La piazza della Chiesoletta vive e fa vivere il quartiere
Il più bel triangolo di verde nella città giardino
Oggi parliamo del giardino intitolato a mons.D.Nobels, fondatore degli scout di Roma, quel piccolo parco delimitato da Via delle Sette Chiese, Via Tolli e Via Macinghi Strozzi. Gli abitanti del quartiere lo conoscono semplicemente come i Giardinetti, o i Giardini della Chiesoletta. Non è una vera e propria piazza, ma lo è nella sostanza, nel senso che svolge il ruolo che la piazza ha svolto per secoli nelle città italiane. Dal foro romano, sua matrice originaria, a quella medioevale e poi rinascimentale, la piazza è stata luogo fondamentale dell’incontro e dello scambio, in cui si intrecciano cultura e storia, simboli e tradizioni. E’ stata centro vitale della città, sorta di palcoscenico dell’identità e del senso di appartenenza di una comunità. Lo è stata fino a qualche decennio fa e sicuramente continua tuttora ad esserlo nella provincia. Ma nelle metropoli questo ruolo sta tramontando, sommerso da cemento, traffico, ritmi e stili di vita alienanti e dal trionfo dei media tecnologici che anestetizzano e lobotomizzano bambini, adulti ed anziani.
Da quando però alcuni anni fa questo triangolo di verde è stato ristrutturato e riqualificato grazie all’impegno del nostro Municipio, la Garbatella ha un nuovo e straordinario punto di aggregazione e di incontro. A noi sembra determinante il gusto estetico e la cura con cui sono stati realizzati i lavori: materiali e piante di pregio, illuminazione efficace e di sicuro effetto scenografico, la pedonalizzazione del tratto di strada prospiciente la chiesa, l’installazione di una valida area giochi per i bambini, la realizzazione di due belle e funzionali fontanelle di marmo. Tutto ciò ha creato un vero e proprio “cortile di casa” per gli abitanti del quartiere.
E così in primavera estate ed autunno, ma anche nelle belle giornate invernali, giovani ed anziani si rifugiano spesso in questo accogliente prolungamento dei propri Lotti condominiali. Si alimenta il senso di condivisione, e il bene collettivo viene vissuto e amato come quello individuale, con rispetto e geloso senso di protezione. Si riscopre quel senso civico che la metropoli tende a cancellare e che qui invece rinasce, a testimonianza di quanto uno sviluppo urbanistico attento alle esigenze dei cittadini possa trasformare i mostri metropolitani in luoghi di arricchimento collettivo.
La scelta del luogo è stata particolarmente felice perché qui e nell’adiacente Piazza Sant’Eurosia non manca quasi nulla: c’è la chiesa e l’oratorio (San Filippo Neri), la pizzeria (“Mi garba la pizza”) e la gelateria (“La chiesoletta”), alcuni bar e ristoranti, vari esercizi commerciali e perfino un teatro (il terzo della Garbatella, l’Aula Columbus, distaccamento del Dipartimento di Arte Musica e Spettacolo, corso di laurea dell’università Roma3). Succede allora che a tutte le ore del giorno e tutti i giorni della settimana questo mini parco sia vissuto intensamente. La mattina i nonni passeggiano coi nipotini e si incontrano tra di loro. A metà giornata lavoratori e giovani studenti pranzano all’aperto con pizze e gelati tra i più buoni del quartiere, divisi tra un momento di relax o un appuntamento di studio o di lavoro.
Al pomeriggio l’oratorio si popola di bambini e adolescenti mentre magari qualcuno festeggia il compleanno di fronte alla pizzeria mentre sulle panchine o ai tavolini della gelateria i giovani si incontrano per studiare, socializzare o amoreggiare. In serata decine di persone (centinaia a volte nella bella stagione) si ritrovano per una cena o un dopocena nel parco, ed è difficile passeggiare per più di un quarto d’ora senza incontrare un amico o un conoscente che ti dice “Ciao come stai, anche tu qui?”. Nel frattempo giovani studenti universitari frequentano il teatro per i laboratori la mattina e il pomeriggio e per gli spettacoli la sera. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalle periodiche riprese del noto sceneggiato “I Cesaroni”, che occasionalmente monopolizzano la piazza e l’oratorio inorgogliendo, a torto o a ragione (ognuno può pensarla a modo suo), gli abitanti del quartiere, ma conferendo di sicuro a questo luogo una notorietà nazionale che lo valorizza ancora di più. L’Aula Columbus è poi occasionalmente utilizzata dal Municipio e da enti o associazioni per convegni, congressi e spettacoli. La chiesa ovviamente raccoglie i fedeli per le sue funzioni religiose ordinarie e straordinarie.
Insomma il quadro è completo: come in un antico comune rinascimentale la nostra piazza racchiude in sé un’anima commerciale, religiosa, politico- amministrativa, sociale e ludica che fanno di un centro abitato una comunità civile. Federico, il gestore della pizzeria e abitante del quartiere, ci conferma che tutto ciò dà i suoi frutti e che negli anni il giardino è diventato più sano e vivibile: non c’è più droga, delinquenza o teppismo, perché “la piazza bella attira gente bella e emargina o trasforma quella brutta”.
Anche padre Guido, ex parroco, anima dell’oratorio e memoria storica della piazza e di tutto il quartiere, ci offre la sua preziosa lettura dei fatti. Ci fa notare quanto questo luogo sia penetrato a fondo tra la gente. Basta osservare “la gioia dei bambini e dei nonni che giocano nelle giornate di sole: senza questo luogo sarebbero chiusi dentro casa, incollati alle televisioni o ai computer, ognuno isolato nella sua triste solitudine”. Così invece ciascuno trova piacere e sollievo in una dimensione di condivisione “e nelle sere d’estate si sente cantare”, in senso metaforico e letterale.
“Mancano ancora un po’ gli adolescenti, che però stanno gradualmente scoprendo e ripopolando questo luogo dopo i decenni di degrado, mentre quelli della generazione precedente hanno ricreato il paese, e gli anziani vivono per strada. In chiusura elenchiamo anche qualche nota dolente. I bambini possono andare liberamente in bicicletta, e ciò è meraviglioso, ma talvolta possono entrare anche moto e motorini e ciò disturba e crea pericolo: bisognerebbe impedire il loro ingresso. I cestini della spazzatura sono assolutamente inadeguati alla frequentazione del giardino e il servizio di pulizia e manutenzione non sempre è puntuale, tanto che per mesi i negozianti stessi, con l’aiuto della associazione culturale “Itaca”, hanno volontariamente provveduto alle relative incombenze. Per finire bisognerebbe educare o sanzionare i padroni dei cani, che spesso non rispettano le regole fondamentali di igiene e sicurezza.
La Garbatella ha acquisito un ulteriore bene prezioso per la comunità. Usiamolo e rispettiamolo tutti, e facciamo in modo che la trascuratezza e la disattenzione della burocrazia non ce lo sottraggano mai più. Amministratori vigilate e aiutateci a preservare e migliorare questo angolino incantevole del quartiere in modo che tutti, noi e voi, ne possiamo in futuro godere ed andare orgogliosi.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 7 – Dicembre 2010
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