Quegli arresti all’Osteria delle Tre Rose all’Ostiense

Marzo 1932: tredici operai, tra cui alcuni comunisti, cadono nella rete dell’Ovra.
Tra loro c’è Spartaco Proietti, abitava al Terzo Albergo della Garbatella

Quegli arresti all’Osteria delle Tre Rose all’Ostiense

di Gianni Rivolta

La scheda segnaletica di Spartaco Proietti presso gli archivi di polizia, redatta il 25 Aprile 1932 In una fresca serata di marzo del 1932, all’Osteria delle Tre Rose, in Via Ostiense 129, vengono arrestati tredici giovani operai, tra i quali alcuni attivisti comunisti della zona industriale tra il Gazometro e il vecchio Mattatoio. Sono tutti sotto i trent’anni: il più giovane, Mario Recchi, ne ha appena 18, mentre il più anziano, Spartaco Proietti, non ne ha ancora compiuti 27. Abitano tra Testaccio, Ostiense e Garbatella. Molti sono operai delle Officine del gas di San Paolo, altri sono scalpellini, falegnami, muratori.
Sono le 21 e l’aria frizzante annuncia la primavera. L’Osteria delle Tre Rose è vicina al ponticello, …..

Marzo 1932: tredici operai, tra cui alcuni comunisti, cadono nella rete dell’Ovra.
Tra loro c’è Spartaco Proietti, abitava al Terzo Albergo della Garbatella

