“Fare qualcosa di buono per i cittadini”

Intervista a Flavia Micci, consigliere municipale capogruppo dei Ds

“Fare qualcosa di buono per i cittadini”

di Antonella Di Grazia

Flavia Micci ha 38 anni e vive alla Garbatella. E’ avvocato civilista e si occupa principalmente di diritto del lavoro e previdenziale e di diritto di famiglia. Da circa sette anni, presso la sezione dei Democratici di Sinistra della Garbatella, si interessa di politiche sociali e cura lo Sportello di Consulenza gratuita per le Case popolari Ater ex-Iacp. In tale ambito ha assistito molti cittadini nella presentazione delle domande di sanatoria e nella risoluzione di problematiche relative alle volture dei contratti, alle morosità, alle domande di assegnazione, ai patti di futura vendita e più in generale a tutto quel che concerne le abitazioni Ater e del Comune di Roma. …..

Intervista a Flavia Micci, consigliere municipale capogruppo dei Ds

“Fare qualcosa di buono per i cittadini”

di Antonella Di Grazia

Flavia Micci ha 38 anni e vive alla Garbatella. E’ avvocato civilista e si occupa principalmente di diritto del lavoro e previdenziale e di diritto di famiglia. Da circa sette anni, presso la sezione dei Democratici di Sinistra della Garbatella, si interessa di politiche sociali e cura lo Sportello di Consulenza gratuita per le Case popolari Ater ex-Iacp. In tale ambito ha assistito molti cittadini nella presentazione delle domande di sanatoria e nella risoluzione di problematiche relative alle volture dei contratti, alle morosità, alle domande di assegnazione, ai patti di futura vendita e più in generale a tutto quel che concerne le abitazioni Ater e del Comune di Roma.
Consigliere municipale in carica, è stata presidente della Commissione cultura e decentramento per il Municipio Roma XI, membro della Commissione scuola e della Commissione personale & bilancio, Delegata del Presidente per il Progetto “Fondazione Municipale” e per i Fondi Sociali Europei. E’ oggi Capogruppo dei Ds. E’ iscritta al Gruppo “Donne e Lavoro” della Consulta femminile del Municipio Roma XI ed è membro della Redazione del giornale di quartiere “Cara Garbatella”. E’ vice Presidente della Commissione Elette del Municipio Roma XI.
Ha vissuto con le precedenti elezioni il passaggio impegnativo dalle Circoscrizioni ai Municipi, ai quali sono stati conferiti poteri e competenze in grado di migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi, di stabilire un più diretto rapporto con i cittadini, di effettuare interventi più rapidi e aderenti alle necessità dei territori di competenza, nella coerente attuazione, anche a livello comunale, del principio di sussidiarietà. In qualità di membro del Consiglio ha contribuito a questa trasformazione.

Quali ragioni l’hanno spinta a entrare in politica ?
In realtà sono molte le ragioni alla base della mia scelta.
Principalmente è stata l’idea di poter essere utile alla collettività: l’idea di poter usare la mia esperienza – anche professionale – per operare all’interno dell’amministrazione, facendo qualcosa di “buono” per i cittadini.
Ho pensato che spesso è troppo facile lamentarsi di come vanno le cose: bisogna, invece, cercare di cambiare quello che – secondo noi – non va.
L’attività politica mi sembra risponda a queste mie aspettative.

In particolare a quali temi fa riferimento?
Sicuramente mi sento più portata per le tematiche “sociali” (scuola, servizi sociali) ed anche per temi forse un po’ più tecnici ma che ritengo abbiano comunque un forte impatto sulla vita quotidiana di tutti noi, come il decentramento (inteso come semplificazione della vita dei cittadini nei rapporti con l’amministrazione) o la questione dei tempi e degli orari della città.

Lei è impegnata in varie iniziative sociali nel settore della consulenza gratuita per le case Ater ex-Iacp.
Come si raccorda questa esperienza con la sua attività politica?
Credo rientri tutto nel mio modo di vedere la politica cui abbiamo accennato prima: la “politica” nasce nell’antichità come la “gestione della cosa pubblica” intesa in un senso più ampio del solo impegno istituzionale.
Chiunque vi si può avvicinare portando le proprie peculiarità, le proprie capacità personali e le proprie competenze. Per me svolgere questo tipo di attività rappresenta una sorta di volontariato “laico”, in cui metto le mie competenze a disposizione di chiunque ne possa aver bisogno: è impegnativo, ma da anche tante soddisfazioni!

