Intervista a Piero Marrazzo, candidato presidente della nostra Regione
“Continuo nella politica il mio impegno sociale”
a cura della Redazione
Piero Marrazzo, 47 anni, sposato e con tre figlie, laureato in legge, giornalista, in Rai da vent’anni, conduttore da otto di “Mi manda RaiTre” la popolare trasmissione in difesa dei consumatori, eletto ambasciatore dell’Unicef, membro della Fondazione Caponnetto e della Fondazione Pertini, autentico “figlio d’arte” (suo padre Giovanni fu autore di memorabili inchieste su mafia, camorra e sulle tossicodipendenze: la mafia lo condannò a morte). Come mai questa decisione di scendere in campo?
Per tanti anni mi sono dedicato ai problemi dei cittadini, soprattutto …..
Intervista a Piero Marrazzo, candidato presidente della nostra Regione
“Continuo nella politica il mio impegno sociale”
a cura della Redazione
Piero Marrazzo, 47 anni, sposato e con tre figlie, laureato in legge, giornalista, in Rai da vent’anni, conduttore da otto di “Mi manda RaiTre” la popolare trasmissione in difesa dei consumatori, eletto ambasciatore dell’Unicef, membro della Fondazione Caponnetto e della Fondazione Pertini, autentico “figlio d’arte” (suo padre Giovanni fu autore di memorabili inchieste su mafia, camorra e sulle tossicodipendenze: la mafia lo condannò a morte). Come mai questa decisione di scendere in campo?
Per tanti anni mi sono dedicato ai problemi dei cittadini, soprattutto quelli più indifesi, difendendo i loro diritti, denunciando truffe, raggiri, casi di malasanità ed inefficienze. Anche per questo ho scelto di affrontare questa nuova avventura: la politica, quella buona, è l’unica soluzione ai problemi della gente.
Perché ha deciso di creare un lista civica che porta il suo nome?
Con questa scelta rispondo alle molte richieste giunte da tutti i settori della società, dall’imprenditoria al mondo delle associazioni e del volontariato. Sono convinto che la Lista Marrazzo sarà un valore aggiunto, che non toglierà voti ai partiti che mi sostengono ma che invece potrà contribuire ad allargare i confini della coalizione. Sono particolarmente contento che la capolista sia una donna, Luigina Di Liegro, da anni impegnata nel volontariato a guida della fondazione che porta il nome di suo zio, don Luigi, uno degli uomini che Roma ha più amato e che ricorda con più affetto.
Qual è stato il percorso che l’ha portato alla sua candidatura?
La mia candidatura è arrivata da uno schieramento di centro sinistra che raccoglie in sé le grandi tradizioni che ispirano la nostra Costituzione repubblicana. E che ne hanno garantito, anche in momenti di aspra contrapposizione, la crescita democratica e sociale.
“Una regione governata con il cuore” e “Una regione di tutti, nessuno escluso”questi sono gli slogan che ogni giorno, più di altre, vediamo sui numerosi manifesti affissi in tutta Roma e nel Lazio. Cosa vuole comunicare ai suoi elettori con il suo slogan?
Il mio desiderio è guidare la Regione verso un orizzonte che preveda la tutela di tutti i cittadini, i loro diritti e l’offerta di nuove opportunità. Io vorrei adottare un nuovo modo di governare, coinvolgendo tutti quelli che possono essere i veri attori del cambiamento: le istituzioni locali, le forze sociali, le imprese, il mondo dell’impegno civile. In una parola, tutti i cittadini. Nessuno escluso. Se penso a quello che ha fatto la Giunta Storace per il Lazio, non mi viene in mente nulla se non una soffocante campagna di comunicazione. Manca una visione di insieme che tenga unite un’idea di solidarietà e di aiuto per chi fatica ad arrivare a fine mese, e una prospettiva di sviluppo che offra ai giovani meno precarietà e più sicurezza nel futuro. Non basta usare tormentoni come quello che la regione è stata governata con il cuore. Per amministrare occorre la ragione, la testa, la razionalità. Il cuore a noi piace molto, ma usiamolo per amare e per coinvolgere maggiormente chi ha di meno, offrendo più servizi e meno propaganda.
Ci illustri tre punti irrinunciabili del suo programma.
