I Finanziamenti alla “San Pio V”

Una legge per la “San Pio V”

I Finanziamenti alla “San Pio V”

di Antonella Di GRAZIA

La fioritura di atenei nel nostro Municipio, rappresentata dall’istituzione delle varie facoltà della Terza Università, annovera, dal mese di febbraio del 1998, la presenza anche di una importante iniziativa privata, la Libera Università San Pio V, sita al civico 139 di via della Sette Chiese: …..

Una legge per la “San Pio V”

I Finanziamenti alla “San Pio V”

di Antonella Di GRAZIA

La fioritura di atenei nel nostro Municipio, rappresentata dall’istituzione delle varie facoltà della Terza Università, annovera, dal mese di febbraio del 1998, la presenza anche di una importante iniziativa privata, la Libera Università San Pio V, sita al civico 139 di via della Sette Chiese: si tratta di un ateneo piuttosto particolare, diretta emanazione dell’omonimo prestigioso Istituto di Studi Politici, la cui sede di rappresentanza è in uno dei posti più belli e suggestivi di Roma, piazza Navona.
Aldilà della scelta di intitolare entrambe le istituzioni al nome del papa che aveva guidato la carica delle navi cristiane contro la flotta ottomana a Lepanto, noto per il suo esasperato moralismo e per il suo furore controriformista, va detto che l’Istituto è stato il promotore e il fondatore dell’Università, alla quale ha anche ceduto per lascito la gran parte del patrimonio librario dell’ateneo, associato a quello dell’archivio Alcide De Gasperi.
La duplice struttura di queste istituzioni intitolate a San Pio V ha consentito l’erogazione, a favore dell’Università, sia dei fondi messi a disposizione dalle vigenti leggi dello Stato sia di quelli disposti dal governo regionale, consentendo inoltre all’Istituto di accedere ai benefici di una nuova legge (la 293/03), che prevede uno specifico stanziamento in suo favore di 1.500.000 Euro.
Tale legge era stata fortemente osteggiata dai partiti d’opposizione, i quali obiettavano che lo strumento utilizzato per erogare il finanziamento risulta in contrasto con la normativa vigente che prevede, per accedere alle sovvenzioni pubbliche, la presentazione almeno di un progetto da parte dell’istituzione richiedente. Per la cronaca, un deputato di Forza Italia, Cesare Campa (del suo stesso partito è Giampiero Cantoni, presidente del consiglio d’amministrazione dell’Istituto), si è vantato di aver contribuito alla stesura e all’approvazione della suddetta legge, la quale nei fatti sancisce un’evoluzione normativa del binomio Istituto/Università e la trasformazione di un centro di potere ispirato all’Opus Dei e alla destra ex democristiana in “Ente di ricerca non strumentale”, con quel che ne consegue. Istituto-ateneo, il “San Pio V” organizza e ospita oggi anche corsi di formazione per aspiranti ai concorsi pubblici indetti dai ministeri (ad esempio, quello dei Beni e le Attività Culturali). Tra i suoi consulenti e docenti citiamo Francesco Alberoni, don Giacomo Tantardini, l’ex ministro socialista Salvo Andò, il magistrato del Tar del Lazio Sergio Santoro e, tra i membri del consiglio d’amministrazione, la nota stilista Laura Biagiotti. Una nota voce gossip informa che a questa libera Università è iscritto Pietro Polidori, figlio del titolare della azienda salva-esami Cepu, noto per essere riuscito a mettere a segno nove esami in un anno: di vista lo conosciamo un po’ tutti, perché appare sui cartelloni pubblicitari giganti che hanno tappezzato tutta la città.
A Roma esistono già decine di istituzioni private – di matrice religiosa e non – che sfornano laureati, chiedendo rette di molte migliaia di euro l’anno. Nel momento in cui deve muoversi il Presidente della Repubblica per sollecitare i fondi che consentano ai nostri ricercatori di operare, in presenza di conclamata penuria di risorse economiche e di forte lesina dei finanziamenti alla scuola pubblica, è ammissibile che ci si possa permettere di elargire pubblico denaro per iniziative di questo tipo?

 

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 0 – Dicembre 2003

 

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