Un bilancio minipartecipato

Un bilancio minipartecipato

di Cosmo Barbato

Bilancio partecipativo vuol dire consentire ai cittadini di partecipare con proposte e critiche alla formazione del bilancio di spesa di un Ente locale, indicando le priorità di intervento in base alle risorse reali di cui sia possibile disporre: un sistema di coinvolgimento che, se si riuscisse a trovare un valido meccanismo di attuazione, potrebbe offrire l’opportunità di un più diretto coinvolgimento popolare in una razionale gestione della cosa pubblica. Appare chiaro tuttavia che, qualora non si riesca a individuare tale meccanismo, cioè una valida cinghia di trasmissione diretta tra opinione pubblica e dirigenza dell’Ente, il concetto di bilancio partecipativo finirebbe col diventare l’ennesima formula demagogica, buona soltanto per trasmettere ai cittadini un messaggio falsamente democratico. E ciò anche in presenza delle migliori intenzioni. …..

Un bilancio minipartecipato

di Cosmo Barbato

Bilancio partecipativo vuol dire consentire ai cittadini di partecipare con proposte e critiche alla formazione del bilancio di spesa di un Ente locale, indicando le priorità di intervento in base alle risorse reali di cui sia possibile disporre: un sistema di coinvolgimento che, se si riuscisse a trovare un valido meccanismo di attuazione, potrebbe offrire l’opportunità di un più diretto coinvolgimento popolare in una razionale gestione della cosa pubblica. Appare chiaro tuttavia che, qualora non si riesca a individuare tale meccanismo, cioè una valida cinghia di trasmissione diretta tra opinione pubblica e dirigenza dell’Ente, il concetto di bilancio partecipativo finirebbe col diventare l’ennesima formula demagogica, buona soltanto per trasmettere ai cittadini un messaggio falsamente democratico. E ciò anche in presenza delle migliori intenzioni.
La Garbatella conta per l’anagrafe 50.058 residenti, su un totale dei 139.935 dell’intero XI Municipio (dati aggiornati al 31 dicembre 2001). Ebbene, venerdì 9 gennaio, centocinquantanove (159!) cittadini rappresentanti solo se stessi si sono ritrovati ad indicare i “portavoce” del Rione in una elezione convocata presso l’aula magna della scuola media statale “Vivaldi” di via Macinghi Strozzi. Le autocandidature alla funzione di “portavoce” erano nove, eleggibile uno ogni quindici votanti: dieci quindi i posti spettanti. Risultato, eletti tutti i candidati, compresi uno che ha raccolto un solo voto (il suo?) e un altro che addirittura non ne ha avuto affatto.
Questi nove, cittadini sicuramente impegnati, nessuno lo mette in dubbio, dovrebbero rappresentare, in sede di elaborazione del bilancio municipale, gli interessi della Garbatella. Vi pare una cosa seria? E dire che la situazione è già migliorata rispetto all’anno scorso quando ebbe luogo per la prima volta l’elezione dei “portavoce” – ma qualcuno se n’è accorto? – e i votanti furono una novantina: in quell’occasione la massima autorità municipale ebbe a parlare addirittura di carattere vincolante degli indirizzi suggeriti dai “portavoce”. Ma quale valore di rappresentanza può costituire un gruppo di “portavoce” eletti in base a una elezione convocata con semplici manifesti (affissi – per inciso – in luoghi non destinati all’affissione e quindi in violazione di precisi divieti)? Quale valore, se in pratica non si effettua alcun controllo sul diritto al voto degli elettori (diritto peraltro spettante a chi abita nel rione, ma esteso anche a chi semplicemente vi lavora o vi studia!)? Che valore si può attribuire a un consesso che, in assenza di regole controllabili, potrebbe essere facilmente prodotto in base a un’elezione pilotata da associazioni o da gruppi politici o da circoli culturali o da altre organizzazioni, capaci di promuovere autocandidature e di convogliare qualche diecina di elettori? Ma non esiste già una istituzione eletta a suffragio universale e con tutte le garanzie di controllo?
Non c’è già, voglio dire, un consiglio municipale, espressione democratica della volontà popolare, rappresentante legittimo degli interessi generali e quindi elemento di raccordo tra gli elettori e il governo dell’Ente locale? Tutti i cittadini e soprattutto tutte le organizzazioni operanti sul territorio hanno il diritto di intervenire nella gestione della cosa pubblica (tramite i gruppi consiliari o i singoli consiglieri, tramite la pressione della stampa, tramite la libertà di manifestare o anche tramite apporti individuali). Quel che appare davvero superfluo, se non per lanciare folate di fumo demagogico, è questa invenzione dei “portavoce” del bilancio partecipativo eletti in base a una discutibilissima votazione, utile solo per dare una impressione di coinvolgimento popolare, attraverso la creazione di una falsa istituzione che, ovviamente, in pratica non conta niente.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 1 – Febbraio 2004

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