Quella Cooperativa di consumo tra i pionieri della Garbatella

Nei primi mesi del 1922 lo spaccio aprì su piazza Benedetto Brin ai civici 4,5 e 7.Nel consiglio di amministrazione Cleobulo Rossi, Biagio Gay, Giovanni Garrasi, Emilio Storti e Gregorio Pietruccini

di Gianni Rivolta

Era il  dicembre del 1921.Fuori porta San Paolo, tra via della Garbatella e piazza Brin si davano gli ultimi ritocchi di calce e vernice alle linde villette della Borgata Giardino Concordia, così l’aveva voluta chiamare Re “Pippetto” per dare un segnale di pace sociale quel 18 febbraio del 1920. La regina madre Margherita, accompagnata dall’impettito ingegner Paolo Orlando, era già venuta in visita al traforo della rupe per il tracciato della ferrovia Roma-Ostia e al borgo di casette in costruzione: quarantaquattro villette decorose per gli operai della zona industriale e del porto fluviale. I pionieri di quella nuova frontiera, circa duecento famiglie, avevano  preso possesso degli appartamenti e sognavano un futuro migliore per i loro figli. Tra loro molti artigiani e qualche tecnico dipendente o collaboratore dell’Icp (1). Anche Paolo Orlando presidente dell’Ente per lo Sviluppo marittimo e industriale di Roma ( che aveva venduto il terreno all’Icp) aveva chiesto di riservare ai suoi impiegati un certo numero di abitazioni (2).    Per loro casa e lavoro, dopo anni di crisi economica e disoccupazione, scioperi e cortei di tranvieri, elettrici,metallurgici, gassisti  e tipografi,  erano finalmente una realtà. Quello che fu chiamato il “biennio rosso” , tra il 1919 e il ’20, era ai titoli di coda. Ammainate le bandiere rosse dai cancelli delle fabbriche il segretario della Cgil Bruno Buozzi aveva spento quella massiccia spallata rivoluzionaria e riportata la lotta dei metallurgici nel tranquillo alveo salariale. Il 10 novembre 1921 ci furono  le ultime scintille di resistenza ai fascisti. A San Lorenzo, a Testaccio, Trastevere e al Trionfale gli arditi del popolo di Argo Secondari e Cencio Baldazzi si erano presi a rivoltellate con i neri di Farinacci e Balbo, giunti a Roma baldanzosi per il loro primo congresso nazionale. Questo era il clima in città. Il fuoco covava sotto la cenere in attesa del divampare dell’incendio.

Nella nuova Borgata Garbatella, disegnata come le città giardino inglesi, i capifamiglia al tramonto dopo il lavoro,si incontravano in piazza Brin per discutere del più e del meno e delle condizioni di lavoro in officina. Nonostante l’aria salubre e qualche bicchiere di buon vino la vita non era facile; nei primi cinque lotti dell’Istituto case popolari si viveva isolati tra orti, vigne e casolari sparsi fuori le Mura. Al di là dello stradone dell’Ostiense la viabilità era limitata alla stretta via delle Sette Chiese, unico collegamento a sud con le tenute agricole dell’agro, a viottoli di campagna come quello della Moletta, via della Garbatella, via delle Statue. Il centro città si raggiungeva solo col tram dal piazzale della Basilica di San Paolo, mancavano rivendite di generi alimentari e verdure e negozi in genere. Così un gruppo di abitanti, in maggioranza artigiani e tecnici, decise di darsi da fare e costituire la “Cooperativa approvvigionamenti e consumi Quartiere Garbatella” aderente alla Lega Nazionale delle cooperative (3)con lo scopo di acquistare, conservare e vendere generi di prima necessità “senza scopi di lucro, cooperando all’economia domestica, al risparmio e alla previdenza”. Un’idea mutualistica in linea con tutto il progetto della città giardino, ispirate dai socialisti utopisti. In barba alle volontà del Re e di Paolo Orlando la Cooperativa non prende il nome “Concordia” come la borgata, ma il più popolare “Garbatella” (come era chiamata la località sui Colli di San Paolo e l’omonima via).La prima sede legale fu quella di via Guglielmotti 31 ( l’abitazione di un socio) per poi trasferirsi a piazza Benedetto Brin 4-5-7, dove fisicamente insisteva lo spaccio e i magazzini. Nel consiglio di amministrazione e nel collegio sindacale compaiono cognomi di note famiglie della prima borgata : Biagio Gay,Giovanni Garrasi, Gregorio Pietruccini,Costantino Mariotti, Emilio Storti, Natale Del Grande, Angelo Melchiorre, Luigi D’Ascenzo, Enrico De Nicola,Andrea Gasparri   e per ultimo  Cleobulo Rossi, sicuramente la personalità più significativa tra i soci fondatori. Socialista della tendenza rivoluzionaria nel dicembre del 1904 il Rossi era stato eletto segretario nazionale della federazione dei gassisti e degli addetti alla illuminazione pubblica e nel 1907 successe a Ernesto Verzi alla guida della Fiom, la federazione degli operai metallurgici, aderente alla Cgil. Insomma una personalità di livello nazionale, anche se nella fase discendente della sua carriera politica e sindacale.

