Registro delle Unioni civili dopo quello del Testamento biologico

Battaglie di libertà nel nostro Municipio

Registro delle Unioni civili dopo quello del Testamento biologico

Intervista ad Andrea Beccari, assessore alle politiche sociali

A cura di Giancarlo Proietti

Certo, battaglie di libertà. Cara Garbatella non esita a definire queste iniziative del Municipio XI in materia di diritti civili come sacrosante “battaglie di libertà”, battaglie che hanno rappresentato un unicum in Italia e un punto di riferimento per tantissimi comuni e istituzioni locali della Penisola. Dal Registro del Testamento biologico (maggio 2009) alla nuova istituzione del Registro delle Unioni civili. Ne parliamo con Andrea Beccari, assessore alle politiche sociali, al bilancio e al decentramento del Municipio XI.

Battaglie di libertà! Ti sembra appropriata la definizione? …..

Battaglie di libertà nel nostro Municipio

Registro delle Unioni civili dopo quello del Testamento biologico

Intervista ad Andrea Beccari, assessore alle politiche sociali

A cura di Giancarlo Proietti

Certo, battaglie di libertà. Cara Garbatella non esita a definire queste iniziative del Municipio XI in materia di diritti civili come sacrosante “battaglie di libertà”, battaglie che hanno rappresentato un unicum in Italia e un punto di riferimento per tantissimi comuni e istituzioni locali della Penisola. Dal Registro del Testamento biologico (maggio 2009) alla nuova istituzione del Registro delle Unioni civili. Ne parliamo con Andrea Beccari, assessore alle politiche sociali, al bilancio e al decentramento del Municipio XI.

Battaglie di libertà! Ti sembra appropriata la definizione?
Certamente sì. Di questo si è trattato. In questi anni – in sintonia con le associazioni laiche romane più impegnate, ma anche al fianco di tante persone credenti che concepiscono le proprie convinzioni morali come qualcosa che deve essere affidato alla libertà di coscienza e alla scelta soggettiva e non imposto a tutti attraverso leggi dello Stato – il Municipio XI ha condotto una lotta durissima per qualcosa che non dovrebbe essere neanche messo in discussione: il riconoscimento di quel bisogno irriducibile di autodeterminazione sulle scelte relative alla propria sfera personale (si pensi ad ambiti così delicati, intimi, sfumati come il confine tra il nascere, il vivere e il morire…); l’esigenza di tutela del proprio corpo e del proprio percorso esistenziale di fronte alle plateali intromissioni dei grandi apparati ideologici e dei poteri costituiti; la possibilità che, veramente, tutti i cittadini possano essere considerati uguali e sentirsi tutelati di fronte alla legge indipendentemente dai propri orientamenti, siano essi religiosi o affettivi e sessuali. Per me il principio della laicità delle istituzioni non è solo la conditio sine qua non del riconoscimento della pluralità degli orientamenti filosofici e religiosi e dunque della democrazia, ma è anche la cartina al tornasole della autenticità e profondità del senso religioso.

Sì è cominciato dal registro del Testamento biologico…
E’ stata una prima, importantissima tappa. Il Registro è stato istituito nel maggio del 2009. Con l’istituzione del Registro del Testamento biologico abbiamo inteso riconoscere il diritto di ogni cittadino di depositare, presso gli uffici anagrafici del Municipio, la propria volontà di non essere sottoposto ad alcun trattamento sanitario, inclusa l’idratazione e l’alimentazione forzate, in caso di lesione traumatica celebrale irreversibile che lo vedesse costretto a subire trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali. Un modo per rispettare la volontà di persone che mai avrebbero accettato di essere tenuti in vita in simili condizioni e senza alcuna speranza; un modo per evitare lo stillicidio, l’agonia, la sofferenza di tante famiglie, che desiderano soltanto vedere rispettata la volontà e la filosofia di vita del proprio congiunto. Inoltre, con questo
Registro, abbiamo dato al cittadino l’opportunità di lasciare le proprie indicazioni su altre questioni: sulla volontà di avere, al momento della morte, l’assistenza religiosa, sul tipo di funerale (religioso o civile), sulla donazione degli organi, sulla cremazione.

