Sulla scuola solo cortine di fumo

Facciamo il punto sulla Riforma Gelmini

Sulla scuola solo cortine di fumo

L’elementare Alonzi andrebbe ristrutturata: ci sono i fondi ma il Comune li ha bloccati

di Andrea Pioppi insegnante elementare

Ache punto è la cosiddetta “Riforma Gelmini”?
In che direzione vanno le modifiche al decreto per l’Università? Che succederà a decine di migliaia di docenti e non docenti? E gli studenti di ogni ordine e grado, che tipo di scuola frequenteranno a partire dal settembre prossimo? Insomma, che fine farà la scuola pubblica?
Non è semplice dare una risposta. Di fronte ad un movimento degli studenti, dei genitori e degli insegnanti che si è dimostrato più consistente di quanto si aspettasse, anche questa volta il governo ha messo in atto la ben collaudata strategia che mette in pratica ogni qual volta si trova in difficoltà: confondere le acque, dichiarare e subito dopo smentire, insomma sollevare una densa cortina di fumo per nascondere non tanto l’arrosto quanto la sua mancanza. …..

Facciamo il punto sulla Riforma Gelmini

Sulla scuola solo cortine di fumo

L’elementare Alonzi andrebbe ristrutturata: ci sono i fondi ma il Comune li ha bloccati

di Andrea Pioppi insegnante elementare

Ache punto è la cosiddetta “Riforma Gelmini”?
In che direzione vanno le modifiche al decreto per l’Università? Che succederà a decine di migliaia di docenti e non docenti? E gli studenti di ogni ordine e grado, che tipo di scuola frequenteranno a partire dal settembre prossimo? Insomma, che fine farà la scuola pubblica?
Non è semplice dare una risposta. Di fronte ad un movimento degli studenti, dei genitori e degli insegnanti che si è dimostrato più consistente di quanto si aspettasse, anche questa volta il governo ha messo in atto la ben collaudata strategia che mette in pratica ogni qual volta si trova in difficoltà: confondere le acque, dichiarare e subito dopo smentire, insomma sollevare una densa cortina di fumo per nascondere non tanto l’arrosto quanto la sua mancanza.
Eppure qualche risultato il Movimento sembra averlo ottenuto …

