Di Gianni RIVOLTA
Ecco, siamo arrivati alla fatidica data del Centenario. Questa occasione speciale ci consente, tra i tanti festeggiamenti, una pausa di riflessione per chiederci com’è cambiata la Garbatella nel corso del suo primo secolo di vita.
La borgata-giardino Concordia era nata nei primi decenni del Novecento, intorno a piazza Brin, per ospitare gli “artefici del rinascimento economico della Capitale” e cioè gli operai della zona industriale dell’Ostiense, che nei progetti dell’ingegner Paolo Orlando, il suo fondatore, avrebbe dovuto competere con le ciminiere e gli opifici delle città del nord come Milano, Torino e Genova.Ma pochi anni dopo la situazione cambiò radicalmente. Dopo la fatidica marcia su Roma il fascismo di Mussolini prese il potere e l’Ente per lo Sviluppo Marittimo e Industriale di Roma, già nel 1923, fu messo in liquidazione. Svanirono così i sogni avveniristici del suo Presidente.
La zona della Garbatella consentì, invece, all’Istituto delle Case popolari di edificare immediatamente su terreni periferici e poco costosi le case rapide per gli sfrattati e le prime palazzine. Solo qualche anno più tardi vennero costruiti gli alberghi suburbani. Gli enormi fabbricati futuristi, che dovevano dare stanze provvisorie ai baraccati e alle famiglie deportate dal centro storico, in seguito agli sventramenti operati dal piccone del Duce. Insomma tra gli anni Venti e primi anni Trenta la Garbatella diventò la risposta alle più urgenti emergenze abitative, che si affacciavano al Governatorato di Roma e il raccoglitore di lavoratori salariati ai livelli più bassi della produzione: facchini dei mercati generali, addetti ai forni delle officine del gas quando questo si estraeva dalla combustione del carbon coke, manovali nell’edilizia, venditori ambulanti, operai delle vetrerie ecc…
Il tessuto sociale, proprio per la contiguità con la zona industriale dell’Ostiense, rimase proletario ed operaio per altri decenni a venire; anche quando, dopo la Liberazione, i partiti di massa,Democrazia cristiana e Partito comunista, si contesero il consenso popolare sul territorio a suon di tessere, campagne elettorali, manifesti e diffusione della stampa. Entrambe le forze in campo furono delle vere e proprie agenzie educative, dove germogliarono, tra l’oratorio di Sant’Eurosia e la Villetta di via Passino, intere generazioni di ragazzi e ragazze
Dopo la stagione del centrismo e dei Sindaci democristiani sul libro paga dei palazzinari, gli operai in tuta blu entrarono a testa alta nell’aula Giulio Cesare, i quartieri popolari e i borghetti periferici divennero la linfa della rigenerazione democratica della città e la Garbatella non è stata da meno. Qui, infatti, fin dalle prime elezioni i partiti della sinistra ebbero sempre percentuali superiori alla media cittadina. Negli anni Sessanta e Settanta, con la scolarizzazione di massa e l’apertura dei licei sul territorio, entrò in campo una nuova schiera di giovani. Gli studenti presero in mano il loro destino diventando protagonisti nella vita sociale e politica. Poi ci fu la grande delusione, il riflusso e la devastazione dell’eroina. Il crollo del muro di Berlino e i magistrati di “mani pulite” spazzarono via i partiti tradizionali della prima Repubblica e iniziò qualche lustro di berlusconismo . Quello che rimaneva della tradizione comunista, il Pds prima e i Ds poi, insieme a Rifondazione, faticavano a tenere insieme un blocco sociale e culturale che faceva i conti con le televisioni commerciali, l’entrata in campo della rivoluzione informatica, il lavoro virtuale , le crisi industriali, le delocalizzazioni, il mercato globale.
La Garbatella in quegli anni si doveva misurare con grossi mutamenti, che avrebbero potuto cambiare pelle all’intero quartiere. A metà degli anni Ottanta l’ex Istituto delle case popolari cominciò un programma di vendita di 10 mila alloggi agli inquilini, che via via divennero proprietari.
Qualche anno più tardi, recuperando le aree industriali degradate o abbandonate del quadrante Ostiense-San Paolo-Marconi, fu istituita l’Università Roma Tre; ai suoi confini si è trasferito il gruppo Repubblica –Espresso e nell’ex Terminal dell’Ostiense ha aperto il mega-store del food di qualità Eataly. Una profonda crisi economica e un esodo biblico di immigrati invadeva intanto Roma e le grandi città del nostro Paese. Altri rioni come Trastevere, Testaccio, San Lorenzo, con lo stesso passato storico e popolare, sono stati investiti e trasformati dallo tsunami dei brand nazionali e internazionali, da fenomeni di gentrificazione ( aumento degli affitti, insediamento di ceti sociali abbienti, anonimato commerciale).
Garbatella non è stata stravolta dai cambiamenti, si è difesa. Lo ha potuto fare per la sua particolare struttura urbanistica e per un intelligente intervento delle istituzioni pubbliche ( Regione, Comune, Municipio VIII, Ater e Università Roma Tre). E’ riuscita a resistere senza rinunciare al suo carattere genuino e combattivo, a riqualificare spazi pubblici, a non chiudersi nel provincialismo o cedere al folclore di bassa lega. Grazie a una caparbia squadra di giovani amministratori locali e a una diffusa rete associativa che si è rinnovata nel tempo , ancora oggi rimane uno dei quartieri più belli e accoglienti di Roma, dove ognuno vorrebbe venire ad abitare.