Tutti i murales della Garbatella

Un itinerario storico-artistico tra i dipinti sui muri dei lotti popolari.

Di Enrico Recchi

Seguendo una tendenza oramai ben diffusa in tutta la città, anche alla Garbatella oggi possiamo vedere diversi murales che raccontano storie, esprimono idee, colorano in maniera viva e profonda, le facciate dei palazzi del nostro quartiere.

Sono oramai lontani i tempi in cui  alcuni street artists ancora poco conosciuti,  dipingevano, tra i  primi, le loro opere su muri e edifici di Testaccio e di Tormarancia. All’epoca, eravamo da poco nel nuovo millennio, veniva alla luce questo nuovo fenomeno artistico che sorprendeva la gente.

Dipinti, stencils, disegni venivano eseguiti o applicati con tecniche differenti e innovative sulle facciate dei palazzi in zone che a volte nelle cronache giornalistiche venivano definite degradate. I murales erano presentati dagli amministratori pubblici e dalle associazioni promozionali, come interventi significativi che associati ad altri strutturali (spesso rimasti sulla carta) avrebbero portato alla riqualificazione di aree con molti problemi.

Il nome, oggi celeberrimo, del precursore Banksy riecheggiava in quegli anni soltanto nelle riviste d’arte contemporanea e nelle cronache dei giornali internazionali, ma ancora era sconosciuto ai più.

Negli ultimi anni la situazione è ben cambiata. I murales  oggi sono dappertutto a Roma, dal Pigneto all’Ostiense, da Testaccio a Tormarancia, da Corviale a San Lorenzo, dal Tufello al Tiburtino III, fino ai muraglioni del Tevere. Il fenomeno ha senz’altro perso la forza, l’energia della novità dirompente, si è diffuso ed allargato e se girando per Roma oggi vediamo una bella parete di un edificio incolore ed anonima ci chiediamo perché ancora non sia stata utilizzata come fondo per un murales.

Allo stesso tempo il murales è diventato una sorta di telegiornale artistico: ovvero le notizie più recenti trovano spesso spazio sulle facciate dei palazzi. Esempio il murales eseguito a tempo di record per  l’arrivo di Mourinho sulla panchina della Roma.

Alla Garbatella questo fenomeno è più recente e non ha niente a che vedere con il recupero di aree degradate tantomeno è mai stato associato alla parola riqualificazione perché, per nostra fortuna,  non ci sono spazi che meritano quelle attribuzioni. Sono quindi soltanto espressioni artistiche dalle dimensioni monumentali che sono andate via via ad abbellirne i muri.

Facciamo ora una passeggiata per la Garbatella per vedere i murales che la decorano.

Iniziamo, proprio per il suo messaggio di accoglienza e benvenuto, con quello che si trova su un muro tra via della Villa in Lucina e via di S. Nemesio (angolo ospedale CTO). Il grande messaggio in inglese recita “You are now entering free Garbatella” specificando il carattere ribelle e indipendente  del nostro quartiere, ma insieme accogliendo chi arriva dalla vicina San Paolo. Slogan che ha avuto tanto successo da essere ripreso anche dal giornale “La Repubblica” per una sua rubrica.

Si passa poi al murales dell’artista Greg Jager in via Gerolamo Adorno, che celebra la Costituzione Italiana nei suoi primi dodici articoli. In alto è riportato il testo completo dell’articolo 2 con il riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo. Un messaggio, quello del ricordo degli articoli costituzionali e della loro sacralità, che dovrebbe accompagnarci e ispirarci quotidianamente.

Alcuni di questi  murales sono nel tempo scomparsi,  rovinati o cancellati del tutto dalla pioggia e dal sole e sostituiti da altri che ne hanno prontamente preso il posto. Questo alla Garbatella è successo su un muro di via Caffaro dove il precedente murales deteriorato col capitano giallorosso Totti, di Sten e Lex, è stato rimpiazzato da quello degli stessi artisti che richiama l’Optical Art, quella forma d’arte nata negli anni 60/70 del secolo scorso, che vuole produrre illusioni ottiche, specialmente di movimento, accostando opportunamente soggetti astratti o sfruttando il colore.

A via Luigi Fincati troviamo il murales dell’artista venezuelano Gomez con due mani, una trafitta al polso da un chiodo e l’altra su cui poggiano dei fiori, immagini che rappresentano il dolore e la rinascita. Il prima e il dopo il terremoto. Infatti, questo murales assieme a quello di Solo & Diamond di cui si parla più avanti,  sono stati progettati per raccogliere fondi per Prata d’Ansidonia frazione dell’Aquila danneggiata dal terremoto del 2009.

Nella successiva Piazza Bartolomeo Romano l’artista Francesco Pogliaghi ha ritratto il volto del partigiano Enrico Mancini assassinato nell’eccidio delle Fosse Ardeatine nel marzo del 1944. Il significato di questo volto è quello di tenere sempre viva la memoria di chi ha donato la sua vita per un futuro migliore per tutti.

Prendendo via Passino c’è il murales di Jerico Cabrera, cresciuto alla Garbatella, denominato Supernova che si affaccia sulla Villetta. Nella sua opera l’artista esprime la materia che cambia forma grazie all’energia, quella di una stella supernova appunto. Ed ecco un orecchio che diventa fiore e il petalo si trasforma in cielo.

Si arriva poi all’angolo con Piazza Sauli dove campeggia il murales che nasce dal lavoro combinato degli artisti Solo e Diamond che ritrae una floreale e multicolore Clementina, la presunta ostessa “garbata e bella” che ha dato il nome al quartiere.

Da via Passino arrivare a Largo delle Sette Chiese è un attimo e lì campeggia il recente murales del cileno Carlos Atoche dedicato a tutte le donne che si sono dovute confrontare con il tumore al seno. Una battaglia che oggi grazie alle campagne di prevenzione finanziate dalla Komen, sponsor dell’opera, si può vincere. Nel suo murales l’artista ha rappresentato una Venere che per prima cosa si prende cura di sé.

Su viale Guglielmo Massaia troviamo il murales dedicato da Leonardo Crudi a Victor Cavalo attore e poeta vissuto alla Garbatella che ci saluta con il suo “Ecchime”.

E finiamo con quello recentissimo che celebra Alberto Sordi, inaugurato il 15 giugno in occasione del suo 101° compleanno. L’opera di Lucamaleonte realizzata con il contributo della Roma calcio, dell’Ater e della Regione Lazio raffigura l’Albertone nazionale nei panni del Marchese del Grillo e si può vedere in via Ignazio Persico. Il murales assieme alla targa posta sempre in memoria del grande attore romano sull’edificio dove  visse da bambino in via Vettor Fausto, ricordano a tutti il forte legame e la riconoscenza della Garbatella nei confronti dei valori artistici e umani espressi da Sordi.

Ci sono poi tanti altri murales piccoli e grandi ma altrettanto importanti, alcuni storici come quelli sempre su via Passino: il ritratto di Piero Bruno, quelli eseguiti sui muri del Mercato, quelli che colorano tutt’intorno la sede del CSOA, quello dedicato ai Bambini di Gaza e poi quelli che si possono vedere alla Casetta Rossa, quelli ancora realizzati dall’artista C215 a via Ignazio Persico.

Insomma una vera moltitudine di immagini che non può che far piacere all’occhio come alla mente.

E per ultimo a proposito di murales, l’auspicio che presto venga realizzato quello promesso in onore di un angelo della Garbatella: Padre Guido.

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