La verità sulla tragica fine di Spartaco Proietti

L’ex confinato comunista della Garbatella morì nel 1945 per una scarica elettrica

La verità sulla tragica fine di Spartaco Proietti

di Giovanni Rivolta

Fu una scarica elettrica a stroncare la vita di Spartaco Proietti, il comunista della Garbatella, ex confinato e perseguitato politico, ma le circostanze che causarono la sua morte sono ben diverse da quelle tramandate oralmente nel quartiere e poi raccontate sul libro “I Ribelli”, pubblicato dall’Associazione Cara Garbatella qualche mese fa.  …..

L’ex confinato comunista della Garbatella morì nel 1945 per una scarica elettrica

La verità sulla tragica fine di Spartaco Proietti

di Giovanni Rivolta

Fu una scarica elettrica a stroncare la vita di Spartaco Proietti, il comunista della Garbatella, ex confinato e perseguitato politico, ma le circostanze che causarono la sua morte sono ben diverse da quelle tramandate oralmente nel quartiere e poi raccontate sul libro “I Ribelli”, pubblicato dall’Associazione Cara Garbatella qualche mese fa.
La verità sulla tragedia che lo colpì è emersa scorrendo le pagine dell’ “Unità” del giugno 1945. “Spartaco, a cui dopo la morte fu intitolata la più importante palestra di pugilato del quartiere, ora sede della Cgil – precisa il giornalista Claudio D’Aguanno dopo aver consultato l’organo del Pci dell’epoca – non fu fulminato nella notte tra il 6 e il 7 novembre del 1943 nel tentativo di issare una bandiera rossa su un traliccio della rete elettrica cittadina, ma cadde il 12 o il 13 giugno del 1945 nel tentativo di isolare un corto circuito che si era creato nella rete dell’illuminazione pubblica vicino a casa sua”.

I fatti sono minuziosamente raccontati dalle pagine del giornale il 14, 15 e 16 giugno sulla cronaca di Roma. L’ex confinato stava rincasando verso le 23 su Via Stanislao Carcereri a pochi passi dalla sua casa al Terzo Albergo in Via Percoto, dove abitava da anni con la mamma, la moglie e una figlia di cinque anni. Si era accorto che i fili elettrici dell’impianto stradale stavano bruciando a causa di un corto circuito. Per evitare ulteriori danni o incidenti alle persone si arrampicò sul palo nel tentativo di tagliare i fili. Ma una violenta scarica lo investì in pieno abbattendolo a terra. Fu immediatamente soccorso da alcuni passanti che cercarono di rianimarlo. 
Trasportato a un ospedale  di Monteverde ( probabilmente il Forlanini) lo raggiunse in fin di vita. La tragica morte del compagno Proietti suscitò una grande commozione nella popolazione della Garbatella. La salma fu posta nella sede del Partito comunista, alla Villetta, dove centinaia di cittadini, compagni e lavoratori sfilarono deponendo mazzi di fiori in suo onore. La domenica la bara fu trasportata a braccia dalla sezione nella chiesetta di Sant’ Eurosia, intorno alla quale erano presenti più di duemila persone, tra le quali le rappresentanze del Partito d’Azione, dei socialisti e dei repubblicani del quartiere e una rappresentanza della sezione Gianicolense del Pci. 
Alla fine della funzione funebre Spartaco Proietti fu commemorato in Piazza Bartolomeo Romano da un compagno Viola della federazione comunista di Roma.
Così finì tragicamente la vita Spartaco Proietti, uno dei primi comunisti della Garbatella, già arrestato nel marzo del 1932 all’osteria delle Tre Rose al Ponticello sull’Ostiense, mentre con Alfredo Di Giovampaolo, operaio del Gas, e Ariosto Gabrielli, comunista di Testaccio, stava ricostruendo una cellula clandestina tra i giovani operai del Gas, gli scalpellini e i falegnami della zona.
Ex confinato e perseguitato dalla polizia politica, Proietti, verniciatore d’automobili abitante al Terzo Albergo, non perse mai la fede e la combattività, anche negli anni più duri della dittatura fascista. Lo ritroveremo nelle file dell’organizzazione militare del Pci durante la resistenza romana. Spartaco, eroico operaio comunista, fu commemorato con tutti gli onori concessi ai partigiani.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 4 – Luglio 2007

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