Note sul Bilancio Partecipato

Tra rischi e opportunità
Note sul Bilancio Partecipato

di Andrea FANNINI

Il bilancio partecipato è uno dei punti qualificanti del programma della maggioranza di questo Municipio e il comune di ROMA.Si basa su un presupposto semplice:la promozione e la valorizzazione della cittadinanza attiva e il suo potere di decisine rispetto ad una quota parte del bilancio municipale. Insomma, il futuro della città si decide in primo luogo …..

Tra rischi e opportunità
Note sul Bilancio Partecipato

di Andrea FANNINI

Il bilancio partecipato è uno dei punti qualificanti del programma della maggioranza di questo Municipio e il comune di ROMA.Si basa su un presupposto semplice:la promozione e la valorizzazione della cittadinanza attiva e il suo potere di decisine rispetto ad una quota parte del bilancio municipale. Insomma, il futuro della città si decide in primo luogo con chi ci abita. In linea teorica stravolge un’impostazione, prevalsa in questi ultimi decenni, che vede la politica e Io spazio pubblico restringersi a poche élite professionisti e a tenere distarti dall’impegno civile e sociale la maggioranza dei cittadini.
Si tratta di un modello di democrazia che può ridurre in futuro la distanza tra chi amministra echi è amministrato, portare al coinvolgimento di migliaia di persone nei territorio a discutere, elaborare proposte, progetti selezionare interventi. Quante volte, intatti, molte scelte sono state fatte e continuano ad essere prese senza tenere in minima considerazione esigenze, aspettative, bisogni di chi abita nelle nostre città e segna uno spazio urbano più a misura d’uomo?
E’ un percorso quindi da prendete seriamente in considerazione che, per essere realmente credibile, deve basarsi su due presupposti essenziali: la trasparenza, e quindi regolo certe perchi è chiamato a partecipare: il consolidamento e la socializzazione di questa pratica, che può nascere solo dal lavoro e dall’esperienza acquisite in periodi di tempo non brevi, per permettere autenticamente a questo percorso dì nascere svilupparsi dal basso, dì essere orizzontale, democratico, non pilotato dall’alto. Da mese di maggio a quello dì luglio è parti o il bilancio partecipato nel nostro Municipio. Un fatto positivo, ma anche con alcuni rischi ed ombre. Avremmo preferito un percorso differente.
Avremmo preferito che il regolamento sul bilancio partecipato fosse approvato dal Consiglio Municipale – l’organo che rappresenta più di ogni, i altro i cittadini dei nostri quartieri – per coinvolgere tutte le forze politiche ad un confronto su finalità, risorse messe a disposizione, procedure di coinvolgimento dei cittadini.
Avremmo preferito che i delegati delle assemblee delle aree individuate (in tutto sono state individuati 8 quartieri che compongono il Municipio. Garbatella e uno di questi), chiamati a farsi portavoce delle istanze che provengono dal basso e a sintetizzare queste proposte nell’assemblea dei delegati del Municipio, fossero scelti dopo una discussione di merito e di contenuto e non prima. Personalmente sono andato a votare all’assemblea di Garbatella una persona che conosco da molti anni.
L’ho votata per amicizia, ma non so assolutamente quali idee abbia sulle politiche territoriali. Ho partecipato a quell’assemblea esprimendo un voto.senza che ci fosse alcuna discussione né prima né dopo. In tutto hanno “partecipato” circa una novantina dì persone, che si sono limitate a votare i candidati che si sono presentati e che già sapevano, prima dell’assemblea, quali candidati votare Novanta persone su un quartiere che conta circa 25.000 abitanti. Ho espresso quel voto peraltro non in maniera segreta. Sono state elette persone che hanno raccolto anche 4 o 5 voti. Cosa, chi rappresentano?
Di quali interessi, di quali progetti sono portatori? Non si sa ancora quante risorse verranno messe a disposizione, quali capitoli di bilancio saranno interessati, manca informazione e formazione. Il tutto avviene in un quadro politico complessivo che ha visto la destra al governo nazionale tagliare drasticamente risorse pubbliche per gli enti locali. La questione del bilancio partecipato investe un nodo fondamentale: il rapporto fra democrazia rappresentativa e democrazia partecipata.
La democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta e per quanto abbia assunto forme di degenerazione che tutti noi conosciamo, si basa però su regole certe, definite e semplici. Con il mio voto scelgo chi mi rappresenta (un partito, una coalizione, un Presidente di Municipio nel nostro caso), do la mia preferenza ad un programma e ad un progetto di governo: finito il mandato, ho tutti gli strumenti per decidere se confermare o cambiare il mio voto. È del tutto evidente che oggi tutto questo non è sufficiente. E’ importante socializzare informazioni, coinvolgere e concertare con cittadini, associazioni, comitati di quartiere, sindacati, il ricco tessuto della società civile dei nostri quartieri, scelte, decisioni, impegni che tutti noi viviamo sulla nostra pelle.
Per questo è importante il bilancio partecipato (ma non solo questo strumento). Ma servono regole certe, serve trasparenza, serve molta pazienza, serve monitorare e controllare come questo processo si sviluppa e si consolida. Nessuna fuga in avanti ne alcun tentativo di ridimensionare l’importanza di questo processo. Che sia stato avviato è un fatto per noi fondamentale, che questo Municipio sia stato il primo a Roma ad avviarlo ancora di più. Ma proprio per i motivi esposti in precedenza, proprio perché poi alla fine quello che è in gioco sono risorse pubbliche, proprio perché si vanno a toccare settori importanti della nostra vita quotidiana, proprio perché il modello della democrazia partecipata non è semplice da costruire e il percorso avviato non può non essere sperimentale, era importante esplicitare da subito che le proposte che arriveranno da queste assemblee non potranno assumere per il momento carattere vincolante. È una questione di rispetto e di democrazia.
Di rispetto innanzitutto per le centinaia di persone che comunque hanno preso parte a queste assemblee per non generare aspettative che non siamo ancora in grado di realizzare (per mancanza di strumenti di risorse di regole certe)per le decine di migliaia di cittadini che sono tagliati fuori da questo percorso (e non solo perché non vogliono o non hanno voluto partecipare). Di rispetto per chi, male o bene, rappresenta gli elettori che hanno votato e scelto i propri amministratori. E di democrazia, perché tutti noi crediamo e speriamo in un modello che porti il maggior numero di persone a contare di più e a stimolare chi ci rappresenta.
Il bilancio partecipato può aiutare molto questo ragionamento,ma è appena iniziato: attraverso l’esperienza, regole definite e un percorso che può e deve migliorare nel tempo, può diventare patrimonio condiviso di tantissimi cittadini nel nostro territorio e costituire un laboratorio permanente di idee, di progetti, di stimolo verso le istituzioni.

 

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 0 – Luglio 2003

 

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