Piazza Sauli memorial Alvaro Nuvoloni pugile campione dall’Albergo Bianco

Piazza Sauli memorial Alvaro Nuvoloni pugile campione dall’Albergo Bianco

di Claudio D’Aguanno

“Chissà cosa sarebbe stata la mia carriera nel mondo della boxe – amava raccontare agli amici Giuseppe Ballarati – se non avessi incontrato sulla mia strada Alvaro Nuvoloni”. La dichiarazione era un tributo dovuto da parte dell’indimenticato autore della Bibbia del Pugilato prima di vuotare il sacco delle sue infinite storie da ring. ….. 

Piazza Sauli memorial Alvaro Nuvoloni pugile campione dall’Albergo Bianco

di Claudio D’Aguanno

“Chissà cosa sarebbe stata la mia carriera nel mondo della boxe – amava raccontare agli amici Giuseppe Ballarati – se non avessi incontrato sulla mia strada Alvaro Nuvoloni”. La dichiarazione era un tributo dovuto da parte dell’indimenticato autore della Bibbia del Pugilato prima di vuotare il sacco delle sue infinite storie da ring.

Un momento della manifestazione “Memorial Alvaro Nuvoloni” tenutasi in piazza Damiano Sauli: Maurizio Biagiotti della Team Boxe Roma XI vincente su Simon De Stefano della pugilistica Giugliano.Il famoso incontro, visti i protagonisti, fu appunto un incontro fatto di pugni, scaracocciate vigorose e verdetto chiuso in partenza. Ballarati ne fu solo cronista e interessato spettatore. Alvaro Nuvoloni, detto Chivecchia, recitò invece la parte d’attore protagonista mentre qualche facchino dovette aggiustarsi nel ruolo di comparsa destinata al tappeto e suonata senza appello. “Un giorno, a cavallo della fine della guerra, stavo per lavoro proprio lì ai Mercati Generali – precisava sempre a richiesta il maestro – e tre facchini sbraitavano per cercare di buttare fuori un ragazzino moro moro pizzicato a trafficare per fame intorno ai banchi. Era alto un soldo di cacio e c’aveva i capelli dritti che lo facevano somigliare a un furetto.
Stavo per intervenire a difesa dello gnomo quando questi, in men che non si dica, t’aveva steso i tre golia per terra. Io m’occupavo già di boxe e il coraggio del piccoletto m’impressionò. Lo presi sul mio camion e dopo qualche giorno stava già con me all’Indomita, la palestra che gestivo a via Merulana.
Sarebbe  diventato uno dei pugili più generosi della piazza romana”.
Nato nella shangai di Tor Marancia, poi emigrato al lotto 41 di piazza Biffi, l’Albergo Bianco, Alvaro Nuvoloni sin dal suo esordio trovò subito modo di farsi rispettare.
Manco dieci presenze tra i dilettanti e già per lui s’aprivano le porte del professionismo.
“A quei tempi – ricorda l’ex pugile Giuliano Catini – tutta la pipinara degli Alberghi faceva capo a Renato er Gobbo, a Nino er Carnera o a Mario detto Gatto. Ma, a parte er Gatto, l’idolo vero per tutti era proprio Alvaro soprannominato Chivecchia per via di quella sua schicchera di sinistro che ti lasciava senza fiato. Con la sua boxe d’attacco c’è diventato campione italiano battendo Amleto Falcinelli. Ai raffinati non piaceva tanto ma era un trascinatore vero e non è mai finito knock out.
Ha combattuto su tutti i ring d’Europa e a un certo punto prese pure la strada per il Wembley Stadium di Johannesburg dove si battè alla pari col campione del mondo Vic Toweel. E’ stato un grande e bene hanno fatto Italo e Gigi a volerlo ricordare con una serata di boxe nella piazza principale del suo quartiere”.
I ricordi regalati da Catini e le memorie di Ballarati c’accompagnano proprio verso Piazza Damiano Sauli, nel cuore della Garbatella, al Piazza Sauli memorial Alvaro Nuvoloni pugile campione dall’Albergo Bianco Anno 3 – Maggio 2006 centro d’un luogo stracoccolato da registi d’ogni epoca. Qui sono passate le riprese di film targati Scola o Moretti. Nei dintorni hanno svoltato i loro passi gente come Alberto Sordi e Maurizio Arena, Victor Cavallo e Pier Paolo Pasolini.
E verso piazza Sapeto, in cima a quella scalinata dove, come cantava Amici, “poi sempre sentì la voce de Carlotta / la funtanella che scorre e che borbotta”, s’affacciava, bella tra le belle, Lucia Bosè in scena con “le ragazze di piazza di Spagna”.
Intanto però, sotto un cielo votato a battaglia, l’ultimo set montato in piazza è un teatro a sedici corde e lo spettacolo è quello dei pugili convocati dal Team Boxe Roma XI.
Per Gigi Ascani, insegnante esperto e candidato a portare in Municipio la sua idea di sport e di lealtà, la “fissa” della boxe all’aperto viene da lontano. “Una volta, soprattutto alle feste di quartiere, c’era sempre un ring con un cartellone pieno di matches.
Per questo, con Italo, avevamo pure pensato di riproporre questa tradizione lì agli Alberghi dove c’era la Spartaco Proietti ma va benissimo qui davanti alla Cesare Battisti. Col patrocinio del Municipio il ricordo di Alvaro Nuvoloni ha così potuto ricevere il giusto omaggio. Peccato per l’acqua che altrimenti avremmo magari chiuso a cantare le stornellate che lui amava e a brindare
all’Arcangelo Pippanera della nostra adolescenza”.
Tanti i rounds di una riunione di livello giocata sulla sfida incrociata tra pugili di diverse scuole e disputata in due tempi per colpa della pioggia.
Igam Weldesellassie ha regolato Caiazzo mentre il welter Daniele La Face s’è imposto a fatica su Campori.
Di qualità la conferma di Maurizio Biagiotti che se l’è vista con l’ostico e ruzzicoso De Stefano. Al coperto, nel capannone di viale Pico della Mirandola, il medio Eugenio Sonnino, beniamino di casa, ha battuto il ravennate Segurini e ottima impressione hanno destato i due deb Zampini e Serreti. Ai fratelli Milos e Nilton Ippoliti, pari il primo e sconfitto con onore il secondo, gli applausi
di chiusura e l’arrivederci a tutti per un nuovo appuntamento di boxe per piazze de “l’aprico quartiere”.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 3 – Maggio 2006

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