Se parliamo di popolarità alla Garbatella, senza ombra di dubbio non può mancare lui. Gabriele De Santis detto Er Faciolo. Sballottolato per anni tra un mestiere e l’altro alla fine aveva trovato il suo posto, tra i ragazzi dell’oratorio San Filippo Neri. Questo grazie a Padre Guido, che lo aveva messo al sicuro con stipendio e previdenza. Iniziava la giornata davanti al cancelletto controllando chiunque entrasse. Se si rompeva qualcosa diventava un fabbro. Serviva verniciare? Era bravissimo. Anche se riusciva a sporcarsi fin sugli occhiali e allora non capivi se ti guardava storto e ci vedeva male. Poi era conosciuto da tutto il quartiere per il suo modo in stile cabaret di vendere mostaccioli, bruscolini, e tante leccornie. Prima dentro a un cinema, poi all’Oratorio San Filippo Neri. E proprio lì tra quei ragazzi, stagione dopo stagione, era diventato un mito. A più di ottant’anni ancora si ostinava a portare le merendine agli alunni della Scuola Media Cesare Baronio. I ragazzi lo hanno sempre amato. Prima come fosse uno zio, poi un nonno. A quelli che non avevano i soldini per comprare i panini, lui rispondeva <<Pacioccone>> e glieli regalava.
Gabriele, proprio in mezzo a quei ragazzetti, il suo posto nella vita l’aveva trovato. E ci è rimasto fino alla notte del 22 febbraio quando ci ha lasciati. Avrebbe compiuto 86 anni il prossimo 25 marzo.
Gli abitanti del quartiere si ricordano tutti di Gabriele. Ricordano il suo aspetto rotondeggiante. Ricordano il suo volto che raccontava una storia fatta di bontà, di sacrificio e di aiuto per il prossimo, soprattutto per i più piccoli. Rircordano il suo modo di esaltare ogni cosa. Di esagerare sempre. Se un rubinetto si rompeva, <<Correte se sta a allaga l’oratorio!>>. Se una stufa buttava un po’ di fumo, <<Er fumo soffoca la ggente de tutta Garbatella!>>.
La sua vita, circoscitta alla Chiesoletta, appartiene a quelle storie umane semplici, genuine, ma che non si dimenticano. Quei bambini ora diventati adulti non smetteranno mai di ringraziarlo. Il suo ricordo resterà sempre tra le mura di quell’oratorio. Quel posto ai confini del tempo dove gli anni passano ma il suono di quella campanella, quei vecchi volantini e le punizioni se provi a dire una parolaccia non passeranno mai. Proprio come te Gabriele, anche il tuo ricordo sarà sempre qui.
Di Ilaria Proietti Mercuri