Luci e ombre nel restauro di Via delle Sette Chiese

Luci e ombre nel restauro di Via delle Sette Chiese

di Cosmo Barbato

Chi può dubitare dell’opportunità di rivalutare il tracciato della storica antica Via delle Sette Chiese, un luogo della memoria così importante? Essa rappresentava, in epoca romana, una tangenziale di collegamento extaurbano di importanti strade dirette verso la città (Tevere, Ostiense, Laurentina, Ardeatina e Appia).  …..

Luci e ombre nel restauro di Via delle Sette Chiese

di Cosmo Barbato

Chi può dubitare dell’opportunità di rivalutare il tracciato della storica antica Via delle Sette Chiese, un luogo della memoria così importante? Essa rappresentava, in epoca romana, una tangenziale di collegamento extaurbano di importanti strade dirette verso la città (Tevere, Ostiense, Laurentina, Ardeatina e Appia).

Ha  rappresentato poi per secoli il percorso dei pellegrini in visita ai cimiteri cristiani che si dipanano nel suo sottosuolo e dalla seconda metà del ‘500 ha costituito parte del tragitto inaugurato da San Filippo Neri per la visita penitenziale del giovedì grasso alle sette maggiori basiliche romane.
Ai giorni nostri, cioè dal 1920, ha rappresentato l’asse portante del nuovo quartiere della Garbatella: peccato però che dopo pochi lustri un’urbanistica raffazzonata abbia distolto l’interesse dalla nostra via, spezzettata in tratti con sensi di marcia divergenti tra loro, rotta da piazze poste fuori asse (Largo delle Sette Chiese, Piazza Sant’Eurosia), troncata dalla Cristoforo Colombo, senza che fosse stato posto in opera alcun accorgimento architettonico che ne indicasse l’unità.
Era dunque opportuno che si ponesse mano a una sua rivalutazione, cercando di salvare il salvabile, anche se si sapeva che non sarebbe stato possibile ricreare un percorso omogeneo e unitario. Si cominciò qualche anno fa, includendo nel bel parco di San Filippo Neri il tratto che va da Piazza Sant’Eurosia a Piazza Oderico da Pordenone.
Qui, per la verità, la via poco si distingue dal contesto perché si confonde col parco: ma non si poteva fare di più. Poi, nel 2006, giusto un anno fa, si pose mano al tratto tra Largo delle Sette Chiese e Via Guglielmotti: percorso pedonale in sampietrini, affiancato da aiuole.
Bello il progetto. Ma poi, come tante cose che si realizzano a Roma, non si riesce a completare l’opera. Ci sono stati i ritardi dell’Acea per impiantare la nuova bella illuminazione; a oggi latita il servizio giardini che dovrebbe sistemare le aiuole che affiancano il percorso, le quali attualmente si presentano come delle vasche quadrangolari piene di fango o di polvere (a proposito, chi si occuperà poi della manutenzione?

Il  verde richiede innaffiature e tosature continue); manca soprattutto la segnaletica che indichi che la zona è riservata ai pedoni, col bel risultato che il percorso pedonale si è già trasformato in un parcheggio di auto.
Quando si comincia male è difficile in seguito correggere le cattive abitudini. Ristrutturazione di Piazza Sant’Eurosia. Il progetto va inquadrato nella utile revisione dei sensi di marcia per le auto in tutta quella zona. Ciò premesso, resta incomprensibile la prevalente destinazione ad uso pedonale di quello spazio, se si considera che la piazza è contigua al vasto parco di San Filippo Neri, dove è agevolmente possibile svolgere varie attività di incontro.
Almeno  un lato della piazza, quello che confina con il Lotto 24, poteva essere destinato a parcheggio, considerando che in tutte le zone limitrofe non si riesce più a trovare un posto per fermare l’auto.
Bella la sistemazione del tratto che va da Piazza Sant’Eurosia a Largo delle Sette Chiese con il parcheggio a pettine su un solo lato della strada, un’ ottima illuminazione, un marciapiede alberato sull’altro lato della via.
Non si capisce però che senso abbia la collocazione su questo marciapiede di tante miniaiuole strette e lunghe che, oltre a richiedere una futura manutenzione di difficile attuazione, rappresentano anche un intralcio per il movimento dei pedoni.
Molte polemiche sta suscitando la risistemazione del Largo delle Sette Chiese, dove è previsto un notevole ampliamento degli spazi pedonali.
Tra i motivi delle polemiche, il progettato spostamento del monumento alla Resistenza dello scultore Cesare Esposito, un’opera moderna in acciaio inossidabile e cemento inaugurata nel 1974, vincitrice di un concorso – sottolinea l’autore – nella cui giuria c’erano personaggi del livello di Paola Della Pergola e Carlo Pietrangeli. E’ risultato che il monumento non possa essere rimosso senza che si danneggi in modo irreparabile.
Quindi, il progetto della piazza è da rivedere, salvaguardando la centralità del monumento.
Infine, la rivisitazione di Largo Bompiani, col suo giardinetto centrale e con un altro monumento dedicato nel 1977 alla Resistenza “dal comitato unitario del quartiere Ardeatino”, come si legge in un’epigrafe.
Ne risulta una bella sistemazione come luogo di sosta per i pedoni, una piccola oasi pur in uno spazio congestionato dal traffico veicolare.
C’è solo da augurarsi che l’utilizzo di materiali abbastanza delicati regga ai vandalismi purtroppo tanto diffusi.
Per completare il lavoro, occorre che la Soprintendenza ponga mano al restauro del monumento, un’opera in rame battuto dello scultore G. Tamburrino.
Altri tratti della Via delle Sette Chiese aspettano interventi di restauro, come per esempio quello che si confonde con la Piazza dei Navigatori, che è destinato a subire profonde manomissioni in ordine alla creazione di infrastrutture imposte dall’intenso traffico proveniente dalla Via Ardeatina; oppure, più modestamente, come quello che va da Piazza Oderico da Pordenone al taglio della Colombo, ridotto a un vicoletto e in parte a una discarica, benché acceda a una importante istituzione culturale, la Libera Università San Pio V.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 4 – Luglio 2007

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