ATER – Completata l’operazione sanatoria
Le grandi manovre dell’Ente in vista della dismissione del patrimonio
di Antonella Di Grazia
L’ATER ha deciso di operare su più fronti. Ultima in ordine di tempo è stata l’operazione “sanatoria” per le occupazioni senza titolo, chiusasi il 19 dicembre 2007. L’Istituto ha deciso con questa iniziativa di sanare la posizione di coloro che hanno occupato un immobile prima del 20 novembre 2006.
Per chi ha …..
ATER – Completata l’operazione sanatoria
Le grandi manovre dell’Ente in vista della dismissione del patrimonio
di Antonella Di Grazia
L’ATER ha deciso di operare su più fronti. Ultima in ordine di tempo è stata l’operazione “sanatoria” per le occupazioni senza titolo, chiusasi il 19 dicembre 2007. L’Istituto ha deciso con questa iniziativa di sanare la posizione di coloro che hanno occupato un immobile prima del 20 novembre 2006.
Per chi ha occupato dopo tale data o non rientra nel regolamento della sanatoria (cioè 30.000 euro l’anno di reddito per i lavoratori dipendenti o 18.000 se lavoratori autonomi, con la possibilità di scalare 2.000 euro per ogni familiare a carico fino ad un massimo di tre persone) sembra non ci sia alternativa al provvedimento di sgombero. Tra l’altro, la notizia è degli ultimi giorni, stanno piovendo un ingente numero di multe, destinate a chi, pur avendo fatto richiesta di sanatoria, non è in grado di dimostrare che la sua occupazione abusiva risalga ad un periodo precedente il 20 novembre 2006, cioè chi non si era autodenunciato o non aveva avuto la visita dei vigili urbani per la conferma dell’occupazione oppure non era presente nei certificati storico-anagrafici alla data.
E’ partita, nel frattempo, la per la verità poco trasparente operazione “morosità”, con la quale l’ATER è riuscita nell’intento di incamerare circa 22 milioni di euro. Questa operazione, se da una parte ha permesso agli inquilini di mettere in regola la propria posizione, dall’altra ha permesso all’Ente di avere a disposizione una goccia d’acqua nel mare de suoi debiti quantificati alla fine del 2005 in circa 700 milioni di euro, con una esposizione mensile di circa 5 milioni.
Il terzo fronte riguarda il piano di dismissione del patrimonio dell’ Istituto, oberato come detto da una montagna di debiti, eredità di una gestione scapestrata, che si pensa di risanare modificando la legge 42/91 la quale, ad oggi, concede agli inquilini ATER la possibilità di comprare usufruendo degli abbattimenti del 30%. Gli abitanti del nostro quartiere, che conoscono bene la situazione degli immobili dell’ex IACP del nostro territorio, sanno che non c’e’ mai stata nessuna svendopoli, che non c’e’ mai stato nessun privilegio perché la fatiscenza nella quale è stato abbandonato il patrimonio ATER negli anni sia dalla destra, sia purtroppo dal centrosinistra, è stato tamponato e riparato dagli inquilini stessi a loro spese.
Per il momento è ancora in atto il blocco delle vendite disposto dalla Giunta regionale, in attesa della preparazione di una nuova Legge regionale che regolarizzi le dismissioni. A quanto è dato sapere, il progetto prevede la vendita di circa 15.000 alloggi in una unica tranche, da realizzarsi durante i prossimi tre anni. L’operazione dovrebbe avvalersi del supporto di istituti di credito e di “soggetti esterni” per la semplificazione delle pratiche e di “anticipazioni di cassa”. A sentire il presidente dell’ATER, non si tratterebbe di cartolarizzazione vera e propria, perché dovrebbero restare in vigore le tutele e le salvaguardie per quegli inquilini che non vogliono (o non possono) comprare. Ci sarà da capire, una volta consegnati interi immobili per la vendita, se e in che modo gli istituti di credito, divenuti proprietari grazie all’anticipazione di cassa, manterranno quanto concordato.
Nel frattempo sta montando l’idea che, essendo divenuta Garbatella “zona di pregio”, il valore degli immobili debba essere quello di mercato. Con tante grazie da chi quel patrimonio, che l’Istituto aveva dismesso a prezzi di favore negli ultimi venti anni, era riuscito in qualche modo ad acquistare, ritrovandosi ora con un “immobile di valore” ed in barba a chi non è stato così fortunato.
Si potrebbe verificare il paradosso per cui due inquilini abitanti sullo stesso pianerottolo, acquistando l’abitazione in tempi differenti, pagherebbero un immobile della stessa tipologia in modo diametralmente opposto. Dulcis in fundo, i nostri lettori affittuari delle case ATER avranno trovato nelle loro cassette postali un giornalino, pomposamente chiamato “Il Corriere dell’ATER”. Con questo l’Istituto pensa di ritenere di aver colmato la grave lacuna di non essersi presentato ai propri inquilini per una cinquantina d’anni.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 5 – Marzo 2008