Dalle scuole della Garbatella la protesta contro il decreto
Una falsa riforma che tende soprattutto a “far cassa” umiliando l’insegnamento pubblico. Il diktat del decreto legge
di Andrea Pioppi, insegnante elementare
Quest’anno scolastico non è cominciato come al solito, a Garbatella come in tutta Italia. Il “merito” è del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, ha diffuso il testo del Decreto Legge n. 137. Fatto passare come un ritorno ai valori di un tempo (grembiule, condotta, figura paterna/materna dell’insegnante), in realtà il decreto oltre a dare il via a 150mila esuberi tra personale docente e non docente, cambierà profondamente (in peggio) la scuola italiana. …..
Dalle scuole della Garbatella la protesta contro il decreto
Una falsa riforma che tende soprattutto a “far cassa” umiliando l’insegnamento pubblico. Il diktat del decreto legge
di Andrea Pioppi, insegnante elementare
Quest’anno scolastico non è cominciato come al solito, a Garbatella come in tutta Italia. Il “merito” è del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, ha diffuso il testo del Decreto Legge n. 137. Fatto passare come un ritorno ai valori di un tempo (grembiule, condotta, figura paterna/materna dell’insegnante), in realtà il decreto oltre a dare il via a 150mila esuberi tra personale docente e non docente, cambierà profondamente (in peggio) la scuola italiana.
Come? Da noi se ne è discusso tra insegnanti e genitori davanti ai tavolini allestiti per la raccolta di firme davanti alla Cesare Battisti e all’Aurelio Alonzi.
Qualcuno è già al corrente della situazione ma la maggior parte dei genitori, incuriositi e preoccupati, si fermano a parlare chiedendo chiarimenti agli insegnanti. Pochissimi quelli che si mostrano infastiditi e tirano via facendo finta di niente. In meno di tre giorni vengono raccolte circa 700 firme: un segno di grande interesse considerando che il numero degli alunni nei due plessi supera di poco i 600!
Se ne è parlato anche alla Villetta in un’assemblea pubblica che ha visto per la prima volta la partecipazione di insegnanti e genitori provenienti da tutte le scuole della zona: Battisti, Alonzi, Tempesta, Malaspina, Leonardo da Vinci e Principe di Piemonte. Quello che è emerso dalle discussioni è stata soprattutto l’esigenza di mobilitarsi e di rendere visibile la protesta costringendo anche le organizzazioni di categoria a prendere posizione e a muoversi, ma soprattutto l’esigenza di informare, di supplire alla mancanza di notizie chiare e corrette da parte dei mass media che hanno puntato soprattutto sugli aspetti più superficiali del decreto sorvolando sulla vera natura di questi provvedimenti. Per questo ovunque sono nate iniziative spontanee promosse dagli insegnanti e genitori, dalle occupazioni simboliche delle scuole alle “fiocco-late” e alle notti bianche. Anche le scuole dell’XI Municipio sono scese in piazza: nel pomeriggio del 10 ottobre dei minicortei, formati da insegnanti, genitori ed alunni provenienti da San Paolo, dalla Montagnola e dalla Garbatella si sono diretti verso Piazza Damiano Sauli dove, davanti alla Cesare Battisti hanno dato vita ad una vivace ed affollata assemblea pubblica nel tentativo di coinvolgere tutti i cittadini nella lotta per la difesa della scuola pubblica.
Tutti gli interventi che si sono succeduti, tra i quali quello del Presidente del Municipio, insieme ai numerosi striscioni e cartelli esplicativi hanno cercato di rendere chiaro a tutti qual è il piano del ministero: un piano triennale che prevede 8.000 miliardi in meno alla scuola. Non ci possiamo permettere, ha detto il Ministro Tremonti, una scuola di qualità! 42.000 non docenti e 100.000 insegnanti in meno di cui 87.000 solo nella Scuola Elementare.
Ciò porterà all’innalzamento del numero di alunni per classe fino a 29/30, alla riduzione generalizzata del tempo scuola e all’introduzione del “maestro unico” con la progressiva scomparsa sia delle classi modulari che del tempo pieno che sarà sostituito da un “doposcuola” realizzato utilizzando gli insegnanti di ruolo in esubero (finchè ce ne saranno) e alla totale eliminazione degli insegnanti specialisti di lingua straniera.
Bisogna puntare alla “essenzializzazione” delle conoscenze, ha detto il Ministro Gelmini, ma non finisce qui: non sarà solo la Scuola Elementare ad essere colpita. La riduzione del tempo scuola e del numero dei docenti riguarderà tutti i gradi dell’istruzione dalla materna all’università. Inoltre nella proposta di Legge n.953 presentata in parlamento dall’on.Aprea è prevista la completa equiparazione della scuola privata alla scuola pubblica o, per meglio dire, la privatizzazione di fatto di quest’ultima.
Dove ci porta tutto questo se non alla fine della scuola come diritto inalienabile ed uguale per tutti come previsto dalla Costituzione per sostituirla con un’idea di scuola soggetta alle leggi di mercato dove solo chi può permetterselo avrà un’istruzione adeguata, dove saranno penalizzati maggiormente i più deboli (gli alunni con difficoltà di inserimento e di apprendimento, i meno abbienti, gli abitanti delle regioni del centro-sud, gli immigrati, come chiarisce la mozione della Lega Nord approvata in parlamento che per loro vorrebbe classi speciali).
Si parla di livelli minimi di competenze senza fornire gli strumenti necessari per mettere tutti in condizione di raggiungerli: è più semplice bocciare senza nemmeno porsi il problema di comprendere le implicazioni e la delicatezza delle questioni in gioco. Proprio come andare al mercato, con la differenza che qui non si tratta di frutta o patate ma di scuola e bambini. Hai i soldi?
Compri la scuola privata migliore (pagata in parte con i risparmi fatti sulla scuola pubblica)! Non li hai?
Ti prendi quel che rimane, la seconda o la terza scelta. La stessa cosa succederà con i bambini (i nostri figli, i nostri alunni). Si accoglieranno e si manderanno avanti solo i migliori, quelli che non hanno problemi, che hanno una famiglia che può supportarli alle spalle.
Gli altri diventeranno solo tara, merce improduttiva, gente che prima esce dal mondo della scuola meglio è, tanto che se ne fanno della cultura?
Di questo e di altro ancora si è parlato in questo inizio di anno scolastico davanti alle scuole del nostro quartiere. Difendere i diritti acquisiti non significa dire che tutto va bene così com’è. Per questo è necessario che tutti i cittadini discutano ed agiscano concretamente, per diventare nuovamente protagonisti del proprio futuro e per assicurarne uno ai propri figli.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 5 -Novembre 2008