Una sua definizione di “impegno politico”?
Non vorrei ripetermi, ma per me si tratta di impiegare le proprie capacità nel tentativo di migliorare la società in cui viviamo.

Essere una donna é un problema per un politico nel nostro Paese?
Fino ad oggi devo dire che non mi è mai capitato di vivere la mia condizione di “donna” come un ostacolo a quanto stavo facendo. Sicuramente l’essere donna rende le cose più difficili, ma soprattutto per problemi pratici: una donna ha spesso ruoli familiari da rispettare, cui l’attività politica sottrae tempo ed energia. Quello che ho potuto notare in questi anni di attività politica all’interno delle istituzioni e del partito è che si tratta di un mondo a misura maschile: per gli
orari delle riunioni, per la gestione delle situazioni, per il modo di affrontare i problemi.
Per una donna che non voglia rinunciare ad avere un ruolo anche all’interno della famiglia e del mondo del lavoro è molto difficile trovare un giusto compromesso nella gestione dei tempi. Io ho la fortuna di avere un lavoro che posso gestire con una certa autonomia ed un compagno che mi è di notevole aiuto!
Da un punto di vista di accettazione delle donne nel mondo politico, credo che alcuni schieramenti politici abbiano una maggiore “cultura” della presenza delle donne. Penso che, però, molto sia ancora da fare.

Quali sono state le richieste più pressanti raccolte dalle donne che ha incontrato nei dibattiti pubblici?
Ad esempio citiamo l’incontro/dibattito su “Pari opportunità nel lavoro e nella politica”.
Le donne difficilmente chiedono qualcosa solamente per sé. Le loro richieste hanno sempre un respiro “collettivo”, attento alle esigenze della comunità cui appartengono ed a ricercare il benessere di tutti. Generalmente le loro richieste riguardano la possibilità di avere una vita più “leggera”, meno oppressa da incombenze e da rincorse alle cose da fare: più asili nido, migliori servizi sociali, servizi pubblici efficienti, un ambiente più tutelato, ma anche orari di lavori più flessibili.
Tutti aspetti che aiuterebbero le donne a conciliare anche meglio la loro duplice funzione nella famiglia e nel mondo del lavoro.

La legge elettorale per le Europee ha garantito la presenza di un terzo di candidature al femminile. Non trova che questo sia un segnale, sia pur parziale, di cambiamento?
Nei Democratici di Sinistra si è deciso che per le prossime elezioni le donne dovranno rappresentare almeno il 30% degli eletti. Credo che questo sia un passo importante verso un obiettivo non impossibile da raggiungere: quello di avere delle istituzioni che rappresentino più fedelmente la nostra società, dove le donne sono più del 50% della popolazione.
Credo, però, che non possiamo non affrontare un altro aspetto del problema: se ci sono poche donne nelle istituzioni è anche perché le donne non votano altre donne. Sarebbe forse troppo lungo cercare qui di spiegare perché questo succede, però è un dato di fatto. Ritengo che le donne dovrebbero farsi carico di eliminare questa disparità: le donne hanno dimostrato di saper stare nelle istituzioni tanto quanto gli uomini (a volte anche meglio) e mi auguro che alle prossime elezioni venga data loro più fiducia.

Quali sono per lei gli errori più gravi delle politiche recenti del centro-destra?
Credo che l’eccessiva attenzione nel risolvere questioni collegate ad interessi personali, la mancanza di una vera politica sociale (per la famiglia, per le giovani coppie, per il lavoro, per l’assistenza agli anziani) e – soprattutto – le promesse impossibili di questi anni hanno dimostrato l’inconsistenza politica del centrodestra.

Su quali punti lei pensa debba essere incentrata una nuova stagione in Italia?
Su alcune serie riforme strutturali che tengano conto dell’evoluzione della nostra società: lavoro per i giovani, pensioni per gli anziani, assistenza alle famiglie, politica della casa, rilancio economico.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 3 – Marzo 2006

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