Rinascono ogni giorno con Eugenia i giardini della Circonvallazione

di Ilaria Proietti Mercuri

Una donna simpatica, allegra, innocua. Passando lungo i giardinetti della Circonvallazione Ostiense, la si può riconoscere per il suo sguardo gentile, il sorriso cordiale che le appare sul viso appena
incroci i suoi occhi. Quella signora dai vestiti un po’ sciatti e senzatetto, ti mette allegria solo a guardarla. Si chiama Eugenia, vive in Italia da ormai quasi 20 anni, originaria dell’Ucraina. Cosa ci fa su quella panchina della Circonvallazione?
Ci lavora, o meglio, cerca di tenere i giardinetti puliti in cambio di qualche spicciolo lasciato dai passanti più cordiali. La sua storia qui alla Garbatella è iniziata quattro anni fa. Era una calda estate, di quelle classiche romane, dove in giro non c’è un’anima e i parcheggi si trovano con la stessa facilità con cui d’inverno ci si dimentica l’ombrello all’entrata dei bar o dei negozi. E, proprio sotto il sole cocente, un ragazzo che vive da quelle parti decise di prendere scopa, sacchi dell’immondizia e portarli ad Eugenia e i suoi amici clochard. Sì, i suoi amici, perché Eugenia non ha iniziato quest’avventura da sola, lì c’è sempre un via vai di gente, di vagabondi che ormai sembrano una grande famiglia. “Iniziate a tenere pulito”, disse quel ragazzo, “che poi la gente se ne accorgerà, vi ringrazierà”.
Da quel giorno il parco ha iniziato a prendere una nuova vivacità, diventando sempre più luminoso: le cicche e le carte pian piano sparivano, le piante e i fiori hanno occupato il posto dei rami secchi. Caldo o freddo, anno dopo anno, quei giardinetti hanno ripreso a vivere, un po’ come Eugenia, che ha finalmente trovato qualcosa che la rende felice. E, sebbene non abbia sempre un piatto caldo a cena e il  caffè da permettersi ogni mattina, non è consumata da mille desideri. Se provi a chiederle “hai un sogno nel cassetto?” Sospira e poi sorridente risponde: “Vorrei solamente meno sporcizia, vorrei che gli italiani capissero che non è bello buttare robaccia a terra. Vedo tanti bambini farlo, ma le giovani mamme, sempre di corsa, non badano più a certi gesti”. E come darle
torto. La superficialità, la fretta, l’ansia come colonna sonora della nostra vita, tutto questo ci distoglie spesso dalle piccole cose.

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