Immigrati al voto

Richiesta di fiducia e di diritti

Immigrati al voto

di Pasquale Navarra

Piccolo “viaggio” di Cara Garbatella fra gli immigrati extracomunitari presenti nel nostro quartiere. Molti di loro non vi risiedono, ma ci vivono, poiché è qui – nei ristoranti, negli Internet Point, nei bar della Garbatella – che trascorrono la fetta più grande del loro tempo.
Incontro Tarek e Shryef, egiziani, a Roma da dieci anni.“La legge Bossi-Fini ha incrementato il lavoro nero”, mi dice Tarek, in un buon italiano, affinato dal continuo contatto con i clienti del “suo” ristorante. “Per molti miei amici ora c’è molta più difficoltà di essere assunti con contratti regolari.”, continua Tarek. “Anche quando trovano un datore di lavoro ben disposto, si scontrano poi con i tempi incongrui per il rinnovo del permesso di soggiorno. Quella legge ha quindi peggiorato le cose, strozzando molti nostri elementari diritti.” …..

Richiesta di fiducia e di diritti

Immigrati al voto

di Pasquale Navarra

Piccolo “viaggio” di Cara Garbatella fra gli immigrati extracomunitari presenti nel nostro quartiere. Molti di loro non vi risiedono, ma ci vivono, poiché è qui – nei ristoranti, negli Internet Point, nei bar della Garbatella – che trascorrono la fetta più grande del loro tempo.
Incontro Tarek e Shryef, egiziani, a Roma da dieci anni.“La legge Bossi-Fini ha incrementato il lavoro nero”, mi dice Tarek, in un buon italiano, affinato dal continuo contatto con i clienti del “suo” ristorante.
Per molti miei amici ora c’è molta più difficoltà di essere assunti con contratti regolari.”, continua Tarek. “Anche quando trovano un datore di lavoro ben disposto, si scontrano poi con i tempi incongrui per il rinnovo del permesso di soggiorno. Quella legge ha quindi peggiorato le cose, strozzando molti nostri elementari diritti.”
Nonostante l’amarezza discretamente espressa riguardo alla legge citata, Tarek mantiene e trasmette serenità per tutta la durata del colloquio.
Cosa chiedete ai Consiglieri Aggiunti, che rappresenteranno gli immigrati residenti a Roma?
Tarek: So che chiunque sarà eletto, farà del suo meglio per tutelare i nostri diritti. I consiglieri aggiunti non avranno diritto di voto, ma potranno dar voce alla comunità straniera. A Roma, all’Italia, gli immigrati chiedono diritti, certo, diritti rappresentati da un lavoro, da una casa, dal dissolversi di ogni forma di discriminazione, ma chiedono anche fiducia. Fiducia da parte delle istituzioni, da parte dei cittadini. Vorremmo che tutti capissero che siamo sì stranieri, ma non per questo estranei alla comunità di questo Paese. Ultimamente, molti di noi, di origine mediorientale, hanno avvertito un clima di diffidenza, a causa della guerra in Iraq e di tutto quel che ne è conseguito; pregiudizi che sembravano scomparsi, sono riaffiorati. Ma noi, al contrario, è alla guerra, a questa escalation impazzita che siamo assolutamente estranei. Siamo persone che vogliono lavorare e vivere in questo Paese. E vogliamo diritti e doveri riconosciuti allo stesso modo; vogliamo tutti essere cittadini come gli altri.
Shryef: Il consigliere aggiunto è certamente un buon passo avanti. Da sedi importanti, i Municipi ed il Comune, gli eletti avranno l’occasione di trasmettere la positività della nostra presenza. Voglio dire anch’io che anche se non siamo ancora completamente integrati, noi immigrati non ci sentiamo estranei all’Italia. Ci interessiamo ad essa e ne condividiamo gioie e dolori. La nostra nazionale di calcio è l’Italia, quando vince siamo contenti quanto voi; e le vostre inquietudini per la situazione economica del Paese o per tanti altri motivi sono anche le nostre.
Vorreste che gli immigrati avessero la possibilità di votare per le elezioni amministrative italiane (scelta del sindaco, Provincia, Regione) e per le elezioni politiche nazionali?
Tarek: Sì, lo vorremmo, certo. Capisco che ci vorrà forse ancora del tempo, ma voglio credere che ciò sarà possibile, prima o poi. Siamo parte dell’Italia e i problemi di questo Paese sono anche i nostri, sarebbe quindi giusto che la nostra partecipazione politica fosse ampliata. Credo che un giorno il nostro voto sarà accettato nell’ordine naturale delle cose.
