Via delle Sette Chiese scivola nel degrado – di Cosmo Barbato

Via delle Sette Chiese scivola nel degrado

Via delle Sette Chiese, la storica via che ha costituito la dorsale urbanistica lungo la quale si è sviluppata, a partire dagli anni Venti del secolo scorso, la borgata, oggi quartiere, della Garbatella, per la sua storicità, per la funzione di raccordo che per secoli ha svolto tra importantissime strade che si dipartono da Roma (due le principali, l’Ostiense e l’Appia), infine per l’apporto religioso che ne giustifica il nome, meritava la riqualificazione tentata un decina di anni fa per renderla almeno nell’apparenza visibile nei suoi quasi 4 chilometri di percorso da San Paolo a San Sebastiano, ormai irreparabilmente spezzettati.
Ce ne occupammo a suo tempo, quando furono inaugurati i restauri, elogiando le scelte felici (vedi il bell’ingresso alla Vigna Serafini dalla quale si accede alla catacomba di Commodilla) e criticando severamente gli errori commessi. Quegli errori appaiono più evidenti oggi, a distanza di tempo, quando la strada va rapidamente scivolando nel degrado, accompagnato dalla totale assenza di ordinaria manutenzione. via-delle-sette-chiese
In campo urbanistico, quando si pone mano a un progetto delicato, l’autore non si deve abbandonare all’idea di come vorrebbe in astratto che risultasse l’opera a cui ha messo mano. Deve tener conto della sua praticabilità innanzitutto in funzione del cittadino utente, poi della praticità della sua manutenzione e infine della possibilità di durata nel tempo. Tutte cose che erano carenti nel progetto e che ora hanno ridotto Via delle Sette Chiese a una grave condizione di degrado. Ci riferiamo ad esempio alle aiuole che in larghi tratti della strada avrebbero dovuto incoraggiare la prevista pedonalizzazione, divenute ormai dei contenitori di disordinati cespugli inselvatichiti; oppure a quelle brutte e inutili aiuolette strette e lunghe ai margini dei marciapiedi che, nel tratto Largo delle Sette Chiese-Piazza Sant’Eurosia, oltretutto ostacolano il transito dei pedoni divenendo contenitori di sporcizia. Il resto del degrado lo assicura l’assenza di manutenzione: bordure arboree rinsecchite o abbattute, aiuole non curate. Senza contare i lavori di risanamento a suo tempo non completati, come nel breve tratto Piazza Oderico da Pordenone-Via C.Colombo dove, per ottenere il restauro del bellissimo portale del casino Nicolai, infestato da piante parassite, dovemmo lanciare noi una campagna e dovette intercedere il compianto Padre Guido presso i proprietari; o come in Largo Bompiani dove fu dato sì una degna sistemazione al giardino contenuto nella rotatoria ma non fu restaurato il bel monumento alla Resistenza che ne orna il centro.
Via delle Sette Chiese, sconvolta nell’incongrua urbanizzazione seguita allo sviluppo della Garbatella e soprattutto al suo taglio per la creazione della Via Imperiale (la Via Cristoforo Colombo), meritava un po’ più di rispetto nella fase in cui ci si era proposto il lodevole compito di ridare almeno visibilità virtuale al suo lungo e affascinante percorso:
basterebbero le quattro grandi catacombe – Commodilla, Domitilla, San Callisto, San Sebastiano, oltre al mausoleo delle Ardeatine – per meritare una maggior attenzione a un così importante bene comune che invece sta andando in malora. Pur nelle attuali ristrettezze economiche che travagliano le nostre amministrazioni, un impegno almeno per arrestare il degrado della nostra storica strada va reclamato. Per il quartiere è anche una questione di dignità. (C.B.)

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 10 – Luglio 2014

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