L’antica “Moletta” sul fiume sacro Almone

L’OMONIMO VICOLO FIN DAI PRIMI ANNI DELL’800 COLLEGAVA L’OSTIENSE CON VIA DELLE SETTE CHIESE ATTRAVERSANDO I COLLI DI SAN PAOLO

di Giorgio GUIDONI

Alla Garbatella c’è una piccola via, in posizione decentrata rispetto ai tradizionali lotti popolari, che ha una rilevanza storica di grande interesse: via della Moletta. Abbiamo ragione di pensare che la zona, quella che diventerà l’odierna Garbatella,in passato era molto probabilmente individuata proprio con questo toponimo: vediamo perché. Attualmente è una traversa che congiunge via Gerolamo Benzoni con piazza Giovanni da Verrazzano, situata nella parte nord del quartiere, a qualche centinaia di metri dal complesso di Eataly. Ma nei primi decenni dell’Ottocento, la strada registrata nella toponomastica dell’epoca come vicolo della Moletta (figura 1) deviava da via Ostiense e si congiungeva con via delle Sette Chiese, l’importante collegamento tra la Basilica di San Paolo e quella di San Sebastiano sull’Appia Antica.

A quei tempi la zona era aperta campagna, con dolci colline e diffuse coltivazioni di vigneti e orti per tutta l’area. E dove oggi si trova l’incrocio tra la via Ostiense e la Circonvallazione omonima ( ponte Settimia Spizzichino), dal lato ex Mercati Generali, si collocava allora l’antica Moletta. Questa, così denominata anche sul registro catastale, era di proprietà del Principe Camillo Borghese(1), ed era l’ultima di una decina di mole e di valche, alimentate dalle acque del fiume Almone, anche detto marrana dell’Acquataccia. (figura 2, figura 3). Le mole erano usate per la macinatura del grano, mentre le valche erano usate per il lavaggio dei tessuti e della lana. Ma da quanto tempo esisteva questo piccolo impianto di molitura? La testimonianza più antica che siamo riusciti a rintracciare risale al 1469, nella mappa di Pietro del Massaio (figura 4), in cui è chiaramente visibile la costruzione sopra il fiume sacro ai romani con alla destra un ponticello; sullo sfondo c’è la Basilica di San Paolo, sulla sinistra si nota la rupe su cui si trova oggi la scuola Principe di Piemonte.

La Moletta continua ad esser l’unica costruzione di rilievo tra la Porta Ostiense, la Piramide e la Basilica, anche sulla cartina realizzata da Giovanni Antonio Dosio nel 1561 (figura 5). Nella legenda della pianta il fiume Almone è segnalato come Acqua Daccia (poi Acquataccia). Alla destra della Moletta si scorge sempre il ponticello allora esistente sopra l’ Ostiense. La strada che porta il suo nome, vicolo della Moletta, risulta ancora sul Catasto Gregoriano del 1818. In seguito, grazie alle informazioni riportate sullo Stato delle Anime (una sorta di censimento) della Basilica di San Paolo, sappiamo che dal 1835, il vicolo della Moletta cede il nome a vicolo della Garbatella (figura 6), e tutta la zona assumerà questo toponimo sino ai giorni nostri. È legittimo pensare che se per più di tre secoli nella zona l’unica costruzione di rilievo tra la Porta Ostiense e la Basilica era questa piccola mola, tanto da dare il nome al vicolo che portava da via Ostiense a via delle Sette Chiese, molto probabilmente la zona a quei tempi era appellata “della Moletta”.

Oggi di questo antico impianto idraulico non ci sono più tracce. Sino ai primi anni Duemila c’erano testimonianze dei resti di una piccola mola di pietra dislocati a fianco della trattoria collocata sotto il ponte Spizzichino, ma oggi non è rimasto nulla di visibile. Tutto ciò che resta è una piccola via che tiene accesa la memoria e la curiosità, con un nome che evoca un passato secolare, quando la zona dell’Agro Ostiense altro non era che aperta campagna, fuori dalle mura dell’Urbe. (1) Don Camillo Filippo Ludovico Borghese, duca di Guastalla, VI principe di Sulmona e VII di Rossano (Roma, 19 luglio 1775 — Firenze, 9 maggio 1832), grazie al suo matrimonio con Paolina Bonaparte, divenne cognato dell’Imperatore Napoleone Bonaparte.

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