Partigiani: incontro con Adelmo Cervi al Millepiani di Garbatella

Si è svolto al Millepiani Coworking a Garbatella, l’incontro con Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli partigiani fucilati dai fascisti il 28 dicembre del 1943 al poligono di Reggio Emilia. Adelmo, aveva appena quattro mesi quando suo padre fu assassinato e per lui è stato naturale ereditare il compito di mantenere vivo il ricordo e il significato delle azioni dei fratelli Cervi.
L’incontro, organizzato dalla sezione Anpi Martiri delle Fosse Ardeatine e presenziato dalla presidente della Commissione cultura municipale Monica Rossi e dall’assessore Luciano Ummarino, è stato un momento per riflettere sulla memoria storica, sulla Resistenza, e per raccontare il presente con tutte le sue contraddizioni e con i rigurgiti di un passato nero che riaffiorano.

Adelmo Cervi (1943)

I miei sette padri

Per l’occasione Adelmo Cervi ha presentato il libro I miei sette padri. Storia di una grande famiglia antifascista raccontata da un figlio, un tributo alla sua famiglia contadina che scelse di opporsi con determinazione al regime fascista, pagando con la vita la loro fedeltà ai valori di giustizia e democrazia. Attraverso le parole di Adelmo, si respira la forza degli ideali che spinsero i fratelli Cervi a sacrificare la propria vita per la libertà. Una raccolta di ricordi, testimonianze, documenti e fotografie, il libro vuole mantenere viva la memoria di quegli anni e invitare le nuove generazioni a riflettere sul valore della democrazia e della giustizia.

Chi erano i fratelli Cervi?

La vicenda dei Cervi è una delle storie più toccanti ed emblematiche della lotta contro il regime fascista e l’occupazione nazista in Italia.
Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio e Ettore, vissero insieme alle sorelle Rina e Diomira, e ai genitori Alcide Cervi e Genoeffa Cocconi, nella campagna emiliana, a Campegine (Reggio Emilia). Provenivano da una famiglia di contadini progressisti e cattolici, profondamente legati ai valori della giustizia e della solidarietà.
Aldo Cervi, nel 1929 fu chiamato al servizio di leva, in provincia di Treviso. Nel gennaio del 1930, mentre era di guardia, intimò a due persone irriconoscibili di presentarsi, non ricevendo risposta, come da protocollo sparò, ferendo un sottufficiale che si era avvicinato con un altro graduato armato. A seguito di questo fu condannato a tre di detenzione, che scontò nel carcere di Gaeta. In carcere, entrò in contatto con antifascisti comunisti da cui imparò i fondamenti del marxismo, principi che portò in seguito all’interno della casa di famiglia.
Aldo Cervi si distinse per il suo atteggiamento critico verso il regime e per il suo spirito innovativo. Fu il precursore dell’uso di tecniche di modernizzazione agricole, abbracciando un approccio cooperativo e aperto alle novità scientifiche, in netto contrasto con le arretratezze imposte dal fascismo.
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, si opposero al richiamo alle armi e si avvicinarono ai gruppi antifascisti locali impegnandosi attivamente nella Resistenza. La loro casa divenne un punto di riferimento per i partigiani e i fuggiaschi, offrendo ospitalità, cibo e sostegno.
Nel novembre 1943, la loro cascina fu circondata dalle forze fasciste. Dopo uno scontro a fuoco, furono catturati insieme al padre e al partigiano Quarto Camurri. Trasferiti al carcere di Reggio Emilia, il 28 dicembre 1943 i sette fratelli e Camurri, furono fucilati dai fascisti nel poligono di tiro cittadino, come rappresaglia per l’omicidio del segretario comunale di Bagnolo in Piano, omicidio avvenuto mentre loro erano detenuti.

Per saperne di più

Oltre al libro di Adelmo Cervi, ci sono molti testi e film che narrano la storia della famiglia Cervi, tra questi:

  • I sette contadini. Cortometraggio di Elio Petri, 1953.
  • I miei sette figli. Un libro biografico del 1955, narrato in prima persona dal padre Alcide.
  • I sette fratelli Cervi. Pellicola di Gianni Puccini del 1968 con Gian Maria Volontè nel ruolo di Aldo Cervi.
  • Io che conosco il tuo cuore. Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio. Libro del 2014, scritto da Adelmo Cervi e Giovanni Zucca.
  • I miei sette padri. Documentario di Liviana Davì del 2023.
Seduti da destra: Sergio Vistarini presidente sezione Anpi Martiri delle Fosse Ardeatine, Monica Rossi, Luciano Ummarino e Adelmo Cervi, durante la presentazione a Millepiani
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