CONTINUA L’OCCUPAZIONE DEL LICEO SOCRATE

Di Zenobia

 

Lo striscione rosso “Socrate occupato” campeggia ancora sotto la pioggia battente all’ingresso della sede di via Padre Reginaldo Giuliani nei pressi della Circonvallazione Ostiense. La mobilitazione studentesca continua tra le sedi di Tor Marancia e Garbatella. Siamo solo al terzo giorno.

Ma le acque erano agitate già da qualche tempo quando, a causa delle forti piogge della scorsa settimana, sabato 3 dicembre le aule dell’istituto centrale si sono allagate ed un blackout, nella sede succursale di via Odescalchi,ha lasciato gli studenti al buio per più di un’ora. Così, martedì 13, dopo una settimana di incontri pomeridiani, in centinaia hanno rivendicato il diritto a riunirsi in assemblea straordinaria.

L’assemblea, promossa dall’intera comunità studentesca, si è svolta nella palestra della sede centrale, dove studiano i ragazzi e le ragazze del triennio. Per questo, le classi dei primi due anni,  hanno deciso di non entrare nella loro sede di Via Odescalchi e di dirigersi in corteo lungo le strade di Tor Marancia e poi attraversare la Cristoforo Colombo. Così hanno discusso un documento di mobilitazione molto articolato e hanno votato per l’occupazione dell’istituto centrale.

La dichiarazione di una studentessa

“Ogni giorno” – ci dice Gaia, una delle rappresentanti degli studenti – “la comunità studentesca partecipa alla mobilitazione, prendendo nelle proprie mani la gestione della scuola, che è il nostro luogo di vita e di crescita: l’assemblea decide tutto, dai turni per il servizio d’ordine e le pulizie, fino ai corsi che mattina e pomeriggio tengono vivo il dibattito intorno a temi di attualità e approfondimento, che solitamente non tocchiamo nell’orario curricolare. Le attività sono organizzate e gestite dagli studenti. In questo modo siamo protagonisti, mettiamo in pratica un modello di scuola più vicino alle necessità della nostra generazione”.

Le rivendicazioni degli occupanti

Nel documento gli studenti presentano una critica strutturale al modello di società in cui viviamo e alle politiche attuate da questo e dai Governi precedenti. Chiedono l’incremento della spesa dei fondi del PNRR a favore della messa in sicurezza degli istituti, per l’edilizia scolastica. Parlano  dell’alternanza scuola-lavoro, rifiutando il modello di istruzione legato al mondo del lavoro e dello sfruttamento, ricordando i tre ragazzi che solo lo scorso anno hanno perso la vita nel corso di stage non pagati in orario scolastico. Parlano di caro vita, di povertà e della guerra, del diritto allo studio. Hanno parole dure verso il Governo ed il nuovo Ministro dell’Istruzione Valditara. Non fanno sconti neanche al Ministro dell’Interno Piantedosi, che ricordano bene per aver duramente represso le mobilitazioni studentesche dello scorso anno a Roma.

La mobilitazione ha anche obiettivi concreti: chiedono un tavolo permanente con l’Ufficio Scolastico Regionale e la Città Metropolitana per gli interventi di edilizia scolastica;  una Commissione che si occupi della questione di genere, delle discriminazioni, al fine di monitorare e promuovere il dibattito; chiedono che venga garantito il supporto psicologico all’interno della comunità scolastica. Vorrebbero che la Biblioteca della scuola rimanesse aperta anche il pomeriggio.

La nota del Preside Firmani

Il dirigente scolastico, Prof. Carlo Firmani, ha prodotto una nota pubblica in cui dichiara di aver denunciato l’accaduto alle autorità competenti, rinnovando l’importanza del valore del servizio pubblico come punto di riferimento dell’azione degli studenti e sottolineando la ritualità inefficace delle occupazioni studentesche.

La decisione di tenere aperta la sede succursale, dove i primi e i secondi anni svolgono le lezioni, ha però dovuto scontrarsi con la realtà di un’adesione diffusa alla mobilitazione. In centinaia hanno preso parte all’occupazione, fin dal primo momento. “Per tre mattine – ci raccontano alcuni studenti di Via Odescalchi- , i ragazzi della sede succursale hanno lasciato vuote le aule partecipando in massa all’occupazione. Non sarà possibile dividerli tra buoni e cattivi”, dicono in un comunicato. Vogliono esserci e vogliono vivere la scuola come luogo di aggregazione e partecipazione, anche i più piccoli. Il clima è dinamico e ci sono tante facce giovani e giovanissime.

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