Socrate occupato: gli studenti spiegano i motivi della mobilitazione

“Sono tornato a casa: hanno occupato”. Quanti genitori di Garbatella hanno sentito pronunciare questa frase dai figli, la mattina dello scorso 11 dicembre? Quella che per qualche ragazzo è una sorta di vacanza natalizia anticipata, e per alcuni professori una grana buona solo a ritardare i giri di interrogazioni, per gli studenti che mercoledì scorso hanno occupato il liceo Socrate non è uno scherzo né una perdita di tempo. “Vogliamo far sentire la nostra voce e scuotere l’indifferenza che ci circonda”: queste le parole di una ragazza del collettivo Dante di Nanni, all’interno dell’aula ribattezzata “politica”. Si tratta di una normalissima stanza al piano terra – cattedra, lavagna, lim – con le pareti, però, tappezzate di immagini della Palestina devastata, accanto agli articoli più discussi del DDL sicurezza e ai punti cruciali della riforma Valditara. Tutte le ragioni del dissenso studentesco sono raccolte in un luogo che parla da sé.

Dai problemi dell’istituto a questioni nazionali

È dall’aula “politica” che parte il grido di denuncia degli studenti del liceo di via padre Reginaldo Giuliani. Dal DDL 1660 sul tema della sicurezza alla questione palestinese, passando per la vendita di armi italiane, la mobilitazione studentesca si connota immediatamente come un atto di forte dissenso. “Non abbiamo certo dimenticato i problemi strutturali del nostro istituto, come le guaine che perdono acqua e il pavimento della palestra che si gonfia nei giorni di pioggia” spiegano i ragazzi del collettivo. “E non dimentichiamo neanche che, con la nuova legge di bilancio, il governo riduce ulteriormente i fondi destinati all’istruzione pubblica statale. C’è poi il problema delle aree interdette della nostra scuola: in molti angoli del giardino non si può più andare”.

E rimboccandosi le mani sono poi passati all’azione, liberando parte del cortile esterno dai rami e dall’erba alta che la rendevano inaccessibile. Ma la protesta degli studenti non si ferma qui. “Abbracciamo anche temi più vasti, come la guerra in Palestina. E a chi risponde che è inutile occupare una scuola per problemi così lontani, ribattiamo che prendere consapevolezza politica all’interno di un istituto non è cosa da poco”.

DDL sicurezza, riforma dell’istruzione, vendita di armi

Del DDL sicurezza, approvato il 18 settembre dalla Camera dei deputati, criticatissimi gli articoli 10, 26 e 28, che rispettivamente stabiliscono da due a sette anni di reclusione per occupanti abusivi di immobili, pene più severe per le ribellioni scoppiate nelle carceri e nei centri per il rimpatrio (Cpr), e permesso per i poliziotti di portare armi con sé anche oltre l’orario lavorativo.

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Cartelloni sul DDL nell’aula “politica”

“Al di là dell’apparenza, il contenuto profondo di questi articoli rappresenta una forma di oppressione, limitando di fatto la libertà di manifestazione” aggiungono i ragazzi, prima di passare su un altro fronte. Quello della riforma Valditara, che riduce gli anni degli istituti tecnici da 5 a 4 e aumenta le ore di stage lavorativi. L’obiettivo – inserire più facilmente i ragazzi nel mondo delle aziende – è interpretato dagli occupanti come una forma di asservimento della scuola al mercato. C’è poi la questione della Palestina – e come potrebbe mancare? Tema caldo, anzi rovente dal 7 ottobre dell’anno scorso: secondo dati ISTAT a novembre 2023 sono stati esportati dall’Italia 500.000 euro in armi e munizioni.

Da Dante di Nanni a Rosa Luxemburg per parlare del presente

Il collettivo a cui i ragazzi appartengono, il Dante di Nanni (il partigiano morto a Torino nel ’44 durante un’azione gappista di sabotaggio), ha una lunga storia di mobilitazioni alle spalle. Nato negli anni ’90 per riunire i giovani di sinistra, una decina di anni fa si è scisso dando vita al collettivo Galeano. Dopo la soppressione di quest’ultimo, è sorto un terzo gruppo che prende il nome della militante socialista Rosa Luxemburg, e che in questa occasione ha unito le proprie forze al Dante di Nanni per portare avanti l’occupazione. Durante i giorni di mobilitazione, i due collettivi politici hanno organizzato incontri aperti agli studenti. La discussione con l’attivista italo-palestinese Khaled al Qaisi, che si è svolta ieri mattina, ha riempito il locale a gradinate dell’aula magna.

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Immagini della Palestina nell’aula “politica”

Ieri pomeriggio hanno parlato della storia del femminismo. Questa mattina, invece, i ragazzi hanno ospitato i membri del movimento “disoccupati del 7 novembre”, gruppo napoletano nato nel 2014 con l’obiettivo di rivendicare lavoro sicuro e stabile per chi ogni giorno si affanna a cercare un impiego. Mentre nel pomeriggio interverrà il collettivo di donne che nel corso dell’ultimo anno si sono battute contro la limitazione dei servizi offerti dal consultorio familiare di largo delle Sette Chiese.

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