Chiude i battenti il forno Maurizi

Un’istituzione, il forno più antico, la pizza più buona in assoluto, un mito, uno dei simboli del quartiere. Sono soltanto alcune delle definizioni che i cittadini della Garbatella hanno dato in questi giorni al Forno Maurizi, commentandone la chiusura.
Nella pagina di Facebook Sei de Garbatella se… si leggono commenti increduli e stupiti, anche perché in pochi sapevano che quel locale così amato di largo Giovanni Ansaldo, gestito con maestria e passione da Bruno e Loredana, avrebbe chiuso i battenti.

Io ci sono cresciuta in questo forno quando mio padre Italo – racconta Miria Maurizi – ha cominciato l’attività con l’impegno e l’amore che da sempre caratterizza tutta la famiglia”.
Valeria Maurizi si rivolge alla zia: “Hai portato avanti con passione, sacrificio ed impegno un’attività che è stata, non solo un riferimento per il nostro quartiere, ma soprattutto simbolo di grande solidarietà sociale in tanti momenti difficili…. oggi chiude solo la serranda, ma rimarrà per sempre aperto il ricordo di una famiglia che tanto si è prodigata per gli altri e di cui sono orgogliosa di far parte”.

Non era un semplice negozio di alimentari, era un’eccellenza. Pochi scalini, per un ingresso quasi anonimo, ma conosciutissimo, oltre che naturalmente al Lotto 8, in tutte le altre zone del quartiere grazie a quel profumo di pizza e rosette sempre calde che si propagava nell’aria. Era lì dall’immediato dopoguerra, rappresentando un punto di riferimento per moltissimi cittadini. 

E quell’esercizio era molto noto anche ai ragazzi che tornavano da scuola, come ha raccontato Simona: “Il mio ricordo va ai primi anni Ottanta, quando frequentavo le scuole elementari, con le orde di scolari famelici scendere dall’autobus 92 o dall’11 davanti alla fermata della Standa e correre fino al forno”. 
Il pane lì era un’autentica arte, per non parlare degli gnocchi, delle crostate e dei maritozzi con la panna, autentica leccornia, che fino a pochi giorni fa attirava moltissimi golosoni per una colazione più sostanziosa.

Alfredo, un signore distinto, a spasso con la consorte Biancamaria e un bellissimo cocker mentre osserva la serranda abbassata si chiede il perché della chiusura: “La mia famiglia originaria di Trastevere è arrivata alla Garbatella nel 1954, quando non c’era nemmeno la Circonvallazione Ostiense e stavano costruendo la Cristoforo Colombo. Questo forno c’era, e fino a pochi giorni fa l’odore del pane caldo si sentiva indistintamente in tutta la piazza. È un pezzo di storia che se ne va”.

Di Stefano BAIOCCHI

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