Quella “S” agli archi di piazza Sauli segnalava un serbatoio in tempo di guerra

Di Giorgio Guidoni

Si può cancellare una scritta, non si deve cancellare la memoria. È quello che è accaduto alla lettera “S” maiuscola iscritta in un cerchio nero sulle colonne degli archi in piazza Damiano Sauli, rimossa accidentalmente un anno fa durante i lavori di ristrutturazione dei portici in cortina.

Non conoscevamo con certezza il significato di quella lettera: poteva indicare sia un serbatoio di acqua nelle vicinanze da usare in casi di emergenza, sia un deposito di sabbia da utilizzare nei rifugi antiaerei, come specificato nelle norme UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) del periodo bellico.

Oggi però, grazie a una preziosa testimonianza diretta, possiamo stabilirne il significato con certezza. Ce lo chiarisce Andrea Cristiano, che da bambino abitava nei paraggi e trascorreva lunghe ore a giocare in piazza con gli altri amichetti.

“Avevamo notato più volta l’arrivo di una pattuglia di Vigili del Fuoco che armeggiava nella zona antistante l’odierna fontanella. All’inizio la cosa non aveva stuzzicato il nostro interesse, poi però, incuriositi da questi uomini in divisa, un giorno ci fiondammo intorno a loro per cercare di capire che cosa facessero. Riuscendo a gettare lo sguardo oltre il cordone umano dei Vigili notammo che uno di loro si stava calando all’interno di una botola tramite una scala metallica.

Vista la nostra curiosità ci spiegarono che, proprio sotto la piazza dove da sempre giocavamo, c’era una grande cisterna per la raccolta dell’acqua usata come rifornimento per le autobotti. Con grande cautela ci fecero avvicinare così da poter scorgere, sulla superficie dell’acqua sottostante, il riflesso del cielo sopra di noi. Poi indicarono la grande “S” nera dipinta sul muro tra gli archi e ci spiegarono che era il simbolo per segnalare nelle vicinanze la presenza di un serbatoio. Quella “S” si poteva trovare anche in altre zone di Roma, e, in qualche caso, c’era vicino anche una lettera “I” per segnalare l’esistenza di idranti in prossimità. Tutti simboli che erano stati di utilizzati durante la guerra. La piazza fu poi completamente ristrutturata e l’originale terriccio venne ricoperto da una pavimentazione più moderna: i lavori iniziarono nel 1995 e furono eseguiti nell’ambito del progetto Centopiazze, voluto dall’allora sindaco Francesco Rutelli. La nuova pavimentazione in marmo copri definitivamente quella botola condannando all’oblio una parte di storia di Garbatella.

La cancellazione della “S” dal muro è stata oggetto di interesse anche da parte del Municipio VIII. Proprio a seguito di un nostro articolo che ne segnalava la rimozione, è stata approvata una mozione per ripristinarla e tenere così in vita la memoria di quel triste periodo storico di guerra che purtroppo l’umanità continua a vivere, immemore degli orrori del passato.

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