Un gruppo d’assalto della Settima zona si impossessa, armi in pugno, della sede del gruppo rionale fascista di via Passino

Un gruppo d’assalto della Settima zona si impossessa, armi in pugno, della sede del gruppo rionale fascista di via Passino

La sera del 4 giugno alla Garbatella era tutta una festa, nelle case e nei cortili dei lotti si improvvisarono serate danzanti con orchestrine e giradischi. L’incubo dei nove mesi di occupazione tedesca era finito. Nell’aria si respirava qualcosa di nuovo, una nuova stagione di partecipazione, di libertà e di democrazia. …..

Un gruppo d’assalto della Settima zona si impossessa, armi in pugno, della sede del gruppo rionale fascista di via Passino

La sera del 4 giugno alla Garbatella era tutta una festa, nelle case e nei cortili dei lotti si improvvisarono serate danzanti con orchestrine e giradischi. L’incubo dei nove mesi di occupazione tedesca era finito. Nell’aria si respirava qualcosa di nuovo, una nuova stagione di partecipazione, di libertà e di democrazia.

Naturalmente tutti i patrioti della Settima zona del PCI erano stati allertati da giorni, da quando le colonne di tedeschi in fretta e furia avevano abbandonato i punti nodali della città e avevano
imboccato le strade verso nord. In tutti i quartieri i patrioti dalle prime ore della mattina del 4 erano alla caccia delle spie.
I gappisti di zona avevano ricevuto disposizioni precise dal comando militare centrale: “Occupare i servizi di produzione ed erogazione del gas e dell’energia elettrica di Via Ostiense, i Mercati generali, il deposito dei tram a San Paolo, il mattatoio di Testaccio.
E non ultimo impossessarsi delle sedi dei Gruppi rionali fascisti”. In questo caso erano state emanate delle vere e proprie regole d’ingaggio: “Le sedi dei gruppi rionali fascisti – si legge nelle disposizioni per l’insurrezione – debbono essere immediatamente messe sotto oculata e stretta sorveglianza per venire a conoscenza di tutti quegli elementi valutativi che possono contribuire alla rapida realizzazione del colpo di mano.
Le squadre di assalto debbono essere composte per numero di uomini e armamento in relazione all’importanza del gruppo e alla sua forza difensiva” . E poi seguivano particolari ordini in caso di conflitto a fuoco.
Ma per fortuna nell’assalto alla “Villetta” non si sparò.
Il Gruppo fascista “Mario Sonzini”, vista la mala parata, era già stato abbandonato dal fiduciario rionale e dalla responsabile del gruppo femminile, che avevano fiutato il pericolo.
L’azione, armi in pugno, fu condotta da un gruppo di fuoco comandato da Libero Natalini e da Peppe Lombardi, dirigenti della Brigata, con Armando Bartolucci detto “il manciola”, Orlando Lombardi, i fratelli Coltellacci, Lamberto Cristiani e Augusto Mazzoni.
La sezione della “Villetta” in seguito fu intitolata a Giuseppe Cinelli, comunista della Garbatella martire delle Fosse Ardeatine, dove aveva trovato la morte insieme al fratello maggiore Francesco.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 6 – Speciale 25 aprile 2009

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