Chi potrebbe pensare che il destino di due cani diventi un caso politico e mobiliti oltre cinquecento persone? È quello che è accaduto per Bo ed Eva, i due cani che vivevano nel maneggio abbandonato nell’aria circostante all’istituto agrario Garibaldi. La situazione inizia ad emergere lo scorso novembre, quando il Preside segnala lo stato di abbandono del maneggio, distrutto in un incendio nel 2014, e fa rimuovere la recinzione che lo circonda. A questo punto scendono in campo i rappresentanti locali di Forza Italia, che a febbraio entrano nell’area e, constatandone lo stato di degrado, sollecitano l’intervento dell’Asl.
Due forze politiche e la petizione su change.org
“È una situazione assolutamente inaccettabile, perché rappresenta un pericolo per la salute e la sicurezza delle centinaia di studenti che frequentano la scuola” scrivono i consiglieri FI Caterina Benetti e Matteo Bruno in una lettera al primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri. “Al momento” spiegava Benetti a fine febbraio a Roma Today, “non abbiamo ancora ricevuto una risposta dal sindaco, ma non c’è più tempo. Nell’area si trovano anche due cani di grossa taglia.”
Il maneggio abbandonato aveva tutto l’aspetto di una discarica: rifiuti abbandonati e carcasse di animali. In questo contesto, accanto a una colonia felina regolarmente registrata, vivevano anche Bo ed Eva che, a seguito di un sopralluogo dell’Asl, sarebbero stati portati al canile di Muratella. Ma così non è stato.
A intervenire è la consigliera della lista Calenda Simonetta Novi, che a febbraio mette su un gruppo di volontari per curare i due animali e in seguito contatta la garante per i diritti degli animali, Patrizia Prestipino, nominata lo scorso marzo dal sindaco Gualtieri.
Quando arriva la notizia che gli animali sarebbero stati portati a Muratella, su iniziativa della consigliera Novi parte una petizione su change.org che in meno di ventiquattr’ore raggiunge le 500 firme. “I cittadini hanno proposto di realizzare a proprie spese un recinto tutto per loro, per evitare qualunque problematica con i cani di famiglia che passeggiano regolarmente dentro l’Istituto Agrario” si legge nel testo della petizione. “I due cani adesso vivono nel cortile di una volontaria” ci ha spiegato la Novi, “purtroppo sono anziani e non sono abituati a vivere in un appartamento, quindi è molto difficile trovare qualcuno disposto ad adottarli. La volontaria ci ha fatto sapere che rifiutano di mangiare a causa dell’improvviso trasferimento a cui sono stati sottoposti, e comunque la sistemazione attuale è solo temporanea.”
L’alternativa, comunque, non è più spedirli a Muratella, “in una gabbia di cemento di tre metri quadrati” come si legge nella petizione. La consigliera Novi fa sapere che i due animali potrebbero essere trasferiti in un rifugio di volontari nel basso Lazio. Ma la petizione chiede di più. Prima di tutto che si avvii la pratica per riconoscere Bo ed Eva come cani di quartiere o cani liberi accuditi, come prevede l’articolo 4 della legge regionale 1997 ottobre numero 34. In secondo luogo, che Bo ed Eva diventino “mascotte dell’istituto”, come prosegue il testo della petizione. Per il momento il loro destino è ancora incerto, ma sono tante le persone che l’hanno a cuore.