Mercato coperto di Via Passino: un vero mistero lo stop ai lavori

Mercato coperto di Via Passino: un vero mistero lo stop ai lavori

Una diffida giudiziaria avrebbe provocato la sospensione

di Eraldo Saccinto

Inostri più assidui lettori ricorderanno l’enfasi con la quale, non più tardi di qualche mese fa, comunicavamo la ripresa dei lavori di ristrutturazione del Mercato  coperto di Via Passino. Eravamo nel mese di febbraio e davamo conto di una iniziativa tenutasi presso la Casa del Municipio durante la quale fu dato l’annuncio che i lavori, prontamente ripresi, sarebbero terminati …..

Mercato coperto di Via Passino: un vero mistero lo stop ai lavori

Una diffida giudiziaria avrebbe provocato la sospensione

di Eraldo Saccinto

Inostri più assidui lettori ricorderanno l’enfasi con la quale, non più tardi di qualche mese fa, comunicavamo la ripresa dei lavori di ristrutturazione del Mercato  coperto di Via Passino. Eravamo nel mese di febbraio e davamo conto di una iniziativa tenutasi presso la Casa del Municipio durante la quale fu dato l’annuncio che i lavori, prontamente ripresi, sarebbero terminati inderogabilmente entro il mese di maggio del 2008. Le operazioni di riqualificazione, avviate e fermate più volte negli scorsi anni, avevano all’epoca subìto una lunga interruzione, a causa della necessità di rivedere la fase progettuale, in modo da adeguare la struttura del mercato alle normative della nuova legge antisismica della Regione Lazio.
Tutto lasciava supporre che questa storia infinita stesse terminando, riportando così al suo vecchio ruolo il mercato della Garbatella. Sono passati oltre otto mesi da allora e la situazione non è mutata di una virgola.
Il mistero attorno allo storico mercato di Via Passino si infittisce e neppure l’attuale amministrazione municipale, parzialmente rinnovata dalle ultime elezioni, sembra avere la capacità di dare risposte. Il presidente del Municipio, Andrea Catarci, ha rilasciato a questo proposito la seguente dichiarazione: “Da qualche mese la situazione è inspiegabilmente ferma e, malgrado le reiterate richieste di informazioni, non ci è mai stata data alcuna spiegazione.
Nonostante le richieste di informazioni verso il Dipartimento e all’Assessore Ghera, ad oggi non abbiamo avuto ancora nessuna risposta”. Dello stesso tenore le dichiara zioni dell’assessore municipale Attanasio: “Il cantiere è fermo ed il Comune non fornisce spiegazioni. Probabilmente l’amministrazione comunale è presa da richieste più urgenti della nostra ma noi stiamo comunque cercando di darci da fare per risolvere, al più presto, la situazione”.
Una segnalazione ricevuta dal nostro giornale ci permette forse di poter gettare una lama di luce in queste tenebre. Siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di un documento dal quale risulterebbe che il vero ostacolo alla ripresa dei lavori non sarebbe di natura politica ma legale.
Si tratterebbe di una diffida per la sospensione dei lavori e sarebbe stata redatta dopo un approfondito esame degli elaborati e dei documenti tecnici messi finalmente a disposizione degli esercenti dagli uffici comunali. Si tratterebbe soprattutto di dubbi connessi all’idoneità dei punti vendita e di sicurezza del posto di lavoro. Il progetto esecutivo non consentirebbe di individuare le aree nelle quali si intendono collocare gli alimentari né se esistono i requisiti in ragione delle prescrizioni normative vigenti relative ad esempio al percorso merci e l’individuazione delle zone di carico e scarico, per cui, a prescindere dalle ovvie considerazioni riguardanti le vie di accesso e i problemi di congestione del traffico, le perplessità diventano ancora più serie ove si considerino le singole categorie di merci da trasportare, alcune delle quali soggette a contaminazione.
La scelta dell’amministrazione inoltre sembra sia stata quella di consegnare i box dedicati agli alimentari al rustico e di non specializzare le dotazioni per prodotto, per cui non tutti gli operatori avrebbero le necessarie autorizzazioni, in particolare quella sanitaria, essenziali per lo svolgimento dell’attività. Dall’analisi emergerebbe infine che non ci sono gli spazi per tutti. Infatti, laddove precedentemente erano presenti 21 operatori, ora lo spazio previsto sarebbe per 15, senza che all’interno della struttura sia dato individuare ulteriori spazi idonei ad ospitare le attività.
Questi sembrerebbero essere i punti, alla luce dei  quali il progetto sembrerebbe da un lato violare le prescrizioni legislative e regolamentari di igiene e sicurezza e dall’altro la certezza di vedersi assegnato il posto dove lavorare.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 5 -Novembre 2008

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