A cena con Clara Sereni

Di Anna Di Cesare

Una serata di letture, musica e danze: così il circolo della Libera Università dell’Autobiografia ha deciso di commemorare Clara Sereni a cinque anni dalla sua scomparsa. L’incontro si è svolto martedì 13 giugno nella Comunità di San Paolo in via Ostiense 152, con l’obiettivo di promuovere l’attività del circolo e di far conoscere una scrittrice poco nota e che non si studia tra i banchi di scuola.

Clara Sereni e l’autobiografia

“Siamo un circolo di scrittura autobiografica, non creativa, cioè senza pretese letterarie” ha spiegato Gabriella De Angelis, dopo i ringraziamenti di apertura, “il nostro obiettivo è raccontarci l’un l’altro, perché crediamo che l’autobiografia possa aiutarci a guardare a noi stessi, al mondo e al futuro in maniera più originale. Siamo un gruppo, cerchiamo di instaurare relazioni consegnandoci all’altro anche attraverso il racconto di fatti personali e dolorosi.”

Non a caso il gruppo si ispira a Clara Sereni, un’autrice che ha mischiato continuamente letteratura ed esperienza personale. “Fino a che punto quando scriveva si poteva staccare da sé?” continua Gabriella; “e fino a che punto quando scriveva raccontava veramente quello che era accaduto?” Il confine appare molto labile, soprattutto per una scrittrice che, nata nel 1946, ha attraversato con la sua esperienza la seconda metà del novecento rimanendo sempre sensibile ai cambiamenti sociali e politici che il nostro paese ha vissuto in quegli anni.

Casalinghitudine

I membri del circolo hanno quindi dato lettura di alcuni passi tratti da “Casalinghitudine”, il libro più conosciuto di Clara Sereni, pubblicato nel 1987 da Einaudi. Si tratta di un testo originale nel titolo e nella struttura: è una raccolta di racconti autobiografici introdotti da ricette legate, nella memoria dell’autrice, agli episodi narrati. “È un libro molto difficile da classificare” continua Gabriella De Angelis, “Cos’è? Un romanzo, una raccolta di racconti o un ricettario?” Già dal titolo è evidente il carattere privato, intimo, casalingo appunto, della scrittura: Clara Sereni cerca di costruire un mosaico frammentario di aneddoti, pensieri, storie familiari per rendere al meglio la sua identità. Gli interventi musicali di Roberta Bartoletti hanno intervallato le letture. A seguire, una cena ispirata ai piatti presenti nel testo.

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