Di Stefano Baiocchi
Sarà solo ortopedico e aperto fino alle 20. Funzionerà un punto di primo intervento per il triage bianco e verde h 24.
Sembrano ormai diradarsi le nubi sull’annosa vicenda legata al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cto, dopo una serie di perplessità, che si erano palesate tra i cittadini dell’VIII Municipio all’indomani dell’annuncio da parte della ASL di trasformare il nosocomio della Garbatella in un centro di ricerca e di eccellenza. In realtà si tratta di due vicende distinte.
Il Cto garantisce tutt’ora un Pronto Soccorso Ortopedico, quindi di tipo mono-specialistico, di primo livello, un’autentica eccellenza, aperta al pubblico dalle 8:00 alle 20:00.
Contestualmente è in funzione un Punto di Primo Intervento aperto H 24; quest’ultimo nella cosiddetta triage cura i casi bianchi e verdi, per quelli più seri è previsto il trasferimento presso una struttura più idonea quale, ad esempio, il Sant’Eugenio. Le autoambulanze, infatti, in caso di politraumatizzati o persone con problemi di natura infartuale o respiratoria, o con situazioni di emorragie, portano i pazienti direttamente all’ospedale dell’EUR oppure al San Giovanni.
Tutto aveva avuto inizio nell’aprile del 2020 quando 25 medici ortopedici – perorati dall’avvocato Alessandro Bianchini – avevano denunciato prima al Tar e poi al Consiglio di Stato l’impossibilità di operare come medici di Pronto Soccorso “generico”, in quanto si erano trovati ad affrontare situazioni emergenziali di altra natura, cioè ben al di fuori delle loro competenze specifiche. Parliamo di medici altamente qualificati e specializzati nella cura degli arti, nella chirurgia della mano, dell’anca o del piede, come ci tiene a sottolineare l’avvocato Bianchini, ma che non possono garantire altri tipi di interventi d’urgenza.
Adesso è cominciato un percorso che vedrà la trasformazione del presidio ospedaliero della Garbatella in un centro di eccellenza, probabilmente nel più importante polo specialistico nel campo dell’ortopedia del centro-sud. La direzione della ASL Roma 2 ha riconosciuto il CTO come IRCCS (Istituto Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Ortopedico-traumatologico, ciò significa che assumerà anche le caratteristiche di centro per la ricerca sulla scia dello Spallanzani o dell’ospedale Rizzoli di Bologna.
Valeria Baglio ed Enzo Foschi, rispettivamente responsabile della Sanità per il PD del Lazio e vicesegretario del PD regionale in una nota congiunta plaudono al cambiamento in vista. “Bene l’obiettivo della Asl Roma 2 di fare del Cto un centro di eccellenza della traumatologia Italiana. Bene anche la conferma del punto di primo intervento aperto 24 ore. Come ha dimostrato l’emergenza legata al Covid19, un sistema sanitario pubblico più forte e più efficiente è un baluardo essenziale per combattere le nuove sfide della salute e le disuguaglianze della società”.
“C’è bisogno di una nuova visione di sistema, dalla sanità del territorio alla nuova organizzazione della rete ospedaliera – prosegue la nota congiunta – e di assumere nuovo personale a partire dalle ragazze e dai ragazzi che in questi due anni hanno contribuito, lavorando nei cosiddetti hub-vaccinali insieme agli operatori sanitari, a contenere lo sviluppo della pandemia. L’emergenza deve presto lasciare il posto a un modello sanitario più confacente alle esigenze del nostro tempo”.
Anche Antonio Bertolini, storico medico di base della Garbatella, accoglie con soddisfazione l’evoluzione del Cto in centro di eccellenza, “ma tutto ciò va corroborato con personale adeguato non esclusivamente ortopedico,serve la presenza di medici di altre specialità per poter intervenire prontamente su eventuali altre patologie dei ricoverati”.
Simonetta Novi capogruppo in Municipio di Azione plaude all’accessibilità per il punto di primo intervento con dei distinguo: “Se i cittadini dell’ VIII Municipio sono tornati ad avere internisti e non solo ortopedici nel punto di primo soccorso del Cto lo dobbiamo soltanto a loro, che dall’ aprile 2020 hanno iniziato una battaglia a colpi di ricorsi contro la miopia di Regione Lazio e ASL che in piena pandemia hanno deciso di togliere tutti gli specialisti e lasciare solo medici ortopedici a fronteggiare pazienti infartuati, persone con crisi addominali, donne con minacce di aborto. Grazie a loro, il Cto è tornato ad essere quello che era riuscito a diventare dal 2008, dopo che ancora una volta la politica aveva deciso di chiuderlo”.
Maurizio Buonincontro, consigliere di Fratelli d’Italia sottolinea che “la scelta del Pronto soccorso ortopedico è stata giudicata nettamente sbagliata dal Consiglio di Stato con evidente fallimento di chi ha invece insistito testardamente in senso avverso (vertici regionali e della Asl). E’ pertanto opportuno spingere sul ripristino di Pronto Soccorso multispecialistico, non limitandosi al solo Punto di Primo Intervento che appare comunque non idoneo a garantire la dovuta assistenza emergenziale”.
“A tal fine– prosegue il consigliere – potrebbero essere utilizzati i fondi straordinari del Decreto cura Italia e del Pnrr.Insisteremo inoltre a chiedere il rilancio a breve e medio periodo dell’intero nosocomio quale struttura ospedaliera non solo ortopedica di riferimento per tutto il Distretto Sanitario 8. Questo è ciò che è necessario per rispondere alle esigenze del territorio”.