Shryef: Lo credo anch’io. Abbiamo fiducia, così come abbiamo fiducia della società italiana, che nel suo complesso non ci fa sentire “fuori di casa nostra”…
Vi sentite dunque abbastanza integrati, a Roma? E come trovate la Garbatella?
Shryef: Sì, ci troviamo abbastanza bene, a Roma. Dal clima alla gente, il “bilancio” è sicuramente positivo. Alcuni dei nostri problemi sono comuni a molti romani, ma per noi, che abbiamo lo status di immigrati, sono di solito un poco più pesanti. Trovo la Garbatella un bel quartiere, si può dire che non vi è nemmeno un angolo che suscita tristezza. Io non abito qui, ma vedo che il senso di ospitalità è molto forte, in questo quartiere.
Tarek: Come vedi, qui, seduti a conversare e a bere qualcosa con noi durante la nostra pausa, ci sono degli amici italiani, della Garbatella. Il fatto che noi siamo stranieri e loro italiani dà spesso qualcosa in più alle nostre chiacchierate, le rende più interessanti. Anche in queste semplici occasioni avviene uno scambio che nel suo piccolo arricchisce tutti.
Vi piacerebbe la possibilità di celebrare qualcuna delle feste della tradizione del vostro Paese con gli abitanti del quartiere?
Shryef: Sì, certo. Fra me e mia moglie, egiziana anche lei e cristiana, questo scambio già avviene tranquillamente. E i nostri figli hanno ricevuto il battesimo della sua religione. Coppie come la nostra ce ne sono parecchie in Egitto e in altri paesi arabi. Mi auguro davvero che prima o poi gli abitanti di questo e di altri quartieri, possano essere, almeno in parte, coinvolti nella celebrazione di qualcuna delle nostre feste, delle nostre tradizioni. Sarebbe un modo per iniziare ad accrescere la conoscenza delle reciproche culture. Da quando sono in Italia ho più volte appurato che basta conoscersi un po’ per far morire i pregiudizi.
Tarek: La società multietnica, multiculturale che noi ci auguriamo non sarebbe una società “meno” italiana. Ciò è dimostrato da noi stessi, che portiamo dietro e custodiamo la nostra tradizione ma allo stesso tempo cerchiamo di raggiungere la società italiana. Aver imparato il modo di vivere e di lavorare in questa società ci ha dato molto e noi, a nostra volta, possiamo dare. Direi che già lo facciamo, ma non sempre è visibile…
Shryef: Dare e ricevere, è semplicemente questo il “progetto” di ogni immigrato, come di ogni altra persona, del resto. Vorrei ribadire che noi sentiamo realmente nostra la società italiana, nostra nel senso che siamo interessati ad essa, nel senso che ogni suo problema riguarda anche noi.
Sorridendo, Tarek aggiunge una battuta, senza astio.
Forse, ci sentiamo più italiani noi che alcuni di quelli che hanno scritto la legge di cui abbiamo parlato all’inizio…
Non scrivo a chi si riferisce Tarek, tanto i lettori hanno già ben capito…
Incontro altri immigrati della Garbatella: Airabu, Moustafà e Junayead sono bangladesi; la loro comunità conta, a Roma, circa 8000 persone. Dagli Internet Point in cui lavorano, mi danno risposte simili a quelle di Tarek e Shryef. Possiamo infatti dire che loro due hanno parlato per tutti. Yumei, giovane signora cinese dai modi affabili che gestisce il bar col suo nome, sulla Circonvallazione Ostiense, mi spiega qualcosa sul capodanno cinese, dei cortei variopinti che sfilano per l’occasione. Penso che sarebbe una festa carinissima per la Garbatella, una festa – ricorrente nella seconda metà di gennaio – che divertirebbe intelligentemente tutti, bambini, adulti e anziani.
Con il voto del 28 marzo, sono stati eletti i seguenti quattro consiglieri aggiunti al Comune di Roma:
Irma Tobias Perez, filippina (Asia e Oceania); Santos Taboada Zapata, peruviano (America); Gabriel Rusu Ionut, romeno (Europa); Aziz Darif, marocchino (Africa). Al Municipio XI è stato eletto Golam Mohamad Kibria, del Bangladesh.
Queste elezioni possono essere il primo passo verso un dare e ricevere finalmente accettato nell’ordine naturale delle cose. Nel lavoro, nella cultura, nelle relazioni di tutti i giorni.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 1 – Aprile 2004

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