolo alla Garbatella finora è stato scongiurato (escluso rari casi) ed infatti andando in giro possiamo vedere che anche là dove è stato necessario ridipingere facciate ed intonaci si è cercato di mantenere quel “vestito” che esisteva e caratterizzava la palazzina o la villetta rendendola bella.
Certo le caratteristiche del nostro quartiere fanno sì che quest’opera sia facilitata. La Garbatella resta comunque un quartiere “nuovo”, non ci sono certo le facciate del ‘500 affrescate, gli stucchi artistici dei palazzi seicenteschi, i fregi araldici delle famiglie papali da conservare ma c’è la “patina della storia”, l’eco delle voci di una volta, i colori ai quali siamo affezionati e ai quali teniamo.
Ricordiamoci che è dovere comune conservare al meglio le bellezze che la storia ci ha tramandato e la Garbatella è come una bella signora attempata da coccolare che ci può raccontare ancora tante belle storie.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 10 – Luglio 2014