Paura nei lotti della Garbatella
“La mattina del 16 ottobre 1943, quello del rastrellamento del ghetto, ci avvisarono che sarebbero arrivati i tedeschi anche alla Garbatella. Avevo appena 9 anni e di corsa andai ad avvisare le famiglie ebraiche nei lotti vicini: i Pavoncello, i Zarfati e altri.
Cosi riuscimmo a fuggire e a evitare il campo di sterminio”. Così ricorda Settimio Limentani, 89 anni, insieme alla sorella Allegra, per tutti “Lella” la lavandaia, sulle scale della palazzina C del lotto 27a in via Roberto De Nobili 13, dove nel giorno della Memoria è stata apposta una targa ricordo dall’associazione il Civico Giusto.
Lì abitava la famiglia Limentani, al quarto piano e lì furono nascosti in uno scantinato per tutto il periodo del terrore nazista. I coinquilini sapevano ma nessuno parlò.
La testimonianza di Lella Limentani
“Quando furono emanate le leggi razziali-aggiunge Lella-alla scuola elementare Michele Bianchi di piazza Damiano Sauli, oggi Cesare Battisti, ci relegarono tutti in una sola classe ebraica. C’erano bambini di Prima insieme a quelli di Quinta. E poi, quando suonava la campanella, dovevamo uscire da scuola dalla scala di servizio, quella laterale, per non mischiarci con gli altri bambini”.
Le dichiarazioni di Amedeo Ciaccheri
Alla ricorrenza del Civico Giusto hanno partecipato una classe della scuola elementare Cesare Battisti e i ragazzi del Liceo Socrate. “Con queste iniziative- ha detto il presidente dell’VIII Municipio Amedeo Ciaccheri- vogliamo far parlare i palazzi, i luoghi che attraversiamo quotidianamente.
Quì la famiglia Limentani fu aiutata, in un abbraccio corale, da tutti gli abitanti del lotto 27 e queste storie devono essere ricordate.”