Quegli arresti all’Osteria delle Tre Rose all’Ostiense

di Gianni Rivolta

La scheda segnaletica di Spartaco Proietti presso gli archivi di polizia, redatta il 25 Aprile 1932 In una fresca serata di marzo del 1932, all’Osteria delle Tre Rose, in Via Ostiense 129, vengono arrestati tredici giovani operai, tra i quali alcuni attivisti comunisti della zona industriale tra il Gazometro e il vecchio Mattatoio. Sono tutti sotto i trent’anni: il più giovane, Mario Recchi, ne ha appena 18, mentre il più anziano, Spartaco Proietti, non ne ha ancora compiuti 27. Abitano tra Testaccio, Ostiense e Garbatella. Molti sono operai delle Officine del gas di San Paolo, altri sono scalpellini, falegnami, muratori.Spartaco Proietti
Sono le 21 e l’aria frizzante annuncia la primavera. L’Osteria delle Tre Rose è vicina al ponticello, proprio nel punto in cui la Via Laurentina non è che una stradina in salita a sinistra dell’Ostiense. Un gruppo di giovani, dopo una giornata di lavoro ai forni del gas e sui cantieri, festeggia la partenza per la naia di alcuni di loro. Sono in tutto tredici. Il vino dei Castelli è già stato servito e tra il vociare si riempiono i bicchieri. Ad un tratto il silenzio. Le voci si strozzano in gola. Irrompono i poliziotti con le armi in pugno. La festa è finita, parlano le rivoltelle. I “sovversivi” vengono arrestati, caricasti sui furgoni e portati in questura. Non si è mai saputo da chi fosse partita la spiata. Alcuni di loro, noti comunisti di Garbatella e Testaccio, erano da tempo sotto stretta sorveglianza dell’Ovra, la polizia del regime, specializzata nella repressione degli antifascisti. Chi sono gli arrestati delle Tre Rose? I personaggi di spicco sono tre: Ariosto Gabrielli, Spartaco Proietti e Alfredo Di Giovampaolo.
Il primo, Gabrielli, è un muratore di 25 anni, abita in Via Luca della Robbia 36 a Testaccio. Ex responsabile dei giovani comunisti del quartiere, ha già conosciuto il confino politico. E’ nato a Roma il 29 ottobre 1907. Nel ’25 viene fermato perché sorpreso a distribuire manifestini contro il regime. Nel gennaio 1927 subisce il primo arresto al Gianicolo, mentre teneva una riunione segreta con altri otto compagni. Non appena ritorna da Lipari, dove era stato internato nel 1928 per scontare tre anni, riprende a svolgere intensamente propaganda comunista negli ambienti operai. Alla polizia risulta incontrarsi, nell’Osteria di Via Roma Libera 18, in Trastevere, con altri antifascisti: vengono citati Daniele Bellanti, Armando Cesaroni e Aldo Conti. E’ segnalato come il maggior diffusore dell’Unità clandestina e di Avanguardia nel quartiere e nelle fabbriche. Dopo l’arresto alle Tre Rose viene rimandato al confino di polizia per cinque anni nell’isola di Ponza, che raggiungerà il 20 maggio del 1932. Ma Gabrielli tornerà a Roma nel maggio 1942 e l’anno dopo verrà richiamato alle armi. Dovrà attendere, come migliaia di soldati, l’8 settembre per far ritorno a casa.
Spartaco Proietti era nato a Roma il 25 dicembre 1905. Era verniciatore di automobili e abitava al Terzo Albergo suburbano della Garbatella, il Lotto 43, lo stesso in cui abitava, con moglie e sei figli, un altro antifascista, Enrico Mancini, martire alle Ardeatine. Prima dell’arresto nel marzo 1932 Proietti era già stato segnalato come elemento pericoloso per il regime. Nel febbraio del 1925 nella sua casa, nel corso di una perquisizione, erano stati trovati manifestini “sovversivi”, dei quali non volle rivelare la provenienza. Con l’arresto alle Tre Rose, a Spartaco la Commissione provinciale comminerà due anni di confino da scontare nella colonia di Ponza. Ma per una sopraggiunta amnistia il provvedimento verrà commutato in ammonizione. La sua vita però verrà segnata da quell’arresto, tanto che l’anno successivo si vedrà costretto a scrivere al direttore generale della Pubblica sicurezza Arturo Bocchini per chiedergli di far rallentare la vigilanza nei suoi confronti. Spartaco infatti non riesce più a lavorare stabilmente: ogni volta il padrone di turno per cui lavora, a causa delle frequenti visite dei poliziotti in officina, lo licenzia per non avere noie. Ma la sua militanza non verrà meno. Spartaco Proietti rimane una delle figure luminose dei comunisti della Garbatella, non abbastanza ricordate. Durante la Resistenza militò nella VII Zona dei Gap romani. Morì tragicamente su un traliccio dell’alta tensione per issare una bandiera rossa, il 6 novembre 1943, alla vigilia dell’anniversario della Rivoluzione russa. Dopo la Liberazione gli venne intitolata la palestra di pugilato più famosa del quartiere, nel seminterrato del Terzo Albergo, dove aveva abitato. In quei locali ha trovato posto, ormai da anni, la sede della Cgil di zona.
Alfredo Di Giovampaolo, 25 anni, operaio alle Officine del gas, abitava in Via Miani, tra l’Ostiense e San Saba. La polizia lo teneva già sotto controllo perché svolgeva propaganda antifascista. Dopo l’arresto alle Tre Rose verrà condannato a tre anni di confino a Ponza, commutati in due anni di ammonizione per amnistia e alla fine prosciolto sempre per amnistia alla fine del 1932. Cinque anni dopo finirà nuovamente nella rete dell’Ovra e il Tribunale speciale lo condannerà a due anni, scontati nel carcere di Civitavecchia. Per la sua famiglia sono anni di miseria.
La polizia non ha dubbi: i tre stavano cercando di rimettere in piedi il partito comunista nei quartieri San Paolo, Ostiense e Testaccio. Gli altri fermati di quella sera, a parte Ruggero Fabbri e Nello Righi di dichiarata fede antifascista, erano solo dei giovani simpatizzanti. I loro nomi: Spartaco Meloni, Alberto Forestieri, Mario Recchi, Lorenzo Corrieri, Secondo Pasquali, Fausto Monaco, Vittorio Pucci, Fulvio D’Amico.
Gabrielli, Proietti e Di Giovampaolo rappresentavano un pericolo da stroncare: si avvicina il decennale della Rivoluzione fascista e alla stazione Ostiense sarebbero giunti molti capi di stato stranieri. Era tempo di fare pulizia.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 2 – Aprile 2005

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