E poi scoppiò l’incendio. La cooperativa di consumo Garbatella di piazza Brin subì, come tante altre strutture mutualistiche, la violenza delle squadracce fasciste: “L’esperienza della cooperativa (……) venne a finire nel 1921,intervennero i camion pieni di squadristi che bastonarono i gestori e li portarono a Via Magnana poli – sostiene Luciano Rossi, nipote di Cleobulo ( in una intervista a Monica Sinatra, autrice  del libro La Garbatella a Roma 1920-1940 ndr)- ….E gli diedero anche l’olio di ricino…diedero fuoco a tutti i materiali della cooperativa, distrussero le cart…”.Probabilmente l’intervistato a distanza di decenni, non collocava precisamente l’accaduto, in quanto la cooperativa fu fondata  proprio in quei giorni, il 13 dicembre del 1921. Il fatto certamente doveva essere avvenuto in un tempo successivo, presumibilmente dopo la Marcia su Roma ( 28 ottobre 1922), quando venne devastato dai fascisti anche il circolo socialista di via del Gazometro all’Ostiense. Quelle gloriose saracinesche chiusero definitivamente negli anni Trenta per lasciare il passo su piazza Benedetto Brin , alla pizzicheria dei Magnani, all’osteria Scafetti e a un piccolo negozietto di  vini e olii, la bottiglieria di D’Antoni. Ma questa è tutta un’altra storia.

Ne abbiamo notizia, infatti, nel 1927 in occasione della pubblicazione del bilancio d’esercizio sul Foglio degli annunci legali della Provincia di Roma e sul Bollettino dell’Opera Nazionale per la protezione della Maternità e l’Infanzia dello stesso anno, dove la Cooperativa Garbatella aderisce con una sottoscrizione di 1.000 lire.In questi ultimi atti il Consiglio di amministrazione è ridotto ai minimi termini.Ne fanno parte Biagio Gay, socio fondatore, Amerigo Bianchini abitante a piazza Brin e come Sindaci revisori Cesare Marotta e G. Caradei. Di questo piccolo, ma significativo esperimento mutualistico non rimane che qualche flebile ricordo.Enrico Casadei, uno dei pionieri della borgata nata sui Colli di San Paolo, insieme ai Del Grande, ai Siccardi, ai  Baronci, Sabatini, Giorgi e altri ancora negli anni Ottanta conservava come una reliquia una piccola medaglietta dorata con la scritta: Cooperativa approvvigionamenti e consumo Garbatella.

Foto di piazza Brin d’epoca, ( Centenario pag 44 in alto),foto del ponticello che collegava via di S.Emerita con via S.Adautto,  foto della cena sociale ( Garbatella tra storia e leggenda  seconda edizione pag 60).

Note

(1) I fratelli Del Grande, infatti, erano falegnami e avevano a via Guglielmotti 4 il laboratorio dove facevano la manutenzione per l’Icp di porte e finestre,Costantino Mariotti era vetraio e Biagio Gay un geometra che lavorava per l’istituto case popolari.Tra i primi abitanti Enrico Casadei che possedeva la medaglietta dorata della Cooperativa,Giorgi, Baronci, Pietro Siccardi, impiegato al Consorzio del porto fluviale ( di origine ligure abitava al lotto 2 all’angolo con piazza Pantero Pantera)

(2) In una lettera del 23 giugno 1921 è proprio Paolo Orlando ad avanzare la richiesta al presidente delle case popolari: “Parecchi appartamenti del Borgo Concordia sono ultimati ed io mi permetto ricorrere nuovamente a Lei affinchè si compiaccia destinare ai noti funzionari dell’Ente ( Smir n.d.r.) gli appartamenti già da loro scelti in conformità del suggerimento da lei dato.Mi permetto pure ricordarLe che, omesso nel contratto di vendita del terreno la condizione di un diritto di prelazione di nostri funzionari sulle costruende costruzioni di Borgo Concordia, mi affrettai subito dopo la stipula di detto contratto ad ottenere da Lei il verbale impegno per il giustamente richiesto favore ai funzionari dell’Ente”.

(3) Nel 1921 la Lega contava 3.600 cooperative di consumo e 2.700 cooperative di produzione e lavoro.

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