Grazie Antonio per tutto il tuo lavoro

Il dottor Bertolini è andato in pensione dopo 40 anni di servizio come medico di famiglia

di Gianni Rivolta

Quarant’anni al servizio del popolo della Garbatella come medico di base.E’ nel lontano 1981, infatti, che il giovane dottor Antonio Bertolini (all’epoca aveva trent’anni), decide di tornare a Roma e aprire lo studio professionale nel lotto sperimentale, il 24 in via Giustino de Jacobis, nel cuore delle case Iacp a due passi dall’oratorio della Chiesoletta di Padre Guido.”Erano tempi diversi- ci tiene a precisare Bertolini, la barba incolta, dietro la sua scrivania- negli anni Ottanta non si diceva volentieri di abitare alla Garbatella, alcune famiglie erano composte anche da 6-7 persone e per le strade c’era sempre la pipinara dei ragazzini che giocavano.

Oggi invece questo quartiere è cambiato. Ha subito un grosso calo demografico, ma ha un grande fascino. Io provenivo dall’esperienza di geriatra, la mia specializzazione, nell’ospedale di Imola e mi trovai catapultato in questo quartiere molto schietto e popolare, dove c’era però un grande rispetto per il medico di fiducia, tanta cordialità e umanità. Sono nato e cresciuto a via delle Fornaci, vicino a San Pietro, in una famiglia di impiegati dello Stato e non ho faticato ad ambientarmi alla Garbatella”. Il 23 maggio scorso il dottor Bertolini è andato in pensione e i suoi pazienti sono rimasti senza quel punto di riferimento importante. Dottore “ massimalista”, non tanto per le sue idee politiche, ma perché così si dice nel gergo medico per chi ha il massimo dei mutuati, 1.500, si è speso per anni in difesa del Servizio sanitario nazionale, in una infaticabile attività di studio e nelle visite domiciliari, in particolare ai malati cronici. “ Io ho sempre fatto le visite a casa in questo quartiere, che si è sviluppato negli anni Trenta e sono sempre stato ricambiato con un grande affetto.

Negli ultimi anni però mi pesava molto l’aspetto burocratico e amministrativo. Continuerò l’attività privata come geriatra a domicilio, ma con una certa calma. Il mercoledì ricevo nel vecchio studio, ma al di fuori del SSN”.Nella sua lunga attività professionale è stato anche un uomo impegnato politicamente a sinistra nelle istituzioni locali.Tre volte consigliere municipale, prima del Pds e poi del Pd durante le amministrazioni di Massimiliano Smeriglio e Andrea Catarci, delegato del Sindaco di Roma Ignazio Marino alla sanità. Nel marzo 2018 “Liberi e Uguali”, la formazione di Pietro Grasso, di cui è medico di fiducia, lo candida nel collegio uninominale 8 di Roma alla Camera dei Deputati. “Ho accettato la candidatura consapevole che era una sfida impossibile, dichiara Bertolini, l’ho fatto perché “Liberi e Uguali” era un tentativo di unire vari mondi a sinistra, è stata una fiammella che si è spenta, ma oggi non stiamo meglio, è tutto morto in quel campo. E’ stata una bella esperienza perché alla fine presi 10 mila voti di preferenza, il 6,4% e, dopo il candidato di Bologna, risultai essere il più votato in Italia.Oggi non mi interessa l’attività politica, ho già dato, nemmeno gli incarichi sindacali. Voglio leggere, studiare e aggiornarmi, insomma voglio morire col fonendo al collo. Non rimpiango le esperienze e le battaglie portate avanti particolarmente sul territorio. Oggi sono ormai un patrimonio della cultura del soccorso.

Tutta la campagna per dotare i Centri anziani dei defibrillatori insieme a Francesco Giacquinto del casale di via Pullino, scomparso prematuramente, quella sul testamento biologico e sul Registro delle unioni civili. E poi la difesa del Cto non solo come presidio ortopedico di eccellenza regionale, ma al tempo stesso servizio ambulatoriale sul territorio”. E’ per questo e per tanti altri risultati portati a casa che Antonio Bertolini ha lasciato il segno alla Garbatella:”Antonio è una persona straordinaria di grande umanità- racconta Enzo Foschi, vice presidente regionale del Pd- Lo ha dimostrato sia nella sua professione che nell’attività politica  come militante di partito e consigliere municipale. Un uomo sempre al servizio della sua gente.  Se oggi l’ospedale Cto è ancora anche un ospedale di comunità è soprattutto grazie alle sue battaglie in difesa della sanità pubblica e del diritto universale alla cura, che bloccarono con grande partecipazione popolare le operazioni speculative di privatizzazione messe in campo dalla  Destra regionale di allora. Battaglie che riuscìrono con la prima amministrazione di Zingaretti. Antonio Bertolini è un uomo, un medico, un compagno a cui da cittadino di Garbatella posso solo che dire grazie”.

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