Quella croce di Plautilla a testimoniare il martirio di San Paolo

Di Giorgio Guidoni

La colonna era situata nei pressi della chiesa di San Salvatore sulla via Ostiense

C’è una mappa di Roma del 1469 che, oltre a raffigurare i più importanti monumenti all’interno delle Mura Aureliane, riporta, unica nel suo genere, particolari inediti della zona dell’Agro Ostiense. È una mappa di Pietro del Massaio, pittore, cartografo e miniatore, vissuto tra il 1420 e il 1480. Questa carta, il cui originale si trova presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, era stata già utilizzata per un nostro precedente articolo sulla Moletta e sul fiume Almone e sin da allora un elemento aveva stuzzicato la nostra curiosità. Ci riferiamo all’illustrazione di una colonna sulla cui sommità è posta una croce, dislocata tra la Piramide Cestia e la Moletta, poco distante dal ponticello di via Ostiense che permetteva di oltrepassare il fiume Almone (foto 1). Poiché il cartografo si era preso la briga di riportarla accanto a monumenti di notevole importanza giunti fino ai nostri giorni, la stele doveva avere una sua importanza precipua. Che cosa commemorava questa colonna? Dove si trova ora? In questo breve articolo cercheremo di far luce su questi aspetti ancora sconosciuti. Per iniziare la ricerca ci viene in aiuto la didascalia riportata da Del Massaio accanto alla colonna, che recita: “AB HAC CRUCE S. PAULO PURA DEFUNCTU MULIER REDDIDIT”. La frase, liberamente tradotta, significa: “Presso questa croce, dopo la morte di San Paolo, una pia donna restituì”. L’espressione si riferisce a un miracolo testimoniato da Plautilla, una giovane vedova vissuta nel I secolo D.C., convertitasi al Cristianesimo dopo aver assistito alle prediche degli Apostoli e successivamente battezzata da San Pietro. Plautilla incontrò San Paolo mentre veniva condotto al martirio. Il Santo chiese alla donna un velo per bendarsi gli occhi al momento dell’esecuzione, promettendole di restituirglielo. La colonna testimoniava il luogo in cui San Paolo, dopo esser stato decapitato, restituì miracolosamente il velo a Plautilla. L’erudito Michelangelo Lualdi descrive questo episodio nel suo testo del 1650 “L’origine della Christiana Religione nell’Occidente”, aggiungendo il particolare dell’ubicazione della casa della donna: si trovava in via Ostiense, nel luogo in cui fu successivamente costruita la chiesa di San Salvatore della Porta. Di questa piccola chiesa troviamo un’importante testimonianza in un dipinto di Achille Pinelli, figlio del più noto Bartolomeo, che la immortalò in un suo acquerello del 1834 (foto 2). In questo realistico dipinto, ricco di particolari, non vi è tuttavia traccia della colonna, forse intenzionalmente lasciata fuori dal campo visivo. In un’altra incisione del 1747 dell’architetto Giuseppe Vasi è invece chiaramente visibile, in prossimità della Piramide e della Porta Ostiense, una porzione della chiesa e la colonna segnalata originariamente da Del Massaio (foto 3). Anche nella famosa mappa di Roma di Giovan Battista Nolli del 1748 sono raffigurate la chiesa e in sua prossimità la colonna con croce (particolare-foto 4). Non si conosce con precisione quando la colonna sia stata eretta, mentre della piccola chiesa si hanno tracce a partire dal 1300, anno in cui è citata nel codice di Torino tra quelle abbandonate. Nei libri delle Indulgenze del secolo successivo la Ecclesia S. Salvatoris extra portam è citata tra gli oratori visitabili dai pellegrini (1). Sia la chiesa sia la colonna con croce sfortunatamente non arriveranno ai nostri giorni. Durante il periodo della Repubblica Romana, più precisamente nei giorni dell’assedio e riconquista di Roma da parte dell’esercito francese a inizio luglio 1849, entrambe furono abbattute e mai più ricostruite. Da allora si è persa traccia di questi monumenti storici ed oggi, nella trafficata via Ostiense, non rimane alcun ricordo di questo leggendario evento miracoloso.

Nota 1- Bullettino di archeologia cristiana, Giovan Battista De Rossi, n.2 marzo-aprile1866, pag 34.

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