La sanità, innanzitutto, tallone d’Achille della nostra Regione. ASL ed ospedali regionali versano in stato di grave crisi. La sanità della nostra Regione è fatta di mancata certificazione dei bilanci ASL, fondi non spesi e personale insufficiente. Altro settore nel quale occorre un intervento deciso è la mobilità: la Regione necessita di una strategia che doti Roma, la provincia e tutto il Lazio di una nuova rete su ferro, rafforzando e rendendo competitivo il trasporto pubblico così da creare nuove opportunità per incentivare la crescita dell’intero territorio. Migliorare la viabilità diventerà anche un modo per incentivare il turismo. Il Lazio può essere la nuova Toscana, ne ha tutte le possibilità: natura, campagna, borghi, terme, laghi, mare, oltre ad arte e storia. Infine, intendiamo tornare a porre la Capitale al centro della politica regionale, perché Roma Capitale ha bisogno di specifici riconoscimenti e di specifici poteri – che in questi anni sono stati negati al sindaco Veltroni per puro calcolo politico – e anche di quei finanziamenti che il Governo Berlusconi-Bossi le ha sottratto. Se la Regione aiuta Roma, Roma può aumentare il suo peso trainante per aumentare lo sviluppo del Lazio.
Lei sta sfidando un candidato diretta espressione della politica. Che giudizio dà su Storace e dei cinque anni di governo della Regione Lazio?
Il Lazio è una Regione che supera i 5 milioni di abitanti, ha una potenzialità produttiva enorme, rappresenta il 10% del Pil nazionale. Queste potenzialità, per cinque anni, non sono state sfruttate al massimo a causa di una gestione politica accentratrice ed approssimativa, fondata sull’individualismo e sull’incapacità di porre l’interesse generale davanti agli interessi di bottega. C’è molta propaganda intorno all’operato della Giunta Storace, per promuovere la sua immagine il presidente uscente ha speso fior di milioni di euro. La realtà però è diversa, come dimostra il disastro gestionale nella sanità e nei trasporti. Il Lazio ha bisogno di infrastrutture, di investimenti, di progettualità. Cosa è stato fatto per accrescere la vocazione internazionale di Roma riguardo il potenziale enorme dell’aeroporto di Fiumicino, mortificato da una politica nazionale che tende a favorire Malpensa, e sviluppare al contempo le potenzialità turistiche dell’intero territorio regionale?
In questi anni la giunta di centrodestra ha sbandierato come grande successo l’aumento dell’occupazione. Si tratta, a ben vedere, di un’ occupazione a tempo determinato, cioè precaria. Il centrosinistra e Marrazzo intendono insistere sulla stessa linea?
Il Lazio è al primo posto per diffusione del lavoro parasubordinato. Con l’eccezione di Roma, nel Lazio c’è un’ occupazione precaria, a tempo determinato, con retribuzioni assai basse. Non è certo un indice di crescita di cui vantarsi. Per risollevarsi e ritornare ad essere davvero competitiva la Regione necessita di una migliore formazione professionale, d’incentivare in modo forte il collegamento continuativo tra settore scuola e settore lavoro, allo scopo di realizzare i presupposti di una robusta occupazione.
La sanità è un elemento fondamentale per valutare la qualità della vita di una determinata popolazione. Dove occorre intervenire per migliorare questo prioritario servizio pubblico?
Il disastro perpetrato nella sanità del Lazio dalla giunta Storace credo sia sotto gli occhi di tutti. Noi vogliamo rimettere al centro dell’attenzione il paziente, restituendo a ciascuno le proprie competenze. Costruiremo un sistema di monitoraggio e certificazione dei tempi di attesa, per giungere al loro progressivo abbattimento; introdurremo un sistema di valutazione della qualità dei servizi sanitari quale quello progettato dal ministero della Salute nel 1995 e mai applicato; Razionalizzeremo e riequilibreremo territorialmente il sistema ospedaliero. Potenzieremo, razionalizzandola, l’assistenza domiciliare a sostegno di anziani, disabili e persone non autosufficienti. Attiveremo sistemi di monitoraggio dei consumi e di controllo della spesa per giungere all’eliminazione dei ticket. Un altro nostro impegno è quello di rivedere le modalità ed i criteri di scelta dei direttori generali delle Asl, premiando, invece di logiche clientelari, personalità legate all’esperienza nel settore ed ai risultati effettivamente conseguiti. I medici e gli operatori della sanità dovranno pesare di più. Infine rivedremo i sistemi di accreditamento delle strutture pubbliche e private, in modo da garantire requisiti di servizio e qualità delle prestazioni.
…Ci potrebbe fornire tre buoni motivi per votarla…
Per l’onestà e la lotta in difesa dei cittadini dimostrate in tutta la mia carriera giornalistica e che intendo porre al servizio della Regione Lazio; per il cambio di metodo che imporrò alla trasparenza della gestione della cosa pubblica, mortificata da cinque anni di governo delle destre; per le idee ed i progetti che realizzeremo per ricollocare il Lazio come merita sulla scena nazionale ed internazionale.
…e cinque parole chiave del suo programma politico.
… Difesa dei diritti, decentramento, innovazione, programmazione, partecipazione, trasparenza.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 2 – Aprile 2005
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