Totò nella Scuola dei Bimbi

Totò nella Scuola dei Bimbi

Nella “Scoletta” nel 1958 furono girate alcune scene del film di Antonio Musu “Totò e Marcellino”, protagonisti
Totò e Pablito Calvo, l’attore-bambino già famoso interprete del film di Vaida “Marcellino pane e vino” del 1955

di Claudio D’Aquanno

Un ottimo articolo di Cosmo Barbato, sull’ultimo numero di Cara Garbatella, ha acceso i riflettori sulla storia di Villa Sergardi e sull’invenzione della Scuola dei Bimbi di Piazza Nicola Longobardi. Il luogo, in pieno medioevo, dominava la valle della Travicella ed era ben attrezzato a vigne e campi coltivati. …..

Totò nella Scuola dei Bimbi

Nella “Scoletta” nel 1958 furono girate alcune scene del film di Antonio Musu “Totò e Marcellino”, protagonisti
Totò e Pablito Calvo, l’attore-bambino già famoso interprete del film di Vaida “Marcellino pane e vino” del 1955

di Claudio D’Aquanno

Un ottimo articolo di Cosmo Barbato, sull’ultimo numero di Cara Garbatella, ha acceso i riflettori sulla storia di Villa Sergardi e sull’invenzione della Scuola dei Bimbi di Piazza Nicola Longobardi. Il luogo, in pieno medioevo, dominava la valle della Travicella ed era ben attrezzato a vigne e campi coltivati.
Agli inizi del ‘500 la proprietà, forse dei monaci di Sant’Alessio, fu acquistata dal nobile senese Filippo Sergardi che costruì la sua dimora di campagna di gran gusto rinascimentale. La villa, passata di mano in mano, si ritrovò poi nel 1927 ad essere risistemata a Scuola materna dall’estro dell’architetto Innocenzo Sabbatini.
In ottant’anni di vita ha visto crescere generazioni di bambini portati per mano da genitori o nonni. La scuola, sempre molto presente nella vita del quartiere, vanta anche una citazione d’autore.

Nella “Parlammo di tante cose: lei mi raccontò tutta o quasi la vita sua, l’infanzia con i numerosi fratelli nella casa di Testaccio a Roma, l’adolescenza nel collegio delle monache, dove aveva imparato diverse cose non propriamente belle, il diploma da maestra giardiniera, il primo incarico da insegnante in una specie di Montessori, ai ragazzini riccetti di Tormarancio e della Garbatella”.
Scrive così Luciano Bianciardi in “Aprire il Fuoco”, uno dei suoi romanzi di ambientazione risorgimentale, dove le giornate insurrezionali antiaustriache si intrecciano con la contestazione del 68. Il personaggio femminile si chiama Giuditta, romana salita su a Milano nei giorni della rivolta, ed è facile riconoscervi la figura di Maria Jatosti, sua compagna d’un lungo pezzo di vita. Altri cenni al quartiere appaiono in altri suoi scritti anche se a zonzo per lotti e stradine non l’ha mai visto nessuno La Casa dei Bimbi appare inquadrata anche in “Caro diario” di Nanni Moretti ma nel ’58 era toccato a Totò, con largo anticipo su tutta una sfilza di serial tivvù, farsi vedere nel giardino della scuola.
I diversi fotogrammi che lo ritraggono – anche a colloquio con la maestra Wandisa Guida – appartengono al film di Antonio Musu titolato “Totò e Marcellino”. Il nostro principe De Curtis vi recita la parte d’un ladruncolo sorpreso a rubare che, per sfuggire la cattura e svoltare la propria vita precaria, accetta di buon grado d’essere scambiato per lo zio “adottivo” di
Marcellino Pablito Calvo.
Il film, dove recitano anche apprezzati attori come Memmo Carotenuto nei i panni della guardia Zeffirino, ebbe però accoglienze tiepide e più d’un critico, compresa la cattolicissima “Rivista del Cinematografo”, scrisse stroncature feroci, prive di cristiana comprensione e senza possibile appello: “Il canovaccio a cui hanno posto mano gli immancabili Franciosa e Festa Campanile – scrive “Cinema Nuovo” del 15 maggio 1958 – rimescola motivi dickensiani e chapliniani con un trito sentimentalismo ricattatorio a base di orfanismo e mammismo, di inferno e paradiso, nell’evidente mira di assicurarsi in partenza un posto nei circuiti parrocchiali”.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 5 -Dicembre 2008

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