La scuola Benedetta Cambiagio compie 90 anni

Di Anna Di Cesare

Considerano l’insegnamento non una professione ma una vocazione. Si accostano ogni giorno ai bambini in nome dell’accoglienza e della comprensione reciproca, come voleva Benedetta Cambiagio, la fondatrice delle suore benedettine della Provvidenza. Questa è la vita delle insegnanti e delle suore dell’istituto omonimo, in via della Moletta 10, che quest’anno festeggia il novantesimo anniversario dalla fondazione. Incastonato tra i palazzi della Garbatella nuova, l’edificio è poco appariscente. Una volta entrati, però, si rimane colpiti dalla vivacità degli ambienti interni, dai lavoretti dei bambini appesi ai muri, dalle pareti colorate, dalle porte con sopra disegnati pesciolini e panda (i due nomi che, al posto delle lettere, stanno ad indicare le due sezioni della scuola dell’infanzia.)

La congregazione delle Suore della Provvidenza, fondata nel 1838, si dimostra ogni giorno fedele alla sua missione: essere vicina ai bambini e ben ancorata alla realtà. Benedetta Cambiagio, del resto, è stata una suora un po’ sopra le righe. Sposata nel 1816 con un uomo fortemente cattolico, che la sostenne sempre, comprese di essere destinata ad aiutare i meno fortunati. Così i due decisero congiuntamente di separare le proprie strade e prendere i voti. Nel 1827 Benedetta Cambiagio fondò a Pavia la prima scuola popolare della città, con l’obiettivo di accogliere ragazze abbandonate e restituire loro dignità. E nel 1934, proprio cent’anni fa, lo spirito di questa missione sbarcava alla Garbatella, un quartiere povero e popolare, dove spesso i bambini venivano lasciati a se stessi.

“La nostra scuola si caratterizza per apertura e accoglienza, vogliamo che i bambini siano felici di venire qui” spiega suor Paolina, la direttrice dell’istituto, percorrendo il corridoio che collega le aule. Nelle stanze i banchi non solo disposti in file orizzontali, ma accostati uno accanto all’altro, lungo le pareti laterali o a spina di pesce. “Questa organizzazione dello spazio serve a coinvolgere di più i bambini e permette di farli lavorare in gruppo” spiega un’insegnante. Nella scuola le maestre laiche lavorano gomito a gomito con le religiose. “Sono sempre stata una cattolica anomala” dice la maestra Mariangela Topa, “ho sempre diffidato dei religiosi, ma negli anni di lavoro in questa scuola ho scoperto un carisma diverso: le religiose dell’ordine” prosegue, “non vivono avulse dalla realtà, come spesso accade quando si sceglie il convento, ma calate nella vita del quartiere, dei bambini, delle famiglie con le quali e per le quali affrontano le avversità di cui ogni storia è colma in ogni tempo.”

La scuola non rimane confinata entro le quattro mura di via Moletta – che comunque si sono allargate nel tempo, intorno agli anni ’50, sviluppando una seconda ala a fronte della richiesta crescente – ma si muove nel quartiere e nella città. Ha come punto di riferimento la parrocchia di Santa Galla, sulla Circonvallazione Ostiense, per la messa, il catechismo e le recite scolastiche, che si svolgono nel teatrino “In portico” della parrocchia. Sempre nell’ottica di restare ancorato alla realtà, le suore della Provvidenza organizzano per i bambini gite all’estero, una o due uscite didattiche al mese in giro per Roma, corsi pomeridiani di inglese e di musica. “Siamo anche entrati in contatto col teatro Orione in via Tortona” conclude suor Paolina. “Una classe è stata coinvolta nel progetto di imparare le arie della Tosca, insegnate ai bambini da un cantante del teatro che viene qui nell’istituto. Il nostro obiettivo è anche trasmettere qualcosa di importante che però altrove si sta perdendo: quanti bambini conoscono l’opera?”

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