A settembre il ministro Tremonti l’aveva detto chiaro e tondo, una scuola di qualità non ce la possiamo permettere, c’è la crisi economica e ci sono altre priorità: otto miliardi di tagli in Finanziaria. Contemporaneamente il governo dice: non date retta agli allarmisti, vogliamo migliorare, abbattere gli sprechi, valorizzare il merito, ripristinare il voto di condotta, il grembiulino, il maestro unico per tornare al bel tempo che fu “…quando la scuola era una cosa seria.” Ma mezza Italia è scesa in piazza lo stesso e l’indice di gradimento è sceso: bisogna correre ai ripari!
Nel decreto si legge che “…le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali… tenendo comunque conto delle esigenze… di una più ampia articolazione del tempo-scuola” ma il ministro Gelmini si affretta a precisare che il tempo pieno non sarà toccato e che solo le classi a modulo saranno oggetto dei cambiamenti.
Intanto nello schema di piano programmatico per la scuola si può leggere che “Nella scuola dell’infanzia l’orario… si svolge anche solamente nella fascia antimeridiana, impiegando una sola unità di personale docente per sezione e riorganizzando il più possibile… le sezioni di una medesima scuola sulla base di tali opzioni”.
Che “Nella scuola primaria va privilegiata… l’attivazione di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali… Resta comunque aperta la possibilità di una più ampia articolazione del tempo scuola, tenuto conto della domanda delle famiglie e della dotazione organica assegnata alle scuole…”. E che “L’insegnamento della lingua inglese è affidato ad un insegnante di classe opportunamente specializzato”.
Nello stesso documento la riduzione del personale della scuola prevista nel triennio è di 87.341 insegnanti e 44.500 ATA. Si calcola che, per arrivare a questa cifra, sarà elevato il numero degli alunni per classe e che nella sola scuola primaria la determinazione dell’organico in base all’orario obbligatorio di 24 ore settimanali porterà alla riduzione di 17.000 insegnanti mentre l’eliminazione degli specialisti di lingua inglese farà risparmiare altre 11.200 unità, però il Ministro Gelmini accusa il movimento di disinformazione e assicura che tutto viene fatto per garantire una scuola migliore alle nuove generazioni.
Il movimento di protesta cresce e coinvolge anche la scuola dell’infanzia e la secondaria e soprattutto l’Università. Il Parlamento si affretta ad approvare il cosiddetto “Decreto Gelmini” senza alcuna modifica.
Insorgono le Regioni ed i Comuni affermando che non si può applicare il ridimensionamento delle scuole previsto ed effettuare accorpamenti ed eliminazione dei piccoli plessi nei tempi previsti ed ottengono il rinvio di un anno. Sono meno soldi che entrano, ma che importa? Il risparmio sarà concentrato sulle altre voci previste!
Il Parlamento approva la proposta della Lega Nord sulle classi ponte: classi speciali per gli stranieri che non conoscono la lingua, gli usi e i costumi degli italiani: per agevolarli è necessario separarli dagli italiani naturalmente! Il Ministro Gelmini dice no! Berlusconi dice si! Il Ministro Gelmini dice si: è nel loro interesse.
Tutti gli altri si oppongono.
Le classi ponte si faranno? Boh?! Ed ecco le ultime notizie: la VII Commissione parlamentare (Istruzione) approva il Decreto Gelmini a condizione che nelle scuole dell’infanzia sia garantito il tempo di 40 ore con due insegnanti per classe, che nella scuola primaria le classi di 24 ore settimanali con un unico maestro “…sia effettuata sulla base di specifiche richieste delle famiglie…” e sia garantito l’insegnamento specialistico dell’inglese, che il tempo scuola sia stabilito “… in ragione della domanda delle famiglie e pertanto siano garantiti differenti articolazioni dell’orario scolastico a 24, 27, 30 e 40 ore…” e “…per le classi a tempo pieno siano assegnati due docenti per classe”.
Tutto questo, naturalmente, nel rispetto dei vincoli di spesa previsti dalla Legge Finanziaria. Cioè, le riduzioni di orario, l’abolizione degli insegnanti specialisti, insomma le misure introdotte per tagliare la spesa non devono essere adottate, ma le spese devono essere tagliate lo stesso. Il Parlamento, naturalmente, non si pone problemi ed approva.
Sembrerebbe una grossa vittoria del Movimento: niente maestro unico (a meno che le famiglie non lo chiedano) il tempo pieno e i moduli sono salvi, anche l’Università ha avuto alcune modifiche… ma attenzione ad abbassare la guardia, conoscete il gioco delle tre carte?
Va giù il soffitto di una scuola a Torino, muore un ragazzo, si scopre per l’ennesima volta che le scuole italiane non solo non rispettano le norme di sicurezza previste dalla Legge 626 ma a volte crollano: Berlusconi dichiara “E’ stata una fatalità!”, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bertolaso afferma “Non si tratta di fatalità, una scuola su due è a rischio ma non ci sono i soldi!”, il Ministro Gelmini sottolinea “La sicurezza nelle scuole è una priorità” e nel frattempo riduce i fondi previsti per la sicurezza.
Dicono tutto e il contrario di tutto, salvano (a parole) capra e cavoli (ma in realtà li hanno già mangiati tutti e due), insomma “fanno ammuina”, tanto l’importante è far vedere, e che la televisione ne parli. Ma non ci si capisce niente? Meglio! Speriamo che siano le voci dei genitori, degli studenti, degli insegnanti, dei lavoratori delle scuole e delle Università di tutta Italia a provocare uno spostamento d’aria così potente da spazzare via la spessa cortina fumogena mostrando finalmente il Re così com’è: nudo! A proposito di sicurezza: la Scuola elementare Alonzi è in condizioni tali che andrebbe chiusa.
Insegnanti ed alunni la frequentano a loro rischio e pericolo. I soldi per la sua completa ristrutturazione sono stati stanziati da molto tempo ma sono stati bloccati a tempo indeterminato dopo il cambio di amministrazione.
La sicurezza? E’ una priorità!

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 5 -Dicembre 2008

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