Municipio 8: avanza il Centrodestra (30,3%), ma il centrosinistra (40,4%) si conferma in testa

di Claudio D’Aguanno

La mappa e il territorio.

I numeri e le percentuali nel voto dei quartieri di Roma 8.

Parliamo d’elezioni a Roma e in particolare di come sono andate nel nostro Municipio. Proviamo cioè a dare i numeri, le cifre assolute o le variazioni percentuali rispetto alle passate consultazioni, cercando di orientarci, prima che sulle valutazioni di primo impatto, sui risultati crudi e asciutti finalmente validati dal Ministero degli Interni. La stampa cittadina ha già ampiamente resocontato riguardo il successo del centrodestra meloniano divagando più che altro sui match nei vari collegi uninominali al Senato come alla Camera. In una riedizione da Domenica Sportiva le cronache capitoline dei fogli più diffusi hanno fissato la performance della formazione “Fratelli d’Italia & Co” in un secco 3 a 0 al Senato doppiato da un analogo 5 a 2 all’uninominale Camera. La coalizione di centrosinistra, infatti, è stata vincente solo nel collegio Lazio 1-U01 (Municipi I e II più zone urbane di Ostiense, Valco San Paolo e Garbatella dell’VIII Municipio) eleggendo Paolo Ciani e nel collegio Lazio 1-U04 (Municipi VII e VIII escluse le zone comprese nell’altro collegio più il comune di Ciampino) dove ha prevalso Roberto Morassut, già deputato Pd. Difficilmente però i resoconti delle partite sono scesi nel dettaglio e i territori interessati, i quindici municipi che compongono l’area comunale, al massimo si sono ridotti a citazione dentro macro aree variamente denominate: il centro storico e la periferia, le zone residenziali versus quelle di borgata, la città ZTL diversa da quella del GRA, Roma sud che arriva al mare di Ostia o quella che guarda a est, per molti vasta e inafferrabile quanto il misterioso “continente orientale” del Trono di Spade ma che le penne pigre dei cronisti riducono spesso alla sola Tor Bella Monica. A questa lettura raggruppata della città elettorale ha certamente contribuito la semplificazione introdotta dalla riforma dei collegi conseguente la riduzione del numero dei parlamentari. Molti municipi sono stati accorpati nello stesso collegio, alcuni come il nostro sono stati spacchettati in due o più porzioni, altri si sono ritrovati a eleggere candidati assieme ai cittadini di altri comuni o provincie. Di qui il tentativo di queste brevi note di calare l’analisi del voto dal cielo delle celebrazioni alla realtà rasoterra dei numeri con particolare attenzione ai quartieri che compongono il nostro municipio.

Primo partito l’astensione

Afflusso alle urne

Il primo dato da rilevare è quello della partecipazione. Mai scarsa come in questa occasione. Alle ore 23 di domenica 25 settembre i votanti a Roma sono stati 1.342.798 pari al 65,3% degli aventi diritto. Alla chiusura delle urne nel 2018 la quota di romani che erano andati a votare era stata del 71,9%. Oggi un ulteriore saldo negativo di quasi 7 punti che tradotto in persone fisiche fa oltre 126 mila renitenti in più rispetto la volta scorsa. Considerando poi le schede bianche o nulle si arriva al record di oltre 800 mila cittadini per nulla coinvolti nella competizione elettorale: in pratica una città, quella della disaffezione e dello scontento, grande quanto Torino o come Firenze e Bologna messe assieme. Di poco ma più confortante l’afflusso nel nostro municipio. Nel 2018 su 99.056 aventi diritto i votanti erano stati 73.944 pari al 74,7%. Oggi su 97.123 iscritti hanno ritirato la scheda in 67.956 ovvero il 70% a cui ne andrebbero aggiunti 4.787 che nell’intimità della cabina hanno scelto di ripiegarla in bianco o di annullarla. I voti validi a Roma 8 si sono fermati così a 63.956.

