Processo Fritz spia del regime

All’epoca dei fatti Giustizia per l’ assassinio dei fratelli Cinelli

Processo Fritz spia del regime

Federico Scarpato detto Fritz delatore dei nazisti impegnati nei rastrellamenti.

di Claudio D’Aguanno

Ci sono versi come quelli di Alfonso Gatto, pubblicati nei giorni d’aprile del 1945, che fissano bene l’intensità d’una giornata e la forza di una stagione di liberazione piena.

“…Tutto quel giorno ruppe nella vita/Fritz il carnefice di via tasso

All’epoca dei fatti Giustizia per l’ assassinio dei fratelli Cinelli

Processo Fritz spia del regime

Federico Scarpato detto Fritz delatore dei nazisti impegnati nei rastrellamenti.

di Claudio D’Aguanno

Ci sono versi come quelli di Alfonso Gatto, pubblicati nei giorni d’aprile del 1945, che fissano bene l’intensità d’una giornata e la forza di una stagione di liberazione piena.

“…Tutto quel giorno ruppe nella vita/Fritz il carnefice di via tasso
con la piena del sangue, nell’azzurro/
il rosso palpitò come una gola” recita il poeta di Salerno “

… E fummo vivi, insorti con il taglio/
ridente della bocca, pieni gli occhi/
piena la mano nel suo pugno: il cuore/
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto”.

La riscoperta della propria dignità, la festa piena di bandiere rosse per la fine della guerra, la gioia per la sconfitta delle forze nazifasciste, tutto è reso con parole che hanno l’immediatezza d’un flash o la musicalità d’un brano di film neorealista.
Roma, nei momenti in cui la direttiva dell’insurrezione circola tra i reparti e i distaccamenti partigiani del nord Italia, sta però già vivendo da mesi il suo difficile ritorno alla normalità.
I giornali locali riscoprono, dopo gli anni della censura, i brividi della cronaca giudiziaria mentre nei quartieri l’asprezza della vita quotidiana s’incrocia spesso con la cronaca nera. Nella settimana che chiude il tempo d’aprile la Garbatella si trova in qualche modo coinvolta in uno dei tanti processi che vedono come imputati collaboratori e spie del passato regime. Il 23 infatti viene condotto davanti all’Alta Corte un personaggio come Federico Scarpato, di professione interprete, soprannominato Fritz per la sua familiarità con gli ambienti delle SS di via Tasso. Particolarmente gravi le accuse nei confronti dello Scarpato denunciato da più parti come compartecipe delle torture inflitte ai partigiani o, ancor peggio, come delatore e accompagnatore delle truppe naziste impegnate nei rastrellamenti.
E’ nel corso di una di queste operazioni che il 22 marzo del ’43 vengono arrestati, nella loro abitazione di via Rubino, i fratelli Giuseppe e Francesco Cinelli finiti poi trucidati alle Fosse Ardeatine.
La difesa di Fritz di fronte agli sguardi dei parenti delle vittime non fa risparmio di trovate.
Prima prova la carta della professione di fede antifascista, poi quella del semplice impiegato stipendiato dal comando germanico, infine tenta disperato la via dello scaricabarile rivelando i nomi dei complici.
Dalla sua bocca viene così un elenco di fatti e personaggi che chiamano in causa le figure di Domenico Viola, Armando Testorio, Luigi Guadagni e altri. Ma tanta disperata confessione servirà poco alla strategia difensiva dello Scarpato inchiodato soprattutto dalla memoria dei parenti, dai ricordi dei congiunti di Grimaldi, dalla vedova dello zincografo Giorgini, dalla testimonianza drammatica della moglie di Giuseppe Cinelli.
Riconosciuto colpevole, il delatore Fritz finirà così davanti al plotone di esecuzione ed una scarica di fucileria concluderà la sua triste esistenza.
Il periodo segnato dalla dura “legge di guerra” non avrà però, soprattutto a Roma, ripercussioni e lunghi strascichi.
La Morte al Fascismo, richiesta a pieni titoli sui giornali dell’epoca, troverà la sua simbolica espressione nella giornata di Piazza Loreto a Milano ma soprattutto verrà presto superata dalle lotte e dalle rivendicazioni per la democrazia.
Alla Garbatella in particolare il CNL rionale individuerà nei temi sociali (la Maternità e Infanzia dell’Albergo Bianco, la riapertura della Scuola Elementare, il ripristino della struttura dei Bagni Pubblici e il risanamento della marrana del fiume Almone) la vera spinta su cui far vivere “il sorriso degli insorti” ovvero “il taglio ridente della bocca” cantato da Alfonso Gatto.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 6 – Speciale 25 aprile 2009

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