Ma il Registro ha una sua efficacia giuridica?
Sì. Nel caso Englaro i giudici hanno giustamente tenuto conto di tutte le testimonianze che ricostruivano la volontà, le idee, le dichiarazioni espresse da Eluana circa suoi intendimenti qualora si fosse trovata in uno stato vegetativo permanente e irreversibile (in lei questa forte presa di coscienza fu suggerita dal destino analogo occorso ad un suo amico, prima dell’incidente e che la portò a esternare in modo nettissimo i suoi sentimenti). Ora, nel nostro caso avremmo addirittura una dichiarazione firmata abbinata a un fiduciario e depositata presso una istituzione pubblica. Il nostro Registro ha una grandissima valenza giuridica, almeno fino a quando non passerà la legge liberticida sul testamento biologico in discussione in Parlamento, una legge, ispirata da una logica di scambio di favori e di consenso tra potere politico e alte gerarchie vaticane, che mina la libertà di scelta del cittadino. Basti dire che è una legge che non considera vincolante il testamento biologico rispetto alla decisione del medico e che esclude dalla dichiarazione il rifiuto della idratazione e della nutrizione forzate …

E veniamo al Registro delle Unioni civili.
Con l’istituzione del Registro delle Unioni civili abbiamo inteso fare un affondo su di un principio che non dovrebbe destare alcuno stupore, quello secondo cui nessuno ha il diritto di entrare nel merito delle scelte affettive, sentimentali, sessuali del cittadino, e allo stesso tempo, indipendentemente da queste scelte, tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti. Il diritto di contrarre matrimonio o istituto analogo che preveda le medesime tutele giuridiche (quello delle Unioni civili) deve essere garantito a tutti, senza discriminazioni derivanti dall’orientamento sessuale. In Italia, al contrario, si consuma ogni giorno questa discriminazione a causa di un codice civile che ancora oggi non si dimostra allineato con i principi che costituiscono i principi fondamentali della nostra Costituzione. E allora, in questa odiosa situazione di stallo retrivo, noi proponiamo
una fuga in avanti dall’altissimo valore politico-simbolico: in attesa che il Parlamento si degni di rimuovere questa discriminazione, il Municipio XI allestisce un Registro dove iscrivere (cito la delibera) “le forme di convivenza tra due persone, anche dello stesso sesso, legate reciprocamente da vincoli affettivi, economici, di mutua assistenza e di solidarietà, che non accedano volontariamente all’istituto giuridico del matrimonio e/o che siano impossibilitate a contrarlo”.

Quali ulteriori articolazioni nel solco di queste “battaglie di libertà”?
Dopo questi due Registri, considero una battaglia importantissima pervenire finalmente alla individuazione nel Municipio di un luogo decoroso dove consentire la celebrazione del commiato laico. Molti cittadini sono costretti a subire l’umiliazione, in mancanza di alternative, di dover aderire alla scelta del funerale religioso pur in contrasto con gli orientamenti di pensiero del proprio familiare defunto. Penso che sarebbe, inoltre, importante mettere a sistema il fortissimo raccordo stabilito con le associazioni laiche romane attraverso l’istituzione di una Consulta municipale dei diritti. Penso inoltre che il Municipio dovrà fare la sua parte nel promuovere la raccolta di firme per la delibera popolare recentemente depositata per l’istituzione del rRgistro delle unioni civili a livello di Roma Capitale.

Cosa aggiungere in conclusione?
In un clima in cui la politica – collegandosi con i gruppi sociali o le istituzioni private più forti – tende a comprimere la libertà di decisione dei cittadini, noi, con questa esperienza, abbiamo voluto anche additare un modo di pensare diverso, una strada completamente alternativa: una strada in cui le istituzioni, in un certo senso, lavorino contro se stesse: ossia lavorino per determinare una irruzione della libertà di decisione della società; lavorino per favorire l’insorgenza del bisogno di libertà di tutti i cittadini. Questa libertà non riguarda solo la sfera dei diritti civili, delle libertà personali, ma anche quella dei diritti sociali, quella della difesa dello spazio urbano, del territorio, dell’ambiente come beni che appartengono a tutti.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 9 – Luglio 2012

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