“Shangai” fu un frutto del fascismo

“Shangai” fu un frutto del fascismo

Sul numero di luglio 2007 l’articolo su Tor Marancia a firma di Cosmo Barbato, pur essendo un contributo che riporta in modo esauriente e ben argomentato la storia della torre, nelle conclusioni, dove si parla della “Borgata”, ancora una volta, cosa che capita spesso in diverse pubblicazioni locali, la storia della nascita di “Shangai” viene riportata in modo distorto, disinformato e a me pare più per sentito dire che per una documentata ricostruzione storica, come si evince da diverse pubblicazioni che analizzano il cambiamento urbano della città di Roma. …..

“Shangai” fu un frutto del fascismo

Sul numero di luglio 2007 l’articolo su Tor Marancia a firma di Cosmo Barbato, pur essendo un contributo che riporta in modo esauriente e ben argomentato la storia della torre, nelle conclusioni, dove si parla della “Borgata”, ancora una volta, cosa che capita spesso in diverse pubblicazioni locali, la storia della nascita di “Shangai” viene riportata in modo distorto, disinformato e a me pare più per sentito dire che per una documentata ricostruzione storica, come si evince da diverse pubblicazioni che analizzano il cambiamento urbano della città di Roma.
Shangai non era formata da baracche di poveri diseredati, bensì era stata voluta e costruita dal regime fascista intorno al ’35 quando si decise di trasformare l’ampia zona intorno a Piazza Venezia, Via dei Fori Imperiali, intorno al Teatro Marcello demolendo i palazzi siti in quelle zone e deportando le famiglie, gli artigiani che in quei posti vivevano e lavoravano.
Le baracche di cui si fa menzione erano case, unico piano unica stanza costruite appunto dal regime. Immaginate il disagio di chi, abituato a vivere nel centro di Roma, si è trovato catapultato in aperta campagna.
Si pensi solo che la scuola più vicina era la Michele Bianchi oggi Cesare Battisti e da “Tor Marancia” alla scuola l’unico mezzo di locomozione era…andare a piedi.
Il nome di Shangai era stato dato dagli abitanti appunto per i continui allagamenti nelle giornate piovose non essendovi né fogne né scarichi né strade come le intendiamo oggi. Nel dopoguerra negli anni ’48-’49 vi furono i primi insediamenti della moderna Tor Marancia, costruzioni fatte con il contributo del Genio Civile per riparare in parte agli anni di sofferenza e degrado subìto dai cittadini non per loro scelta.
Penso di aver contribuito a sfatare quanto erroneamente e superficialmente riportato e mettendomi a disposizione per una più particolareggiata disamina della nascita di “Tor Marancia” con la possibilità di sentire la storia dai diretti interessati che ancora sono in condizioni di testimoniare la qualità della vita in quella borgata.

Rodolfo Meacci

Ringrazio il lettore. Aggiungo che già prima del ’35 quella plaga era andata popolandosi di disperati, su un terreno che per le sue caratteristiche non interessava
la speculazione. Che cos’erano le “case unico piano unica stanza” se non delle baracche? A queste ben presto si aggiunsero vere bidonville create da numerose famiglie poverissime di sfollati o che si rifugiavano ai margini della città nella tenue speranza di sbarcare il lunario. – C.B.

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