Intervista a Massimo Moroli presidente biancazzurro sull’esito della gara
di Ilaria Proietti Mercuri
Saranno stati i tanti anni nel mondo dello sport ad averlo reso così testardo, e Massimo Moroli, presidente della Lazio Nuoto, dopo aver perso il bando per la piscina di Via Giustiniano Imperatore non ci sta. Dopo 33 anni di gestione biancazzurra i giochi passano nelle mani della Juventus Nuoto. Ma la voglia di ribaltare la situazione non manca: “In questo bando non esiste meritocrazia, e noi ci batteremo fino alla fine.” Pochi giorni dopo l’esito della gara, siamo andati a trovarlo.
Come è diventato presidente della Lazio? E da dove è nata questa grande passione?
“Mio zio materno era stato Presidente della Lazio nel 1939. E quindi nella nostra famiglia c’è sempre stato un particolare affiatamento con i colori biancazzurri. Sono quelle passioni che ti vengono da bambino e poi pensi che mai possano cambiare. Per me questa società è come una religione, se nasci cattolico quando mai diventi mussulmano? Ci nasci, ci credi, ti ci affezioni, diventa un’abitudine di vita. Quando poi ho iniziato a nuotare sapevo che la Lazio già all’epoca era una squadra forte, e quindi ne sono entrato a far parte. E da lì prima come nuotatore, poi pallanuotista, ho anche giocato in Nazionale. Ma a 21 anni, mentre ci preparavamo per le Olimpiadi del 1954 ho avuto un incidente alla spalla, ed è finita la mia carriera. Però mi è rimasta dentro tanta passione, che non ero riuscito ad esprimere a pieno come atleta. Così ho iniziato ad insegnare nuoto, poi formai una squadra di pallanuoto che successivamente si fuse con la Lazio, entrai nel consiglio direttivo, poi diventai vicepresidente. Quando purtroppo ci lasciò Renzo Nostini nel 2005 subentrai io.”
Perché dopo 33 anni di gestione, la Lazio Nuoto è stata messa a bando?
“Ecco questa è una cosa strana. Quando la nostra concessione stava per scadere parlai con il Presidente della commissione Sport del Comune di Roma per presentare un project financing. Improvvisamente come se niente fosse a due mesi dalla fine della concessione è stato sparato dagli uffici questo bando. Premetto che in giro ci sono un centinaio di impianti dove la concessione è scaduta da anni, sono abbandonati, senza controlli e nessuno fa niente. Quello che c’è stato verso di noi io lo ritengo un vero e proprio accanimento.”
Lei già qualche mese fa aveva dichiarato: “così come è impostata la gara, non vincerà il migliore”, perché?
“Perché in questo bando non esiste meritocrazia. Basta vedere i risultati, dove una società come la Lazio che ha 120 anni di storia gloriosa, 220 titoli italiani assoluti di nuoto, la migliore società di pallanuoto su Roma, campioni olimpici e paraolimpici. La nostra scuola nuoto è un modello per tutti. Infatti sul piano tecnico abbiamo avuto un punteggio maggiore rispetto a loro. Ma la vittoria è stata determinata dall’offerta economica. Ed io avrei potuto offrire anche più di loro, ma con tutti i costi che ci sono da coprire, soprattutto nell’attività agonistica, avremmo dovuto smettere di fare quello che facciamo, non saremmo più stati la Lazio Nuoto. E il Comune accettando la loro offerta, è vero guadagna di più, ma ammazza questi imprenditori di impianti sportivi che destinano tutti i soldi al valore sociale.”
Il quartiere come ha preso questa situazione?
“Quando hanno saputo del rischio che andasse via la Lazio Nuoto c’è stata un’insurrezione, una petizione alla Sindaca Raggi con 1600 firme. Poi una protesta in Campidoglio dove hanno partecipato centinaia di persone. Ti dirò di più, quando è uscito il bando le migliori società italiane mi hanno chiamato chiedendomi se noi avevamo intenzione di partecipare. Alla nostra risposta affermativa allora mi hanno garantito che loro non avrebbero partecipato. Questo per dirti che c’è anche un certo rispetto tra società. E quindi alla fine ci siamo ritrovati a concorrere noi, la Juventus nuoto gestita da Maximo arl, ed una terza concorrente. Ma la Maximo è una società fantasma, che vincendo su una società storica come la nostra, ha dimostrato la stranezza di questo bando.”
A proposito della nuova Società, che rapporti avete con il Presidente della Maximo Luca Lanzetti?
“Ci siamo incontrati e riconosco che dopo la sua vittoria si è comportato bene nei nostri confronti. E’ stato disponibile a farci concludere la stagione sportiva e soprattutto ci ha rassicurati che il personale rimarrà lo stesso. Però ammetto, ci sono rimasto male che la sua società sia venuta a colpire proprio noi.”
E ora? Avete intenzione di fare ricorso o lasciare tutto in mano alla nuova società?
“Noi facciamo ricorso, certamente! Dobbiamo capire perché succedono queste cose. Sul piano logico non può esistere quello che è accaduto, e sul piano giuridico ci sono degli elementi che ci portano a pensare che possiamo rivoltare la questione. In più le conclusioni di questo bando sono completamente contrarie all’interesse pubblico. Quindi noi ci batteremo fino alla fine.”