I voti che contano

La conta dei voti utili per il rinnovo del parlamento repubblicano nell’anno domini 2022 non lascia dubbi riguardo la vittoria sia sul piano nazionale che su quello cittadino della coalizione guidata da Giorgia Meloni. Il centrosinistra messo in campo da Enrico Letta, dato ampiamente per sconfitto alla vigilia, ha confermato i sondaggi e la sua coalizione messa in piedi attraverso accordi e disdette, timidi approcci da “campo largo” seguiti da risolute smentite, non ha retto il confronto con la squadra avversaria. Il meccanismo elettorale ha quindi finito per rendere decisiva, in senso negativo per il centrosinistra, la quota di consenso recuperata dal M5S da una parte e quella acquisita da Azione Italia del tandem Calenda Renzi che nel 2018, va però ricordato, facevano parte del PD. In ogni caso, tornando a smuovere il pallottoliere romano, Fratelli d’Italia è risultato il partito più votato. Leggendo i dati per la Camera, la formazione erede della tradizione missina, a Roma risulta in testa in ben undici municipi su quindici, performance questa realizzata esclusivamente a spese degli altri alleati di coalizione e in minima parte incrementata dal voto di ritorno di qualche ex grillino “di destra”. Nel novembre 1993, elezioni comunali in doppio turno, era stato il MSI di Gianfranco Fini a imporsi superando di oltre 3 punti il PdS di Occhetto (27,7% a 24,4%). Poi al ballottaggio avrebbe vinto Rutelli ma il botto di quell’exploit è rimasto a lungo nell’aria e, al tempo, aprì comunque la corsa di Berlusconi al governo. Oggi il risultato della Meloni appare nei numeri molto simile  (a Roma siamo al 28,6% per Fratelli d’Italia col PD staccato al 23,2%), serve a garantirle la leadership nei confronti dei cannibalizzati Forza Italia e Lega, vale la presidenza del consiglio ma forse ha più d’una smagliatura nella trama. La vittoria del centrodestra infatti, ma questo vale per tutti viste le quote d’astensione, è difficilmente spendibile nella nostra città con titoli di circostanza tipo “Roma ha scelto Meloni” o “l’Italia s’è destra” con annessi cori da stadio al seguito. Il suo “personale” 28,6% (357.821 voti) riportato al totale degli aventi diritto (2.055.382) scala al 17,4% ovvero un romano su sei. Per completezza, usando identico metro, il PD passerebbe al 14,1 con il M5S all’8,5 e così via gli altri. Altra considerazione che abbassa un po’ il tasso di brillantezza del risultato è la considerazione che ben altri contrasti avrebbe trovato la coalizione dell’amica di Vox con un fronte avversario più competitivo e all’altezza della sfida tracciata. Su quindici municipi, per fare un esempio, sono solo due (Roma 6 e Roma 15) quelli di assoluta e straripante presenza di centrodestra. Nei rimanenti, il che vuol dire nella più parte dei collegi elettorali, una meno sparpagliata e più larga alleanza di centrosinistra sarebbe andata a rete con frequenza più certa. Ma queste, obiezione oltremodo legittima, sono solo valutazioni contabili, “profezie del giorno dopo” che poco intercettano il momento critico di PD e dintorni e che rimandano quindi ad una diversa stagione per misurare nuovi rapporti di forza e orizzonti politici più aperti dell’attuale.

Un municipio resistente  

Elezioni 2022 – Camera dei Deputati

Tra tutti i municipi quello di Roma 8 continua ad offrire risposte positive per il “popolo della sinistra”. Una campagna elettorale molto baldanzosa di Fratelli d’Italia aveva messo in scena una sorta di “marcia su Garbatella” che è rimasta però scarsa di numeri e priva delle sperate adunate. Dopo il flop del comizio in piazza Biffi è arrivato il responso delle urne e il successo rivendicato a caldo dagli esponenti meloniani appartiene, per usare una felice espressione di Enzo Foschi, “più al folklore” che alla realtà dei fatti. Ma riprendiamo i numeri in mano offrendo innanzitutto le coordinate utilizzate: fonte dei dati il sito istituzionale del Comune di Roma[1] voce del menu download, pacchetti di voti consultati quelli della Camera dei Deputati disponibili su fogli excel, le sezioni elettorali su cui s’è più fermata l’analisi ovviamente quelle riferibili al municipio 8 e deducibili dai collegi 1 e 4. Il nostro territorio è stato quindi suddiviso in dieci aree in parte corrispondenti alle zone urbanistiche ufficiali: Appia Antica Torricola, Ostiense Gazometro, Garbatella, Ostiense Valco San Paolo, Navigatori Bompiani, Tor Marancia Lante, Montagnola Tre Fontane, Ottavocolle Vigna Murata, Roma 70 Grottaperfetta, Appia Antica Sud. L’assegnazione delle sezioni a ciascuna area è avvenuta sulla base del “viario elettorale” anche questo consultabile sulle pagine comunali citate. Ciò chiarito queste le cifre espresse dalle nostre parti messe a confronto con la passata consultazione.

