Attacco al CTO

Attacco al CTO

Non accettabile il suo ridimensionamento

La questione della sanità è l’aspetto più importante del vivere in società e il suo funzionamento rappresenta il grado di civilizzazione di un aggregato umano, sia esso urbano o espressione di piccole comunità. Nella nostra Italia la sanità, in ragione di grandi lotte sociali e politiche, è sempre stata di carattere pubblico e dotata di elevate qualità diagnostiche e curative tali da farne un riferimento positivo a livello internazionale. Facciamo queste considerazioni proprio perché il modello italiano è preso come punto di riferimento sin dall’ultimo periodo della presidenza Clinton ed è nel programma proposto da Obama. …..

Attacco al CTO

Non accettabile il suo ridimensionamento

La questione della sanità è l’aspetto più importante del vivere in società e il suo funzionamento rappresenta il grado di civilizzazione di un aggregato umano, sia esso urbano o espressione di piccole comunità. Nella nostra Italia la sanità, in ragione di grandi lotte sociali e politiche, è sempre stata di carattere pubblico e dotata di elevate qualità diagnostiche e curative tali da farne un riferimento positivo a livello internazionale. Facciamo queste considerazioni proprio perché il modello italiano è preso come punto di riferimento sin dall’ultimo periodo della presidenza Clinton ed è nel programma proposto da Obama.
Dobbiamo difendere strenuamente e migliorare questa qualità della nostra assistenza sanitaria, partendo dal sostegno incondizionato alla sanità pubblica che è la migliore perché sono qualificati gli operatori (medici, infermieri, impiegati) e, spesso, gli strumenti diagnostici sono adeguati alle esigenze di ricerca ed intervento sulla malattia. La difesa del carattere pubblico della sanità permette (quando nella struttura non operano i ladri) anche un risparmio economico che, al contrario, non avviene laddove l’elemento privato ha un ruolo importante come in Lombardia o in Sicilia che, normalmente, si traduce in un costo negativo per la spesa pubblica.
Nel Lazio e a Roma la sanità pubblica fino all’arrivo della giunta Storace non è andata male, vi erano le contraddizioni, gli sprechi nel funzionamento di alcuni grandi ospedali; le differenze tra gli ospedali cattolici e gli altri.Tutto ciò ha portato negli anni ad una inefficienza ingiusta che doveva essere combattuta. La Asl RMC con i suoi due ospedali (Sant’Eugenio e CTO) si è mossa dentro queste contraddizioni che sono peggiorate con lo scandalo della sanità regionale che è esploso con Storace e da noi con Lady Asl che, con una allegra amministrazione, ha portato a livelli insopportabili i costi dovuti a veri e propri furti. Da allora ci troviamo in grandi difficoltà.
Vogliamo dire dalla fine della giunta Storace che ha lasciato un buco finanziario insopportabile da cui non è facile uscire perché il dissesto è stato epocale e il governo non può ricattare la giunta laziale, imponendo condizioni talmente gravose per il ripianamento del debito che potrebbero portare alla fine dell’assistenza pubblica. In questo senso, la giunta Marrazzo commette un errore ad accettare quest’impostazione, proprio perché non è parte del disastro e si  assume – senza aprire un conflitto politico con il governo e non lavorando ad un’opera di comunicazione alla cittadinanza – l’onere di risanare riducendo l’ampiezza della struttura e a volte la qualità dell’assistenza.
Il CTO è stato un luogo ove la criminalità ha operato ampiamente determinando uno sfascio enorme, che da molti ambienti anche regionali viene utilizzata per ridurre le assistenze fornite dall’ospedale, inseguendo un mito di “specialismo” ortopedico che oggi non è più nelle qualità operative del CTO. Certo, è necessaria una migliore qualificazione del comparto ortopedico; ma ciò non si ottiene attraverso l’indebolimento dell’ospedale nelle sue altre componenti in vista di un processo che non appare raggiungibile e, sopratutto, non è utile alla cittadinanza che si vede privata di assistenze decisive come urologia. Neppure ci convincono le operazioni megagalattiche di ristrutturazione del CTO che non hanno alcuna funzione positiva.
La nostra opinione è che il CTO venga potenziato in tutte le sue componenti e, al tempo stesso, si faccia promotore insieme alla cittadinanza dell’XI Municipio di un’azione tesa a costruire presidi medici ambulatoriali diffusi; inoltre è necessario un lavoro che punti alla rinascita del Sant’ Eugenio nelle sue varie e storiche articolazioni e si lavori perché quell’ospedale venga dotato di un centro emodinamico che costituisca la base perché in quel quadrante assuma grande importanza la qualità della cardiologia che a Roma ha necessità di essere ampliata e diffusa.
Vogliamo dalla Asl RMC, un progetto che vada incontro alle esigenze dei cittadini e che premi la funzione ed i meriti del personale ospedaliero.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 5 -Dicembre 2008

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