La figura di Vincenzo Cerami in scena al Palladium

Di Anna Di Cesare

“Mediamente Cerami” è il titolo di un’iniziativa organizzata dall’Università Roma Tre per commemorare l’autore del film di Mario Monicelli “Un borghese piccolo piccolo” a dieci anni dalla sua scomparsa. Martedì scorso in serata si è tenuto, infatti, al Palladium il terzo e ultimo appuntamento all’insegna della rievocazione: letture, aneddoti e ricordi per far rivivere uno dei narratori più importanti del secolo scorso.

Gli interventi

In un’atmosfera resa ancora più suggestiva dagli interventi musicali di Giulio Carlo Pantalei, gli studenti di Italianistica di Roma Tre e il professore Ugo Fracassa hanno letto passi scelti dalle opere di Vincenzo Cerami. Romanzi, racconti, opere teatrali, nel tentativo di sintetizzare in una serata la quantità e varietà della sua produzione.Intanto, tra un intervento e l’altro, Matteo Cerami ha tratteggiato un ritratto del padre ripercorrendo le fasi più significative della sua vita.

Dalla morte prematura del fratellino Vincenzo di cui Cerami portava con imbarazzo il nome, alla difterite che lo colpì in età infantile e lo costrinse alla cecità per più di un anno. Dalle storie che inventava camminando per le vie di Ciampino, alla timidezza che a scuola gli impediva perfino di rispondere all’appello. E intanto una necessità che cresce: scrivere per sfuggire da un mondo in cui non ci si trova, inventare storie finte per parlare di cose vere, descrivere se stessi nascondendosi in una trama.

In questo senso fu decisivo l’incontro con il docente di lettere in prima media, un “professore simpatico, diverso dagli altri” ha raccontato Matteo Cerami dando voce ai ricordi del padre, “un professore che ci portava a giocare a pallone sull’Appia Antica, ma poi in cattedra tornava serio, ci faceva capire che la cultura è una cosa importante. Un docente che ci leggeva i poeti viventi, anche giovani a quei tempi, come Caproni, Bertolucci e Penna, accanto ai classici. Studiando Dante ci parlava di Ungaretti e leggendo Ungaretti ci parlava di Dante.Ho scoperto la poesia attraverso questa figura speciale.” Un professore che si chiamava Pier Paolo Pasolini.

Cerami e il cinema da Pasolini a Benigni

Pasolini non fu solo il primo a comprendere il potenziale dei “temi liberi” svolti dal giovane Cerami, ma fu anche il primo a coinvolgerlo nell’attività cinematografica in qualità di assistente volontario. “Come assistente volontario non beccavi una lira” ha proseguito Matteo Cerami rievocando le esperienze paterne, “ma serviva per imparare, anche se all’inizio non stavo vicino al regista, agli attori, anzi fermavo le macchine e vedevo da lontano le luci del set”.

Ma la collaborazione tra i due non finisce qui. Vincenzo Cerami in seguito lavorò per Pasolini come aiuto regista durante le riprese di “Comizi d’amore”, “Uccellacci e uccellini” e l’episodio “Le streghe” di “La terra vista dalla luna.”La fiducia accordatagli dal famoso regista è ancor più importante se si considerano le difficoltà vissute da Cerami in quegli anni.

“Riuscivo a scrivere fino a quaranta pagine al giorno, perché mi pagavano a cottimo. Una sceneggiatura solitamente è lunga 180 pagine, io arrivai a scriverne 500”: così Matteo Cerami rievoca gli esordi del padre nel campo della sceneggiatura, un percorso lungo e fecondo, che nel 1999 lo porterà a vincere il Premio Oscar per “La vita è bella”, regia di Roberto Benigni.

Cher ami. Storie di un incontro

Questo è il titolo complessivo degli interventi di Nicola Piovani, Giovanni e Sandro Veronesi. Tre amici di Cerami che ne hanno rievocato sfumature caratteriali, aneddoti e curiosità. Lo scrittore Sandro Veronesi ha sottolineato la generosità, la fiducia che Cerami accordava gratuitamente al prossimo; “fino a quel momento una persona così non l’avevo incontrata” ha detto, “avevo sì la voglia, il bisogno di scrivere, ma non avevo mai incontrato qualcuno che mi facesse credere in ciò che facevo”.

Suo fratello Giovanni, sceneggiatore e regista, ha raccontato le peripezie che l’hanno visto protagonista insieme agli amici Vincenzo Cerami e Francesco Nuti, dopo il successo di “Tutta colpa del Paradiso”. Infine ha preso la parola Nicola Piovani, il quale ha tratteggiato dell’amico un ritratto leggermente caricaturale e allo stesso tempo pieno d’affetto: un Vincenzo Cerami che, tra tensione e scaramanzia, si appresta a recitare in “Canti di scena”, esperimento teatrale che poi otterrà un enorme successo e verrà replicato per sei stagioni.

A conclusione della serata è stato proiettato il film di Vincenzo e Matteo Cerami “Tutti al mare”.

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