In ricordo di Pasquale Zaffina

Pasquale se n’è andato per sempre quest’estate, ad agosto, con la città vuota e l’asfalto bollente. Non stava bene da tempo e un male incurabile lo ha portato via dalla sua famiglia, da Tania sua moglie con cui ha condiviso 50 anni di vita insieme, dai suoi figli Francesco e Carlo e dai suoi quattro amati nipoti.

Pasquale Zaffina, era un apprezzato architetto, ma anche un uomo garbato, con una sua riservatezza e una dolcezza rare. Calabrese di nascita, arrivò a Roma nei primi anni Settanta, per laurearsi e farsi un futuro tra studio e lavoro. Nel 1973 si sposa con Tania, insegnante di scuola media (Via Padre Semeria) e si stabilisce alla Garbatella.

È alla Villetta che Pasquale incontra la politica nel Partito comunista italiano e si fa apprezzare per il suo modo serio e competente di affrontare i problemi, in quegli anni difficili per il Paese tra terrorismo e strategia della tensione. Nei primi anni Ottanta è una figura di rilievo nella sezione comunista della Garbatella, membro del Comitato direttivo e poi consigliere circoscrizionale in Undicesima (oggi VIII Municipio). Seguirà la svolta di Occhetto e la nascita del Pds, ma dopo la drammatica stagione della diaspora a sinistra, lascerà la vita politica attiva per dedicarsi alla professione e impegnandosi nell’Ordine degli architetti.

Nell’ambito della sua attività professionale, si è battuto, tra proposte e progetti, per migliorare la sicurezza negli ambienti di lavoro, nel coordinamento delle squadre di architetti nei luoghi terremotati dove era spesso presente. Si occupò della progettazione di un camper automatizzato per portatori di handicap, nello spirito di aiutare e rispettare le persone in difficoltà, perché questo era uno dei suoi principi.

Tra tanti incarichi, è stato presidente dell’ACT Italia (Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia), battendosi per migliorare la sicurezza dei camper. E, con il proprio, ha viaggiato senza sosta, sempre affiancato dalla moglie, curioso del sapere e di conoscere il mondo e i suoi popoli. È stato l’uomo del fare e della solidarietà, basando i rapporti umani sul rispetto, sui principi etici. Sempre sorridente e disponibile, senza mai vantarsi del suo operato. Così vogliamo ripensare a Pasquale, come ce lo ricordiamo in Villetta anche nei momenti cruciali e divisivi di quel grande partito comunista. Ai suoi familiari il nostro abbraccio e le condoglianze della redazione e di tutta l’associazione Cara Garbatella.

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