addio nonna rina

Con lei scompare una delle memorie della razzia del ghetto ebraico, quel tragico 16 ottobre 1943

di Fabrizio Mastrantonio

Se n’è andata in punta di piedi, discreta e riservata come aveva sempre vissuto Onorina Ferrari, per tutti Rina, la mattina dello scorso 14 dicembre all’età di 96 anni.

Era una delle ultime testimoni di una Garbatella vissuta per oltre mezzo secolo fin dagli anni ’50 in viale Massaia, dove abitava.

Se n’è andata una che con l’ago ci sapeva fare, che aveva vestito principi e borghesi, ma che metteva più spesso e volentieri a disposizione le sue capacità per quelli che non se lo potevano permettere.

Con lei scompare anche un’altra memoria storica di Roma città aperta e del rastrellamento del 16 ottobre 1943 degli ebrei del Ghetto dove Rina aveva vissuto tutta la sua giovinezza, in piazza Mattei,  a pochi metri da quella via della Reginella nella quale abitava Settimia Spizzichino, una delle poche donne sopravvissute alla Shoah romana,  con cui si era inaspettatamente ritrovata alla fine degli anni ’90 in casa di una comune conoscente e per la quale aveva gioito quando le avevano intestato il nuovo ponte sulla ferrovia.

Bene conosceva Rina anche la signorina Adele Ascarelli, artigiana che cuciva cappelli,  della quale oggi resta a ricordo una pietra di inciampo davanti al palazzo dove entrambe abitavano; e accorato era il ricordo del suo tentativo di nasconderla, fallito perché Adele si era ostinata a non abbandonare il suo anziano e malato padre, che invece fu ignorato dai militari tedeschi.

Da qualche anno Rina lasciava meno spesso la sua abitazione per via di una cecità che, progressivamente, l’aveva menomata ma alla quale caparbiamente non si arrendeva, sforzandosi di mantenere la sua autonomia e la sua dignità con la salda volontà di non essere di peso a nessuno. Ed è così che ci piace ricordarla: curata e profumata, fuori dagli asili e dalle scuole del quartiere a prendere figli e nipoti, a raccontare la vita vissuta con intensità e passione, a porgere detti popolari e buoni consigli a chi le si rivolgeva con fiducia e a preparare le mitiche polpette di nonna Rina.

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