Reinterrata la necropoli di Via Padre Semeria
Via Padre Semeria, la strada che sfocia nella Colombo più o meno all’altezza del poderoso rudere di una antica cisterna romana, ha restituito in passato non pochi antichi reperti di prevalente origine funeraria. Ce ne raccontava padre Alfredo Melani, il sacerdote degli oratoriani di San Filippo Neri, vero pioniere della Garbatella, scomparso già da parecchi anni, che era arrivato all’oratorio e alla chiesoletta fin dal 1925. Padre Melani si prese diligentemente la briga di raccogliere quei reperti che gli portavano i ragazzi (olle cinerarie, alcune lapidi, qualche scultura e delle monete) in una vetrina-museo posta all’interno dell’Istituto Cesare Baronio.
Uno scavo sistematico fu condotto poi dalla Soprintendenza quando iniziarono, alla fine degli anni 30 del secolo scorso, i lavori per la costruzione della Colombo, ovvero della Via Imperiale. Ma non tutta la Via Padre Semeria era sta indagata. Restava da scavare un’area prospiciente la Colombo che avrebbe dovuto ospitare un edificio dell’Istituto Postelegrafonici. I lavori preliminari per l’erezione del fabbricato iniziarono nel 1996 ma furono subito interrotti: emersero infatti un centinaio di sepolture del I-III secolo d.C., tra cui una che appariva singolarmente piombata e sigillata, come accadeva in antico quando la tomba conteneva il corpo di una persona cui si attribuiva qualche potere malefico: fu subito chiamata la tomba della strega.
In seguito i lavori furono definitivamente interrotti quando l’istituto di previdenza dei postelegrafonici fu liquidato e inglobato nell’Inps: di quell’edificio ipotizzato non c’era più bisogno. Per anni quella vasta area è rimasta sconvolta dallo sterro, luogo di degrado e di scarico abusivo di materiali, nonché sito per abboccamenti sessuali di prostitute e di transessuali. Alla fine si è deciso di salvaguardare l’area semplicemente reinterrando le sepolture, come spesso accade quando, per mancanza di fondi e per non eccelso valore dei reperti, si decide di lasciarli sottoterra, in tal modo custoditi meglio che se fossero lasciati all’aperto. (C.B.)
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 10 – Aprile 2014