[1] https://www.elezioni.comune.roma.it/elezioni/2022/politiche/p092022/index.shtml

Rispetto al 2018 la coalizione di centrosinistra, pur perdendo una buona fetta del suo elettorato, mantiene inalterato il proprio peso percentuale (40,4) e regge bene l’incremento del centrodestra (dal 27,4 al 30,3). Il PD orfano della coppia Calenda Renzi accusa una perdita di qualche centinaio di voti ma incrementa la propria quota dal 26,1 al 27,9. Stabile il quadro a sinistra con SI/Verdi che confermano i voti di LeU mentre, fuori coalizione, l’Unione Popolare non migliora la prestazione di Potere al Popolo. Il boom di Fratelli d’Italia è innegabile: più 8439 voti e salto in alto con l’asticella che passa dal 9,2% al 23,5%. La relazione con i consensi persi da Salvini e Berlusconi è addirittura algebrica. A fare da tesoretto alla Meloni la riserva di voti degli alleati che o scompaiono o si riducono al limite della soglia di rappresentanza (3,3 Forza Italia e 2,9 Lega). Più che dimezzato il Movimento 5 Stelle (dal 26,2 al 12,6) mentre la nuova Azione Italia Viva incassa un 11,3%. Per quest’ultima formazione l’unico raffronto possibile è con il risultato di un anno fa alle amministrative dove Calenda in questo municipio aveva toccato oltre 10 mila voti con il 20,3%.

Il voto nei quartieri di Roma 8

Entrando più nel dettaglio del territorio di Roma 8 appare ancor meglio pronunciata la tenuta del centrosinistra. Motivi di soddisfazione per l’alleanza guidata da Giorgia Meloni giungono dalle zone urbanistiche più decentrate, Appia Antica Torricola e Appia Antica Sud, ovvero quell’area di confine del municipio a più bassa densità abitativa che si allunga dalle ville dell’Appia alla campagna di Fioranello. Ben altro colore invece assume la conferma al centrosinistra negli altri quadranti. Tra la Piramide e il Gazometro il consenso va oltre il 46% col PD che si avvicina al 30%. A Ostiense Valco San Paolo e Roma 70 il voto al centrosinistra supera il 40%. Sopra il 38% a Navigatori, Montagnola e Tor Marancia dove anche il M5S ottiene il suo massimo con il 14,9% molto al di sotto del 2018. I punti di forza della lista Calenda si confermano i quartieri di Navigatori e Ottavocolle ma, mirando al cuore della cronaca, è proprio da Garbatella che vengono le cifre più chiare della avventatezza dei proclami della vigilia lanciati dalla compagine di Fratelli d’Italia. I risultati ben riportati in tabella sono addirittura più evidenti se, riferendosi appunto “all’aprico quartiere”, si limita l’analisi ai soli lotti storici dove il PD qui è al 28,5%, Sinistra Italiana supera il 10%, la Bonino al 5% e il Movimento 5 Stelle sfiora il 15%. Magra consolazione per Giorgia Meloni, nel deficit di prestazione dei propri partners, un buon 20,6% (20,1 nei lotti). Per la neo premier la “presa di Garbatella” rimane dunque un sogno, chissà quanto coltivato nei lunghi anni passati nella sezione ormai spenta di via Guendalina Borghese, e oggi una volta di più inattuato. Anzi del tutto scartato perfino dagli elettori di quelle abitazioni ex Incis una volta feudo Msi dove lei è cresciuta. La sezione elettorale 1259, proprio quella d’iscrizione della leader da giovane, ha dato infatti il 32,3% al PD (187 voti) e addirittura il 17,9% a Sinistra Italiana / Verdi (103 voti) che per l’occasione ha battuto appunto Fratelli d’Italia fermi al 15,7% (91 voti). Non pervenuti, forse perché non invitati in casa Meloni, sia Salvini che Berlusconi (rispettivamente 5 e 7 voti).

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