La ‘scoletta’ ma anche un Raffaello tra gli affari di Filippo Sergardi

La ‘scoletta’ ma anche un Raffaello tra gli affari di Filippo Sergardi

Il nobile senese, committente del casino di caccia trasformato nel 1927 nella Scuola dei bimbi della Garbatella, arrivò a Roma presso la corte papale all’inizio del 1500.
Acquistò da Raffaello “La bella giardiniera” che rivendette a Francesco I di Francia: oggi il quadro è  al Louvre

di Cosmo Barbato

Il nobile toscano che, nel ‘500, si fece costruire la …..

La ‘scoletta’ ma anche un Raffaello tra gli affari di Filippo Sergardi

Il nobile senese, committente del casino di caccia trasformato nel 1927 nella Scuola dei bimbi della Garbatella, arrivò a Roma presso la corte papale all’inizio del 1500.
Acquistò da Raffaello “La bella giardiniera” che rivendette a Francesco I di Francia: oggi il quadro è  al Louvre

di Cosmo Barbato

Il nobile toscano che, nel ‘500, si fece costruire la bella villa di campagna, nucleo centrale dell’attuale “scoletta” della Garbatella, fu anche il committente o l’acquirente del celebre dipinto di Raffaello “La bella giardiniera”.
Raffaello Sanzio, Si chiamava Filippo Sergardi. Non credo che i lettori si ricordino di questo nome. Ne parlammo ampiamente nel numero di Cara Garbatella del novembre del 2008 in un servizio appunto sulla “scoletta”, la scuola dei bimbi di Piazza Nicola Longobardi, nel cuore del quartiere. Raccontavamo che la bella architettura del nucleo centrale della “scoletta”, con i tre archi di base e la loggia al primo piano, appartenne all’ex casino di caccia o villa di campagna di un nobile senese che nei primi anni del 1500 si era trasferito a Roma presso la corte papale, appunto Filippo Sergardi. Giunto da Siena a Roma sostenuto da forti aderenze, raggiunse i più alti gradi della curia fino a quello di chierico di Camera e segretario dei Brevi di papa Leone X e infine quello di decano della
Camera Apostolica.
Nell’articolo di novembre del 2008 spiegavamo come la villa, pervenuta dopo innumerevoli passaggi di proprietà all’Istituto Case Popolari, fu affidata nel 1927 alle cure dell’architetto Innocenzo Sabbatini, il quale ampliò egregiamente quel piccolo edificio, aggiungendovi due armoniose ali e creando le condizioni perché potesse degnamente ospitare la scuola dei bimbi, cioè l’asilo per l’infanzia del quartiere che, fondato nel 1920, in quegli anni si andava rapidamente sviluppando.

Filippo Sergardi, originario di Montalcino, si era in precedenza affermato presso la ricca borghesia
senese. Era amico del principe Agostino Chigi, quel famoso banchiere di Siena soprannominato il
Magnifico, che finanziava lo Stato della Santa Sede. A Roma il Chigi si era fatto costruire da Baldassarre Peruzzi la splendida villa presso il Tevere che conosciamo col nome di Farnesina.
Si racconta che, durante una sontuosa cena offerta in villa al papa Leone X e al suo seguito, i piatti d’oro contenenti le vivande dopo l’uso venissero gettati verso il fiume (sicuramente ci sarà stato qualche servo del principe pronto a recuperarli…).
Di Agostino Chigi il Sergardi più tardi fu addirittura l’esecutore testamentario.
Ma torniamo al nostro Filippo Sergardi. I suoi affari più che sul denaro si concentrarono sugli immobili. La villa della Garbatella (o, meglio, dei Colli di San Paolo, come allora si chiamava la nostra zona) rivela certamente l’impronta di un architetto illustre. Non ce ne è pervenuto il nome, ma sicuramente si dovrà cercare nell’atelier di Raffaello o di Baldassarre Peruzzi, entrambi operanti nell’Urbe in quegli anni che precedettero il Sacco di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi di Carlo V. Ma il Sergardi coltivava anche interessi più raffinati.
Egli frequentava gli studi dei grandi pittori presenti a Roma in quel periodo.
Sicuramente quello di Sebastiano Del Piombo. Al Peruzzi commissionò, per la bella chiesa romana di Santa Maria della Pace, la “Presentazione della Vergine al Tempio” il cui disegno progettuale è
conservato al Louvre (tra i personaggi ivi effigiati è stato riconosciuto lo stesso Sergardi).
Ebbe soprattutto rapporti proprio con Raffaello, dal quale acquistò la splendida tavola della “Madonna col Bambino e San Giovannino”, detta anche “La bella giardiniera” (a causa del vestito da contadina della Vergine).
Reca una data di incerta  lettura: 1507 o 1508. Ma il Sergardi non fu spinto solo dall’amore per l’arte, perché subito rivendette il celebre quadro a Francesco I re di Francia.
La pregevole opera è finita poi ad arricchire le collezioni del Louvre, presso il quale è possibile ancora oggi ammirarla. Per la Francia si trattò dunque di un acquisto legittimo e non di una delle tante prede di guerra acquisite dai francesi in Italia.
Non sappiamo quanto fruttò al Sergardi quell’affare ma, conoscendo quanto già ai suoi tempi fosse valutato Raffaello, certo non dovette trattarsi di spiccioli.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 6 – Dicembre 2009

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