Un brutto ferragosto per le dieci famiglie costrette allo sgombero
Sgomento, paura, rabbia, ma anche rassegnazione. È ciò che serpeggia tra gli abitanti di via Vettor Fausto 32, nel cuore della Garbatella. Giovedì scorso le crepe all’esterno della palazzina risalente ai primi anni ’30 del Lotto 16 avevano fatto temere il peggio, tanto che l’arrivo dei Vigili del Fuoco e della Polizia Locale – messi in allarme dagli stessi inquilini dello stabile ATER – era stato tempestivo. Dopo un rapido sopralluogo è stato deciso di evacuare le famiglie, dieci in tutto, residenti nelle scale A e B.
Alcuni, quelli più fortunati, hanno scelto di essere ospitati da parenti e amici, altri sono stati trasferiti in alcune pensioni presso la Stazione Termini.
Il palazzo, completamente recintato, è finito sotto sequestro, ma l’indomani è stato consentito agli inquilini di recuperare alcuni effetti personali o di valore.
In un primo momento, in merito alla comparsa delle nuove crepe, erano balenate diverse ipotesi quali lo spostamento di un muro portante o la rimozione di una colonna dopo alcuni lavori di ristrutturazione. Ma per ora non c’è alcun riscontro oggettivo, bisognerà attendere ulteriori sopralluoghi da parte dei tecnici e degli ingegneri, mentre alcune voci raccolte nel Lotto parlano di problemi alle fondamenta. Le persone più anziane che abitano nei dintorni, o quelle con più memoria, ricordano che da almeno quarant’anni quella palazzina ha dato problemi di stabilità, tanto è vero che sono ancora evidenti alcuni interventi di tamponatura quali l’inserimento di catene e tondini tra la facciata di via Vettor Fausto e il retro che affaccia sul cortile interno.
Inoltre è emerso che da oltre dieci anni gli abitanti della palazzina lamentavano di finestre che si chiudevano male o rimanevano bloccate a causa di dislivelli, o dagli stipiti delle porte che non ne consentivano il serraggio. Le ultime crepe comparse di recente, e ben visibili sopra l’ingresso di uno dei negozi dismessi da tempo, hanno quindi alzato ulteriormente il livello di attenzione.


La memoria non può non andare alla tragedia del Portuense quando uno stabile di via di Vigna Jacobini nella notte del 16 dicembre del 1998 si sbriciolò letteralmente inghiottendo 27 persone. Il procedimento penale che ne seguì accertò che il crollo dell’edificio fu causato da errori progettuali e dalla scarsa qualità ed estrema disomogeneità del calcestruzzo.
“È stata quasi un’escalation– racconta Mauro abitante pochi metri distante – perché questa vicenda va avanti da tantissimo tempo. Ero andato a portare le medicine a mia sorella quando improvvisamente sono arrivati i Vigili del Fuoco; prima o poi ce lo aspettavamo, sono diversi gli stabili del quartiere che presentano non pochi problemi. Recentemente al Lotto 8 è stato necessario intervenire sulle fondamenta. Il pensiero va in primo luogo alle famiglie sgomberate che abitano qui da una vita, ci conosciamo tutti”.
C’è preoccupazione anche tra gli inquilini della adiacente scala C dove la palazzina presenta evidenti segni di ammaloramento e dove comunque c’è poca voglia di parlare. Qualcuno ricorda le numerose richieste di intervento ai Vigili del Fuoco per verificare lo stato della struttura e delle successive relazioni consegnate a cui l’ATER sembra non abbia dato seguito.
Intanto anche il forno, l’unica attività commerciale presente in quella porzione di strada, è stato costretto a chiudere.
Stefano Baiocchi





