Giovani e vecchi comunisti della “Villetta”
Disciolta la struttura politicomilitare della Settima zona del Pci, i comunisti si trovarono a gestire la nuova situazione politica nelle sezioni territoriali.
Alla Garbatella, per la peculiare struttura del quartiere e la storia dei suoi abitanti, il partito era attraversato da un intenso attivismo e già nelle prime settimane si organizzò in cellule di strada. I compagni che dirigevano la nuova fase erano quelli usciti dalla lotta di Liberazione, quasi tutti di origine popolare, …..
Giovani e vecchi comunisti della “Villetta”
Disciolta la struttura politicomilitare della Settima zona del Pci, i comunisti si trovarono a gestire la nuova situazione politica nelle sezioni territoriali.
Alla Garbatella, per la peculiare struttura del quartiere e la storia dei suoi abitanti, il partito era attraversato da un intenso attivismo e già nelle prime settimane si organizzò in cellule di strada. I compagni che dirigevano la nuova fase erano quelli usciti dalla lotta di Liberazione, quasi tutti di origine popolare, diversamente da ciò che avvenne nel gruppo dirigente romano, dove i giovani intellettuali si innestarono proficuamente, pur con qualche difficoltà iniziale, nel vecchio ceppo operaio.
Gli elementi più in vista erano i “giovani” patrioti, forgiati durante i nove mesi dell’occupazione tedesca e i vecchi comunisti, gli ex confinati, che ebbero un ruolo nella rete clandestina degli anni Trenta. Tra i comunisti della prima ora sicuramente c’erano le facce delle foto segnaletiche note alla polizia politica, pluridenunciati e condannati al confino dal Tribunale speciale come Spartaco Proietti del III Albergo, Maceo Moretti che abitava a Via Magnaghi e Pippo De Cupiis di Tormarancia; tra i “giovani gappisti” Libero Natalini, Peppe e Orlando Lombardi, Mario ed Alberto Polimanti, Silvio Coltellacci, Gastone Mazzoni, Lamberto Cristiani, Enrico ed Armando Bartolucci, Reval Romani, Mario Bernardi e Filippo Veneri.
Qualcuno mancava tragicamente all’appello. Erano i fratelli Giuseppe e Francesco Cinelli, assassinati barbaramente alle Fosse Ardeatine, e Salvatore Petronari, il commissario politico della VII brigata Garibaldi, che era stato fucilato a Forte Bravetta il 20 gennaio del 1944 (dopo l’8 ottobre 1943, giorno del suo arresto, fu rimpiazzato da Valdarchi).
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 6 – Speciale 25 aprile 2009